Al via l’Assegno di Cura per le persone non autosufficienti

Data: 01/12/12

Rivista: dicembre 2012

L’assegno di cura “per prendersi cura” è il messaggio della campagna promossa dall’Assessorato alla salute e politiche sociali per diffondere la conoscenza di questo nuovo strumento, previsto dalla legge provinciale n.15 del 2012 in materia di tutela delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, approvata lo scorso luglio dal Consiglio provinciale. Hanno diritto all’assegno di cura le persone che già percepiscono l’indennità di accompagnamento residenti in provincia di Trento da almeno tre anni. Le domande per ottenere l’assegno di cura sono aperte dal 5 novembre presso l’Agenzia per l’assistenza e la previdenza integrativa (APAPI), i patronati di zona oppure agli Sportelli di assistenza e informazione al pubblico della Provincia autonoma di Trento. Con la presentazione della domanda viene valutato l’indicatore della condizione economica (Icef) e in caso di valore Icef inferiore a 0,28 si avrà diritto al pagamento del nuovo assegno di cura. Quindi l’Azienda provinciale per i Servizi sanitari comunicherà il momento per la visita di accertamento, attraverso la quale stabilire il livello di gravità e definire il piano di assistenza.

L’assessore Ugo Rossi ha delineato nel dettaglio la genesi e le caratteristiche di questo nuovo strumento.

Come nasce la legge per la tutela delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie?

Il punto da cui siamo partiti è il seguente: qual è il posto migliore dove una persona, potendo scegliere, vorrebbe essere curata e assistita in caso di grave disabilità? La propria casa, vicino agli affetti di una vita, evitando sradicamenti dolorosi.

In questi anni, come assessore alla salute, ho conosciuto molte persone che, pur ammalate o in stato di grave disabilità, portano avanti con grande dignità la propria vita. Persone che affrontano, magari con margini limitatissimi di autonomia, innumerevoli difficoltà e problemi quotidiani con una grande forza d’animo. Sono stato anche colpito dall’impegno di molte famiglie nell’assistenza del proprio caro. Famiglie provate, oltre che dalla sofferenza personale, da impegni assistenziali sempre più insostenibili, che si fanno scrupoli a chiedere un supporto esterno, come se questo potesse essere interpretato come disinteresse nei confronti del proprio congiunto. Famiglie che non possono e non devono essere lasciate sole ma che necessitano di assistenza e aiuto. Abbiamo perciò deciso di intervenire con un importante sforzo, ritenendola una priorità assoluta. Anche alla luce della persistente crisi economica che morde chi è più in difficoltà.

Cosa prevede nello specifico questa legge?

“La legge promuove concretamente l’assistenza delle persone ammalate attraverso il potenziamento dei servizi domiciliari e l’erogazione di una nuova provvidenza economica, l’assegno di cura. Servizi domiciliari necessari non solo a salvaguardare la dignità delle persone, garantendo supporto per le basilari azioni quotidiane, ma anche prestazioni di natura sanitaria.

Servizi sociali e sanitari erogati dalle Comunità di Valle, dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari, dalle residenze sanitarie assistenziali, dalle cooperative sociali e dalle associazioni. Un patrimonio di conoscenze ed esperienze di inestimabile valore, con standard di servizi di elevatissime qualità. Quando abbiamo deciso di rafforzare l’area dell’integrazione dei servizi sociali e sanitari, davanti ai timori di una “sanitarizzazione” dei servizi, rispondevo affermando la fondamentale importanza della presa in carico sociale della persona, del suo sentirsi accolto e seguito, indipendentemente dalla natura delle prestazioni. È in un certo modo, l’anima dell’intervento, che per tecnico possa essere, non può non avere una forte valenza umana e relazionale. Servizi sociali e sanitari presenti capillarmente su tutto il territorio provinciale, e ancor più da implementare per rispondere al meglio ai bisogni e alle aspettative delle persone. L’altra novità riguarda appunto l’assegno di cura che consiste nell’erogazione di una somma di denaro o, in un secondo tempo, di buoni di servizio per l’acquisto dei servizi necessari all’assistenza della persona non autosufficiente”.

