Sono gli “Orizzonti nomadi” il tema scelto per la quarantunesima edizione del festival Oriente Occidente, in programma a Rovereto dal 3 al 12 settembre prossimo. Dopo il fermo obbligato causato dalla pandemia, è risorta, forte, la necessità dell’incontro con l’altro, di vagabondare, aprendoci al nuovo e al diverso. Di qui, l’idea di un programma contaminato da venti coreografi, coreografe e compagnie che amano esplorare, trasmettere, entrare in contatto con i territori che attraversano per un totale di cinquantuno eventi, di cui trentasette spettacoli e quattordici conferenze, cui si aggiungono tre mostre.
Tanti i nomi di richiamo internazionale, da Hofesh Shechter a Peeping Tom, passando per il flamenco mescolato all’hip-hop di Wang Ramirez o per le acrobazie del circo marocchino Colokolo. Numerosi anche i successi made in Italy, come lo spettacolo “Nobody nobody” di Daniele Ninarello che affronta i temi sempre attuali del bullismo e della salute mentale, il Balletto civile di Michela Lucenti e l’“Elegia delle cose perdute” di Zerogrammi che racconta la dolorosa condizione dell’esilio. E poi ancora “Juliette on the road”, un’inedita versione itinerante di Giulietta e Romeo firmata da Loredana Parrella, in cui il pubblico si sposterà tra i vicoli di Rovereto inseguendo il significato stesso della parola amore. Sempre al centro dell’attenzione le periferie, con due spettacoli della compagnia francese di danza aerea À Fleur d’Airs nei parchi Colorio al Brione e Ferrari a Lizzanella.
Riconfermato anche l’impegno degli organizzatori verso una manifestazione inclusiva. In cartellone, spiccano infatti due spettacoli dove artisti disabili e normodotati si incontrano e si completano. Il primo – il 5 settembre alle 20.30 all’auditorium Melotti – è “Moby Dick”, una performance nata nelle terre di confine tra danza e installazione dal genio creativo di Chiara Bersani, affetta da una forma medio-grave di osteogenesi imperfetta e acclamatissima protagonista dell’assolo “Gentle Unicorn”. Il secondo – in programma sempre al Melotti il 12 settembre – è invece “Mixed Doubles”, un insieme di duetti che grazie a una poetica raffinata unita a forte fisicità rompono l’isolamento cui spesso sono costrette le persone, in questo caso gli artisti, disabili. Ma l’inclusività della kermesse non finisce qui. Oltre a garantire la piena fruibilità degli spazi agli spettatori con mobilità ridotta, continua infatti il progetto già attivo da un paio d’anni con l’Ente nazionale Sordi di Trento per l’accessibilità di alcuni spettacoli a un pubblico di persone sorde grazie all’utilizzo dei Subpac, particolari dispositivi nati per esperienze di realtà virtuale che si indossano come zaini e che vibrano al ritmo della musica, permettendo la percezione sonora attraverso il tatto, forniti a Oriente Occidente da Virtual Gaming di Rovereto. L’edizione 2021 si caratterizza poi per un’altra bella novità, ovvero l’attivazione di una nuova sperimentazione per rendere accessibili attraverso audio-descrizione alcuni spettacoli ad un pubblico di persone cieche, grazie alla collaborazione con ABC Irifor del Trentino e associazione Fedora. Nello specifico lo spettacolo “Diptych. The missing door & The lost room” di Peeping Tom sarà accessibile a entrambi i pubblici, ovvero alle persone cieche e alle persone sorde. Tutti i progetti legati all’accessibilità di pubblici con disabilità sono sostenuti grazie al progetto che vede Oriente Occidente partner della più grande rete Europea su questi temi: Europe Beyond Access, finanziato da Creative Europe.
Info e prenotazioni su orienteoccidente.it