Intervista a Gianni Morelli, responsabile dell’Ufficio Disabilità e al dott. Andrea Di Nicola, ricercatore e referente per le problematiche sulla disabilità della facoltà di Giurisprudenza di Trento.
Quando nasce il Servizio Disabilità gestito dall’Opera Universitaria?
G.M.: Il Servizio nasce nel 1999 per un obbligo di legge il quale prevede che tutte le università nominino un delegato per i problemi collegati alla disabilità. Un altra direttiva che abbiamo soddisfatto era quella di dotarsi di un apposito ufficio per individuare le misure atte a favorire la frequenza delle persone con disabilità e risolverne i relativi problemi. I delegati devono intervenire per politiche specifiche, ad esempio sul piano dello studio personalizzato; chi avesse necessità particolari può rivolgersi allo sportello spiegando le proprie difficoltà e successivamente parlare con i docenti, i quali si sforzeranno di venire incontro alle esigenze che ogni studente può avere. Le problematiche possono essere di vario tipo, come per esempio la difficoltà o impossibilità di sostenere un esame orale. Questo servizio di risoluzione dei problemi e di supporto logistico è indispensabile per rendere accessibile a tutti l’istruzione universitaria.
Andrea Di Nicola è il responsabile per la Facoltà di Giurisprudenza, da quanto tempo ha questo compito e come si coordina con i colleghi delle altre facoltà e con il delegato del rettore?
Le riunioni tra i responsabili sono costanti, indette e dirette dal delegato del rettore, attualmente il prof. Paolo Macchi. Presso l’Opera universitaria c’è inoltre un responsabile dell’Ufficio Disabilità, un ulteriore collante tra tutti i delegati di facoltà.
A.D.N.: Ricopro ormai questo ruolo da diversi anni. Poco dopo aver preso servizio come ricercatore in criminologia presso la Facoltà di Giurisprudenza nell’anno accademico 2003- 2004, l’allora preside Toniatti mi chiese di assumere questa delega. Ne fui onorato. Credo che sia un compito importante e contribuisca realmente a dare concretezza al diritto allo studio.
G.M.: Assieme al delegato del rettore ci incontriamo almeno due volte all’anno per vedere se ci sono nuovi campi su cui intervenire, se si sono presentate delle situazioni da monitorare, per condividere problematiche e per confrontarci sui i progetti in evoluzione.
Sul piano delle barriere architettoniche le nostre strutture universitarie sono all’avanguardia in quanto moderne, ristrutturate ed accessibili.
Siamo attrezzati anche per accogliere studenti negli alloggi domotici, venendo incontro alle loro esigenze con sussidi tecnologici e nuove realtà che sono collegate a disabilità diverse.
Riguardo ai disturbi specifici dell’apprendimento, per esempio la dislessia, seguiamo la legge del 2010: prima d’allora nulla di specifico obbligava l’università a prendere contromisure per garantire a tutti gli studenti le migliori condizioni.
G.M.: Per far fronte a disturbi specifici è necessario organizzare le soluzioni alle problematiche e portarle a conoscenza dei docenti, che talvolta si ritrovano impreparati ad affrontarle. In particolare nelle materie linguistiche possono esserci persone dislessiche e tale problema è affrontabile attivando il gruppo di lavoro d’ufficio in collaborazione con il laboratorio di scienze.
Assieme, coniugando l’esperienza del Cial e la professionalità del servizio, si possono ipotizzare modalità alternative per sostenere gli esami di lingua e dare le adeguate informazioni ai richiedenti.
Giustizia non significa dare a tutti lo stesso, ma eliminare gli ostacoli che impediscono alle persone di raggiungere i propri obiettivi.
Quali misure sono state adottate per favorire l’inserimento degli studenti disabili? Sia dal punto di vista delle barriere fisiche, sia per le possibili difficoltà di apprendimento, ad esempio per la dislessia.
A.D.N.: È l’Opera Universitaria di Trento a gestire il Servizio Disabilità della nostra Università, in stretta collaborazione con i delegati per la disabilità presenti in ciascuna delle facoltà dell’Ateneo. I servizi possono essere utilizzati dai nostri studenti affetti da disabilità che segnalano la propria situazione. Ci sono sempre più studenti con disabilità che lo fanno.
Si cerca di fare tutto il possibile per eliminare ogni tipo di barriera fisica: ognuno di noi delegati in facoltà fa questo, valuta costantemente se ci siano ostacoli architettonici, e non solo, da eliminare.
