Al via i lavori per la Casa Hospice di Trento

Data: 01/12/14

Rivista: dicembre 2014

In occasione della posa della prima pietra la Fondazione ha organizzato per sabato 15 novembre una “carriolata giocosa”, con la partecipazione della comunità sul cui territorio sorgerà la struttura, di Patrimonio Trentino spa che cura la costruzione, delle autorità civiche trentine e dei responsabili dell’Azienda sanitaria.

Nonostante la giornata piovosa una folla si è ritrovata in piazza Europa a Madonna Bianca. Tutti assieme, con carriole, badili e picconi con una breve passeggiata, a suon di musica, si è raggiunto il cantiere dove il presidente della Fondazione Geremia Gios, assieme al presidente della Provincia Ugo Rossi, al sindaco di Trento Alessandro Andreatta, a una volontaria, un giovane ragazzo ed un entusiasta bambino hanno posato il primo mattone delle fondamenta della nuova casa.

Proprio a Madonna Bianca, in località Malpensada, a fianco alla Casa del Sole, Patrimonio Trentino spa costruirà l’hospice di Trento.

Sarà una casa confortevole e accogliente, in cui operatori sanitari, volontari e familiari possano prendersi cura della persona malata e della sua famiglia, alleviando il dolore e controllando gli altri sintomi, assistendo nelle necessità, sostenendo psicologicamente, valorizzando la dignità e l’individualità di ciascuno.

Saranno 10 le camere, poste al primo piano della struttura, dedicate ai pazienti. Il piano terra sarà invece dedicato all’assistenza palliativa e antalgica in regime di day hospital.

All’hospice il malato può continuare a vivere la propria vita, nonostante la grave malattia, assistito da persone preparate e sensibili. La Casa Hospice infatti è un luogo di “sosta” per il malato e per la famiglia in momenti di particolare fatica e stress, quando l’assistenza a domicilio non è possibile. L’obiettivo principale dell’approccio palliativo, infatti, è la promozione della miglior qualità di vita possibile, attraverso il controllo dei sintomi e la costante attenzione per i bisogni fisici, psicologici, sociali e spirituali. Grande importanza è riservata alla presenza umana e alla relazione, per la valorizzazione dell’unicità dell’individuo e dell’irripetibilità del momento vissuto. Ogni persona è presa in cura da un’équipe interdisciplinare, composta da medici, infermieri, OSS (operatori assistenziali), psicologi e da tutte quelle figure che possono essere di aiuto per rispondere ai bisogni dell’ospite e della famiglia.

Le persone in fase avanzata di malattia, oltre ad assistenza medica, hanno bisogno di tempo, comprensione e vicinanza umana che soprattutto i volontari possono garantire. Seguiti da tutor e dalla psicologa della struttura sono in grado di dedicare questo tempo “di cura” per parlare, ascoltare o semplicemente per stare loro accanto. Consapevole dell’importanza della figura del volontario, la Fondazione Hospice Trentino Onlus – nata nel 2007 per volontà di persone che hanno conosciuto l’esperienza di malattia appoggiate con forza della Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale – oltre ad aver seguito la progettazione della nuova struttura e a prepararne ora la gestione, si è assunta il compito di cercare, formare e attivare i volontari. Oggi sono una ventina le persone che dedicano un po’ del loro tempo a diretto contatto con le persone ammalate in hospice o a casa, o si impegnano in attività di sportello e di raccolta fondi. Infatti la Fondazione non ha bisogno solo di volontari a diretto contatto col malato e la famiglia, ma anche di chi vuole cimentarsi in attività di cura dell’ambiente in cui la persona è assistita o funzionali all’organizzazione (curare fiori, fund raising, reception), e nella promozione culturale e informativa sulle Cure Palliative.

Diffondere la Cultura delle Cure palliative e della dignità del vivere pienamente e con la miglior qualità di vita tutto il proprio tempo è infatti obiettivo principale della Fondazione.

Riserva di prognosi

Un’oncologa si ammala di cancro e interroga la sanità

Un altro appuntamento importante per la Fondazione Hospice Trentino Onlus è stata la pubblicazione di Riserva di prognosi – Un’oncologa si ammala di cancro e interroga la sanità.

È la storia della dottoressa Barbara Soini che a 44 anni scopre di avere un cancro con prognosi severa e, da paziente, rivede situazioni, aspettative, necessità fino a quel momento registrate da medico curante. Ritiene che la propria esperienza e lo ‘sdoppiamento’ della lente con la quale rivedere il cammino di un paziente oncologico (ma non solo) possa servire a chi, direttamente o indirettamente, si trovi ad affrontare una malattia di questo tipo.

Il libro (Ed. Erickson) scritto da Milena Di Camillo e Loretta Rocchetti è stato presentato il 14 novembre a Trento a Palazzo Geremia, davanti a oltre duecento persone.

“Riserva di prognosi” non è un libro “contro” qualcuno o qualcosa. È invece una proposta – rivolta ad operatori sanitari, pazienti oncologici, familiari di qualunque luogo o struttura – di riflessione e, questo sì, di stimolo a non ‘accontentarsi’ di schemi, prassi e ‘certezze’ acquisite. E a non fermarsi mai, anche quando ci si senta dire ‘questo non è possibile’.

Il libro, arricchito dalla prefazione di Laura Campanello, nella prima parte è la ‘cronistoria’ clinica e umana di Barbara, una sorta di ‘diario di viaggio’, raccolto durante le conversazioni: Barbara parla da medico ma anche da paziente, testimoniando scoperte sia negative che positive e sollevando alcuni interrogativi.

La seconda parte propone un’intervista a Barbara, la testimonianza di suo marito Franco e l’intervista a Francesco e Antonella, colleghi e amici di Barbara. La terza parte è dedicata all’approfondimento di alcuni temi-chiave emersi nel dialogo con Barbara e alla riflessione tra esperti nazionali che, a vario titolo, hanno esperienza specifica in materia oncologica o, più in generale, sanitaria. La conclusione, articolata tra cultura, etica e filosofia, è di Loretta Rocchetti.

Il ricavato della vendita del libro e i diritti d’autore andranno a sostenere la Fondazione Hospice Trentino onlus, di cui Barbara Soini faceva parte e di cui sono socie le stesse autrici.

“Riserva di prognosi” è reperibile nella sede della Fondazione (via Dordi 8 a Trento tel 0461/239131) e nelle librerie della città.

 

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