Accesso negato al cimitero di Trento

Data: 01/10/10

Rivista: ottobre 2010

È di recente segnalazione, da parte di diversi cittadini della città, che il cimitero di Trento non è accessibile a tutti. Infatti, il montacarichi che dovrebbe permettere a chi non è in grado di muoversi sulle proprie gambe di accedere alla cappella, (a cui altrimenti si accede tramite una scalinata) è da alcuni mesi fuori servizio.

Testimoni di ciò, tra gli altri, i fondatori della nostra associazione (Carlo Nichelatti, Giuseppe Melchionna e Ugo Bosetti tutti su una sedia a rotelle) che andati al cimitero per l’ultimo saluto ad Irene Bosetti, madre del nostro caporedattore Ugo, hanno dovuto accontentarsi di ascoltare l’intera cerimonia dall’esterno, venendo così esclusi dalla partecipazione collettiva. Una situazione inaccettabile, nonché biasimevole. Poter assistere ad una funzione sacra è un diritto importante.

Dover aspettare fuori, magari con il rischio della pioggia, è molto triste ed ingiusto, nonché squalificante per la persona, che arrivata per dare l’ultimo ricordo alla persona cara, si trova estromessa dal rito per la presenza di barriere architettoniche.

Di fronte a questa situazione abbiamo interpellato chi ha il dovere e l’autorità sulla questione: l’ing. Claudia Patton dirigente del Servizio Gestione Fabbricati del Comune del Trento. Ella si è dimostrata molto interessata a questo problema, disponibile ad incontrarci ed esauriente nel rispondere alle domande poste.

Ci ha così assicurato di essere molto sensibile alla questione delle barriere architettoniche, e se ancora non si è provveduto è perché ci sono stati contingenze e rallentamenti concreti, tanto per iniziare il fatto che si trova in carica da soli due mesi, rendendo impossibile agire più rapidamente.

In secondo luogo, il cimitero di Trento è tutelato e soggetto alla Soprintendenza dei Beni Architettonici, la quale deve fornire l’autorizzazione ai lavori ed alle modifiche necessarie per rendere nuovamente libero l’accesso alla cappella.

Se questo ufficio ci dà garanzia di un’attenta valutazione delle proposte risolutive, purtroppo implica anche un tempo di attesa per l’inizio dei lavori molto lungo. La rampa, che la gente richiede a gran voce, sarebbe effettivamente la soluzione più comoda e gradevole, ma non è realizzabile perché si tratterebbe di una soluzione maggiormente soggetta all’usura ed alle intemperie.

L’intenzione della pubblica amministrazione è quella di andare a sostituire il vecchio elevatore, oramai danneggiato dall’usura. Andando ad installare una porta a pavimento con chiusura automatica, un’attrezzatura a norma di legge, garantita per la resistenza all’acqua e degli altri agenti atmosferici. Attualmente, in ogni caso, ci viene detto che l’elevatore non è inagibile, ma soggetto ad una manutenzione, nell’attesa che arrivi l’autorizzazione della Soprintendenza all’avvio dei lavori.

Si sta dunque lavorando, ma bisognerà avere pazienza.

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