Più in generale poi, oltre alle agevolazioni economiche per gli studenti con invalidità molto serie, vengono offerti una molteplicità di servizi: dall’accoglienza, all’accompagnamento (sia per le lezioni, che per esami, in biblioteca, per le pratiche burocratiche, ecc.) ad opera di studenti coinvolti nel progetto delle 150 ore.
Anche per quanto riguarda gli alloggi e i posti letto riservati vengono proposte soluzioni personalizzate: alcuni spazi sono dotati di tecnologie domotiche, ed anche ausili didattici e tecnici specifici per non vedenti, ipovedenti e per non udenti.
Con riferimento a questi ultimi, per gli esami orali, è attivo un servizio di traduzione nella lingua dei segni in collaborazione con l’Associazione “Talking Hands”. Esiste poi anche un servizio help telefonico, attivo 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, pensato e dedicato agli studenti disabili alloggiati nelle strutture dell’Opera Universitaria di Trento.
Come rivolgersi per chiedere assistenza pratica e logistica?
G.M.: Sito opera con i contatti 24 ore su 24, garantendo i servizi base, l’assistenza e la disponibilità per le richieste non previste e cercando sempre di dare risposte specifiche.
Per quanto riguarda la dislessia, è stato istituito uno sportello a cui rivolgersi per informazioni e consulenza su tale problematica e riguardante i problemi di apprendimento in generale. È possibile confrontarsi con personale esperto, chiarire eventuali difficoltà e anche effettuare diagnosi certificabili per ottenere, eventualmente, misure di ausilio che possano favorire l’apprendimento. Lo sportello aiuta chi soffre di questo disturbo a rapportarsi con i docenti, ad utilizzare il materiale didattico e offre consigli nella programmazione di un piano per fronteggiare tutte le difficoltà che si possano presentare.
Va poi segnalato che nel nostro Ateneo esiste anche un servizio di consulenza psicologica.
Le facoltà di Trento rispettano gli standard europei riguardanti l’inserimento universitario di soggetti con difficoltà? Vi sono direttive europee alle quali dobbiamo conformarci ?
A.D.N.: Esistono standard e linee guida della Comunità Europea e delle Nazioni Unite, che cercano di fare in modo che la qualità dell’istruzione e la libertà di scelta diventino una realtà per tutte le persone disabili. Mi sento di poter dire che la nostra Università, con l’aiuto dell’Opera Universitaria, si conforma sicuramente a questi criteri e ne fa la guida costante dalla sua azione in materia. Noi cerchiamo di offrire servizi utili e di qualità, ma questo non vuol dire che non si possa sempre migliorare. Soprattutto dovremo essere sempre più in grado di comunicare che questi servizi esistono a persone che, affette da disabilità, scelgono di non proseguire gli studi. Dobbiamo poi anche lavorare per fare emergere sempre più quei nostri studenti che, affetti da problematiche, non dichiarano i loro problemi e non usufruiscono dei servizi disponibili.
Dal suo punto di vista, nella prospettiva di eliminazione delle barriere nel tentativo di rendere agibile l’istruzione universitaria a tutti, basta poco per raggiungere grandi risultati, o servono grandi sforzi anche per delle piccole conquiste?
A.D.N.: I risultati di quindici anni di attività si vedono. A volte per ottenere un grande risultato basta poco, è sufficiente non chiudere gli occhi di fronte ai problemi e affrontarli, anche a piccoli passi; altre volte ci vuole molto più impegno anche per risultati modesti. Credo che in questo settore valgano entrambe le regole e non si possa generalizzare. Però più si lavora con consapevolezza più si ottengono risultati. Ed è una grande soddisfazione. Quello che è certo è che per arrivare sin qui è servita, e serve ogni giorno, visione, impegno e anche risorse unite a molta determinazione. Tutte componenti essenziali per dare concretezza ad un principio in cui la nostra Università crede davvero.
G.M.: basta poco per fare poco o molto per risultati minimi: entrambe le alternative, spesso è sufficiente porre attenzione ed essere disponibili ad adottare piccoli accorgimenti. Sia la collaborazione, anche minima, di tutti può fare la differenza, altre volte invece sono necessari finanziamenti per opere di ristrutturazione, ma la città di Trento, in generale, è a norma (ad esempio basti citare la predisposizione all’accoglienza, come lo studentato con camere apposite, pensato in collaborazione con i consigli della Cooperativa HandiCREA).