A proposito di staminali

Autori:Redazione

Data: 01/08/04

Rivista: agosto 2004

Segnalati da un lettore, abbiamo scaricato dal numero 63 di “Cellule Staminali”, sito dell’ADUC (www.aduc.it/dyn/), Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori, 2 articoli nella versione liberamente stampabile. Fanno il punto sull’utilizzo di cellule staminali a scopo terapeutico, un argomento capace di suscitare in Italia le più accese discussioni tra chi vorrebbe una legge aperta alla sperimentazione e chi vorrebbe quasi vietarla. Tanto per dire, ai primi di luglio durante una trasmissione sportiva in TV, presenti giornalisti, onorevoli, artisti ed altre personalità, si è arrivati agli insulti tra l’onorevole Biondi e il famosissimo genetista Antinori. Quest’ultimo rimproverava con parole molto dure il primo per aver dato in Parlamento il proprio voto ad una pessima legge sulla clonazione. Biondi rimandava, con espressioni altrettanto pesanti, al mittente le accuse in un crescendo rossiniano culminato tra i due con la promessa di reciproche sberle! Pare infatti che la legge varata di recente dal nostro Parlamento sia tra le più restrittive tra quelle messe a punto in tutti gli altri Paesi d’Europa. Non per nulla a metà luglio sono stati depositate le richieste per quattro referendum abrogativi. Questo articolo ed un altro nelle pagine interne alimenteranno nuove perplessità e polemiche anche tra i lettori di pro.di.gio. ma riattizzeranno anche molte fiammelle di speranza. WLF

Cina. L’artigiano delle staminali e il sogno di Beijing

C’e’ un neurochirurgo, operante presso il Chaoyang Hospital, che viene continuamente sottoposto a critiche severe perché aiuta le persone paralizzate utilizzando cellule staminali fetali.
Nella città di Beijing (è il nome cinese di Pechino, la capitale della Cina) Huang Hongyoun si dedica al suo lavoro con la pazienza tipica di ogni artigiano, fra mille telefonate di routine, articoli di aggiornamento e le domande dei colleghi che si chiedono dove arriverà. Centinaia di famiglie con membri paraplegici arrivano dagli Usa, dal Giappone, da Singapore lasciandosi dietro le illusioni già spezzate, con la determinazione e la convinzione che qualcosa di nuovo accadrà.
Huang crede che le paralisi non siano una disgrazia irreversibile. Negli ultimi cento anni non molti scienziati hanno osato supporre tanto. Ma il ricercatore 48enne sa che la biologia è una scienza strana. Sa che il corpo umano non sempre reagisce come ci si aspetterebbe e sa che il sistema nervoso può essere rigenerato solo grazie ai meccanismi che ha alla sua origine. Per questo da un paio di anni utilizza delle particolari cellule staminali nervose fetali; le coltiva e le seleziona, poi le impianta nei pazienti. Il risultato? 450 operazioni in due anni e 1000 pazienti in lista di attesa. “All’inizio ero piuttosto scettico”, spiega il dott. Paul Cooper, chirurgo alla New York University School of Medicine. “Poi ho visto che molte delle persone che andavano lì non riuscivano nemmeno a tenere un oggetto fra le mani, ma dopo l’operazione erano in grado di farlo”.
Molti pazienti, nel momento in cui viene comunicato loro che non potranno più camminare, sprofondano nella disperazione del domani. Tutto ciò che veniva dato per scontato: leggere un giornale, aprire una bottiglia di coca, alzarsi di notte per il gusto di farlo, ora diventa il supplizio del privilegio che e’ stato portato via. Un giorno e’ lungo quanto un anno, e un anno diventa un eternità. “Centinaia di persone alla fine, dopo i più disparati tentativi di riabilitazione vengono da me e mi chiedono ‘dovrei andare a Beijing?” spiega il dott. Wise Young, neuroscienziato della Rutgers University che ha osservato a lungo il lavoro di Huang in Cina. “In genere dico loro che dovrebbero aspettare prima di correre dall’altra parte del mondo a cercare speranze. Ma d’altronde c’è molta disperazione nei loro occhi…”

