«Secondo voi, il sesso a pagamento è più giustificabile e socialmente accettabile se la persona con disabilità è un uomo, o ha la stessa valenza?»: questo il quesito che anima, dando spunto a molteplici riflessioni, il forum “Abbatti tabù – sesso amore e disabilità”, un progetto curato dall’Ufficio Integrazione dell’Università del Salento e dal Servizio di Consulenza sessuologica alle persone con disabilità dell’Asl di Lecce.
Il forum è organizzato in tre aree: sessualità, affettività e disabilità, servizi del territorio e proposte. Ogni settimana, quindi, vengono pubblicati sulla pagina Facebook e sul forum di “Abbatti tabù” nuovi post, che hanno l’obiettivo di confrontarsi, scambiarsi opinioni e idee sui sopracitati temi. Un luogo virtuale dove regna la libertà d’espressione e dove è possibile, appunto, rompere tabù, stereotipi, curiosità ed emozioni che riguardano il mondo della disabilità.
Il forum è moderato da un gruppo di esperti composto da Sara De Lorenzis (psicologa), Serena Grasso (peer educator), Paola Martino (disability manager), Giulia Piraino (psicoterapeuta) e Massimo Vergari (consulente sessuologo). Ogni messaggio, infatti, è un invito a confrontarsi, a dibattere, a riflettere su tematiche che, purtroppo, troppo spesso non vengono ritenute appartenenti al mondo delle persone con diversità fisiche, sensoriali o psichiche. Un errore madornale, perché sentimenti ed emozioni sono vibrazioni che appartengono alla vita di ciascun essere umano.
Lo ricorda in un recente post anche Sofia Righetti, campionessa di sci/alpino paralimpico, evidenziando la necessità di riscattare il corpo disabile e invitando a riflettere sulla «body positivity, un movimento sociale radicato nella credenza che tutti gli esseri umani devono avere un’immagine del proprio corpo positiva, sfidando le diverse modalità in cui la società rappresenta la fisicità. Centro focale di questo movimento è l’accettazione di tutti i corpi, a prescindere dalla forma e dall’apparenza».
Per Sofia, dunque, non ci sono dubbi: «Nonostante le continue discriminazioni cui è sottoposto dalla moda e dalla società, negli ultimi decenni il corpo disabile ha avuto un grande riscatto grazie alle Paralimpiadi. Si sceglie ancora di mostrare un corpo incasellabile negli stereotipi di bellezza (magro, atletico, sano). La body positivity per essere veramente completa deve includere i corpi delle persone con disabilità, riscattando quell’essere carnali e sessuali che è stato sempre negato a chi usciva da determinati canoni precostituiti. Riscattate il vostro corpo, amatelo, pretendete il vostro essere sexy, uscite allo scoperto, fatevi vedere. Siate orgogliosi di essere ciò che siete».
Interessante e coinvolgente anche il post di Giulia Piraino che affronta il tema delle prime esperienze sessuali, facendo riferimento ad una recente ricerca scientifica. La domanda centra subito il tema: «Prima o dopo i 18 anni? Con persone del vostro stesso sesso o opposto? Com’è stato? Tuttavia la presenza di alcuni stereotipi nella nostra cultura ci porta a pensare che ci sia una differenza tra le prime volte delle persone con disabilità e quelle delle persone normodotate. Se vi dicessimo che questa differenza non è poi così reale?»
A tali discussioni partecipano in tanti, persone con disabilità e non, genitori, amici, professionisti, favorendo uno scambio continuo di considerazioni e contribuendo fortemente ad aprire una finestra d’ascolto su queste tematiche.