Adolescenti e Alcool in Italia

Data: 01/02/18

Rivista: febbraio 2018

Categoria:Disagio e inclusione

 

In un incontro presso l’Aula Kessler dell’Università di Trento, sono stati presentati i dati della terza edizione della “Ricerca nazionale Adolescenti e Alcol”, sostenuto dalla Società Italiana Medicina dell’Adolescenza (SIMA) e compiuta dall’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool in collaborazione con il Laboratorio Adolescenza di Milano e il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Trento.
Il seminario prende il via nella “Settimana della Sociologia”, su iniziativa dell’AIS per dare maggior visibilità al contributo che la sociologia italiana ha sul nostro territorio. 
L’apertura dei lavori, alle ore 9.00, ha visto come protagonisti il professore Mario Diani, Direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’università di Trento e la Dottoressa Sara Ferrari, Assessora alle Politiche giovanili della Provincia Autonoma di Trento per poi lasciare spazio, alle 9.30, al professore Enrico Tempesta, Presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani e l’Alcool per introdurre la giornata di studio ai presenti, arrivando, poi, ad approfondire il tema del bere giovanile e le prospettive socio-epidemiologiche utili ad osservare il vissuto dei ragazzi e le misure atte a contrastare l’abuso di alcool. 

La terza indagine nazionale si concentra su ragazzi e ragazze delle scuole medie, indaga le loro conoscenze, atteggiamenti e le opinioni nei confronti di questo tema. Una fotografia dei giovani accurata, resa possibile attraverso 1982 questionari compilati in diverse città italiane, campionate per area geografica e dimensione delle stesse. L’indagine, oltre che a dare conferma di indicazioni già, in parte, note, esplora anche un nuovo fenomeno e cioè l’approccio precoce di alcuni giovani a fattori di rischio che prima erano relegate a fasce d’età più avanzata. Dalla ricerca si evince come uno di questi fattori sia “la precoce stimolazione alla gratificazione immediata” che spesso, purtroppo, viene alimentata dalle nuove tecnologie digitali sempre più accessibili e persuasive in età precoce. Tutto questo impone un’attenzione esclusiva sulla prevenzione da sostanze come alcool e droghe ai comportamenti, spesso compulsivi, di divertimento che sono ormai propri della generazione dei cosiddetti “nativi digitali”.

 

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