Secondo Young il metodo di Huang è inusuale rispetto ai trapianti di staminali. È un metodo poco invasivo e decisamente “modesto” per quanto riguarda le quantità di cellule iniettate. In sostanza Huang estrae delle particolari staminali neuronali chiamate olfactory ensheathing glial cells (OEG) da feti abortiti durante il secondo trimestre di gravidanza. Queste cellule si trovano principalmente nel naso e alla base del cervello, e sono le uniche staminali neuronali che si rigenerano sempre nell’arco della vita. Quelle fetali però, sono ovviamente più potenti di quelle adulte e quindi più adatte a interventi di ristrutturazione completa del midollo spinale. Il team di Huang le estrae, le pone in coltura e una volta pronte ne inietta circa un milione nelle zone direttamente danneggiate. I pazienti, dopo soli due o tre giorni dall’intervento registrano già sensazioni al tatto e alcuni abbozzano piccoli movimenti. “È veramente difficile da spiegare”, ammette lo stesso Huang “È così veloce, così inaspettato per essere una rigenerazione nervosa. C’è un meccanismo alla base di tutto ciò onestamente non so spiegare come funzioni per davvero, ma aiuta le persone e questo mi basta”.

I cinese a volte sanno cogliere gli aspetti più interessanti e promettenti dell’”approssimazione” scientifica, e questo permette loro di superare limiti scientifici ancora lontani per i Paesi concorrenti. Ma la loro legislazione è molto più blanda, molto meno invasiva del dettaglio, e questo ovviamente lascia ai ricercatori un margine di empirismo stimolante e rischioso al tempo stesso.
Molti esperti statunitensi infatti urgono perché Huang sottoponga le sue tecniche a parametri di sperimentazioni cliniche precisi: controllare, prevenire, evitare, assicurare fino all’estremo le garanzie più totali. Giusto, giustissimo. Ma nel frattempo i quadriplegici, i malati di ASL e le loro famiglie metteranno da parte i 20.000 Usd richiesti per l’operazione e incroceranno le dita sognando di andare a Beijing.

Le staminali e i danni spinali da trauma

Le cellule staminali potrebbero servire non solo a curare la sclerosi multipla ma anche i danni spinali da trauma. Lo ha annunciato il professor Angelo Luigi Vescovi, co-direttore dell’Istituto per la ricerca sulle cellule staminali Dibit dell’ospedale San Raffaele di Milano.
Vescovi, che è anche professore di Biologia cellulare del dipartimento di scienze biologiche e biotecnologia dell’università di Milano Bicocca, spiega come “ci siamo occupati dei danni post-traumatici del midollo spinale, che si annoverano tra le patologie neurologiche più devastanti nella specie umana. L’incapacità delle cellule danneggiate a rigenerare ha spinto i ricercatori del nostro gruppo ad individuare terapie sostitutive in cui si ipotizza il trapianto di cellule da donatore, al fine di ricostruire anche solo parzialmente i circuiti danneggiati e ripristinare parte della funzione neurologica”.
Ogni anno in Italia, per l’Istituto di riabilitazione, si registrano circa 1.500 nuovi casi di lesione del midollo spinale di tipo traumatico che vanno ad aggiungersi ai 30.000 già esistenti. La ricerca non ha sviluppato proposte terapeutiche significative con trattamenti farmacologici-riabilitativi, purtroppo non risolutivi.

La rigenerazione, per il Montecatone Rehabilitation Institute -che ha organizzato un convegno ad Imola con Vescovi – “rimane l’unica speranza per il recupero funzionale dal danno al midollo spinale”. Per l’Istituto, diversi esperimenti di trapianto di midollo spinale fetale, condotti in modelli animali e miranti a riempire la cavità post-traumatica con un ponte di superamento della zona lesionata, hanno mostrato che le cellule staminali embrionali crescevano e si fondevano in modo ottimale con il midollo dell’ospite, anche se la loro differenziazione dipendeva dall’intervallo temporale tra lesione e trapianto.
“L’uso di queste cellule solleva questioni etiche e difficoltà pratiche di reperibilità, sopravvivenza, crescita, capacità migratoria, differenziamento. Il futuro valuterà se il tessuto così riparato fornirà, poi, un substrato sufficientemente atto a sostenere la rigenerazione spinale attraverso il sito di lesione”.

precedente

successivo