Quali sono i punti di forza del nuovo assegno di cura?

“Vogliamo innanzi tutto garantire un aiuto alle famiglie che già oggi hanno in casa una persona non autosufficiente, ovvero cercare di favorire il più possibile la domiciliarità a fronte di un invecchiamento della popolazione che non può non destare qualche preoccupazione. L’assegno di cura vuole anche essere un’occasione per innescare un processo di miglioramento del nostro sistema di welfare, valorizzando l’apporto dei soggetti del privato-sociale nel settore dei servizi rivolti a persone non autosufficienti e alle loro famiglie: per questa misura, che si aggiunge ai 77 milioni dell’indennità di accompagnamento, sono stati messi a bilancio circa 12 milioni di euro, sono risorse importanti che speriamo si trasformino in occasioni di crescita del lavoro e dell’occupazione. Infine, il terzo elemento, è che questo provvedimento è una buona prova dell’autonomia e della politica: si tratta di una legge approvata a larga maggioranza dal Consiglio provinciale la scorsa estate e già attiva, grazie a un grande lavoro svolto dai collaboratori dell’Azienda sanitaria”.

Per quali finalità può essere impiegato l’assegno di cura?

“Come detto l’assegno di cura può consistere in una somma di denaro o, successivamente (probabilmente nel corso del 2013), in buoni di servizio per l’acquisizione di servizi sociali e sanitari. Tali somme garantiscono il miglioramento delle condizioni di vita della persona non autosufficiente. La cura di una persona non autosufficiente a casa, volendo qui fare un discorso economico, risulta essere oggi particolarmente onerosa per la necessità dell’assistenza spesso sull’intero arco della giornata. Tante sono le spese da sostenere: retribuire le assistenti familiari (più note come “badanti”), coprire la compartecipazione del cittadino ai servizi dei centri diurni, acquistare medicinali, farmaci e presidi sanitari. Può anche essere usato come riconoscimento per l’attività prestata dai famigliari nell’assistenza del proprio caro. Attività che sappiamo essere estremamente impegnativa, sia psicologicamente che fisicamente, e che probabilmente ha comportato la rinuncia a diverse opportunità od occasioni, anche professionali”.

Che tipo di controlli ci saranno?

“Abbiamo preferito un approccio non burocratico legato alle fatture, alle certificazioni delle spese, ma alla sostanza. Quel è la finalità che abbiamo voluto perseguire con l’assegno di cura? Il miglioramento dell’assistenza delle persone non autosufficienti a casa. Come si verifica il perseguimento di questa finalità? Valutando lo stato della persona nel tempo, il miglioramento delle sue condizioni, la sua “qualità” di vita, alla luce dello stato di partenza. Inoltre pensiamo che diversi professionisti e operatori entreranno nelle case delle persone non autosufficienti per l’erogazione di servizi sociali e sanitari e anche questo sarà un prezioso momento di valutazione sul campo”.

Quali saranno gli importi dell’assegno di cura?

“A ciascuna persona, in seguito all’accertamento positivo dello stato di non autosufficienza, verrà associato uno dei quattro livelli di gravità. Per ciascun livello, in base alla valutazione dell’indicatore della condizione economica, sono previsti diversi importi dell’assegno di cura che vanno da 80 a 800 euro, con un valore medio stimato di 350 euro. Somme che riteniamo possano essere d’aiuto per l’assistenza e la cura della persona non autosufficiente, soprattutto alla luce del piano di assistenza, redatto da operatori pubblici e che indica e consiglia le modalità di cura e assistenze per quella specifica situazione. Inoltre ricordo che l’assegno di cura si aggiunge all’indennità di accompagnamento. La decorrenza dell’erogazione, per coloro che faranno domanda fino al 31 dicembre 2012, è retrodatata al primo settembre 2012, con significativi vantaggi in termini monetari”.

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