Alcool e guida: come sono visti dai ragazzi

Data: 01/02/12

Rivista: febbraio 2012

Data: 01/02/12

Rivista: febbraio 2012

Nel corso di questi mesi noi volontari dell’associazione Prodigio, insieme al nostro presidente Giuseppe Melchionna, abbiamo rinnovato l’ormai consueta occasione di confronto nelle scuole sui temi degli incidenti alcool correlati. Quest’anno gli incontri hanno coinvolto alcune classi superiori trentine. Si sa che a quell’età, si è facilmente condizionati dal mondo degli “adulti”, i quali spesso non ricalcano proprio un esempio da seguire.

Il liceo è un ambiente eterogeneo e il confronto fra compagni è sicuramente fonte di nuove esperienze e di crescite personali. Talvolta capita però che dal confronto si passi al conformismo e quando c’è pure di mezzo la pratica del bere, divenuta ormai irrinunciabile, i risultati non possono che essere una collettiva voglia di esagerare.

Come collaboratori di Prodigio ci siamo già da tempo confrontati coi temi dell’alcool e della guida attraverso la redazione di articoli sul nostro bimestrale, incontri e convegni. Trattare di questi temi da un punto di vista, in qualche modo distante, non è la maniera migliore per affrontarli. Capita che si parli del problema dell’abuso di alcolici come di qualcosa che ormai esiste e che sia difficile da sconfiggere. Oppure ci si abbandona alla facile illusione che basti investire in gigantesche campagne di prevenzione. Ma la realtà ci dimostra che poco o nulla cambia, infatti le pagine di cronaca continuano a sfornare tristi storie di incidenti stradali e il binomio giovani e alcool è divenuto oramai uno dei tanti luoghi comuni.

Sì, il problema esiste, è reale, ma è il modo con cui si pretende di risolverlo che è distante dalla realtà.

Entrando per la prima volta nelle classi il nostro sentimento prevalente era la curiosità per la nuova esperienza, ma ad essere onesti, avevamo anche timore che il nostro intervento non fosse accolto con l’interesse sperato.

Il nostro compito era quello di seguire Pino nel suo confronto coi ragazzi sui problemi alcool correlati, gestendo la proiezione di video educativi, distribuendo questionari e talvolta proponendo argomenti di dibattito.

I volti timidi e un po’ assopiti di questi ragazzi e ragazze hanno lasciato il posto allo stupore e alla curiosità durante il sincero racconto, che Pino è solito fare, per introdurre l’ora e mezza di educazione ad una guida responsabile.

La storia tragica dell’incidente subito da Pino è qualcosa che colpisce certamente chiunque, ma quello che i giovani sguardi riescono ad apprezzare maggiormente è la parte in cui si parla della voglia di riscatto, di determinazione nell’abbracciare la propria condizione per poter fare qualcosa per la società e per gli altri. È come se d’improvviso si accorgessero che la cultura individualista in cui si sono trovati invischiati non è l’unica strada percorribile. E Pino né è forse la dimostrazione.

Molti di loro non hanno mai avuto l’opportunità di vedere il problema dell’alcool e dello svago da un angolatura così reale e cruda. La disabilità di Pino infatti, nasce da una serata spensierata come ce ne sono tante. Quelle serate dove tutto è possibile nelle varie fantasie personali, ma di certo raramente ci si sofferma sulle conseguenze negative delle nostre azioni. Semmai ci si abbandona al fatalismo che purtroppo in caso di incidente, risulta un’amara consolazione.

In ogni caso questo non è un problema dei giovani in senso stretto, ma è legato ad una mancanza trasversale e generazionale di educazione. Incontri come questi sono preziosi e lo hanno affermato in più occasioni gli stessi studenti.

Questo fatto ci ha colpito molto, sicuramente è una gratifica al nostro impegno, ma soprattutto testimonia che i primi a chiedere un’educazione completa sono gli stessi giovani. Hanno bisogno di vedere la realtà da molti punti di vista per iniziare a costruirsi un’identità, è una ricerca naturale. A nostro avviso, nel caso dell’alcool, un confronto sincero sul tema è molto più efficace di qualsiasi campagna pubblicitaria di sensibilizzazione. Spesso infatti si lascia ad immagini d’effetto l’arduo compito di cambiare una cultura e un’abitudine che è a sua volta rinvigorita da altrettanti spot che al contrario celebrano la cultura del piacere alcolico.

I video educativi non sono di per sé un cattivo strumento, al contrario la presa che hanno sugli osservatori è molto forte e noi nei nostri incontri ne proiettiamo sempre qualcuno.

Ma è anche vero che la presenza di una musica coinvolgente e delle immagini tragiche di incidenti reali o ricostruiti, non possono da soli sostituire quella che è una necessaria base di confronto e scambio di punti di vista.

Ci siamo accorti che la proiezione di questi video, per essere efficace, necessita di una contestualizzazione del problema e successivamente di uno spazio in cui si possa maturare delle spontanee riflessioni su quanto appena visto. È proprio questo il momento più importante dei nostri incontri. Quelli che fino a poco prima erano semplici spettatori, iniziano a relazionarsi, raccontando esperienze personali, descrivendo ciò che li ha colpiti maggiormente, ponendo domande. Insomma prendono coscienza di sé in relazione al problema del bere alla guida. Si rendono conto che le loro azioni, anche indirettamente, possono coinvolgere gli altri.

Alcune riflessioni dei ragazzi dopo l’intervento di Pino

“Questa testimonianza mi ha fatto venire i brividi, perché pensare che divertendosi si può rischiare di morire o avere problemi in seguito, ti fa passare anche la voglia di uscire con gli amici e divertirsi. Ed io per divertimento non intendo bere o cose simili, ma ridere e scherzare insieme a tutti i propri amici. Riguardo ai video, sono rimasta un po’ incredula, non riesco ad immaginare che possa succedere veramente tutto questo.

È incredibile la forza di volontà che questo signore può avere, nonostante tutte le difficoltà che si trova!”

Valentina

“Mi fa rabbia il fatto che spesso, molto spesso, perdono la vita persone che non hanno colpe. Per colpa di uno poco intelligente e irresponsabile vengono rovinate famiglie. Penso che sia stato bello e utile questo incontro, è stato messo sotto una luce diversa l’argomento che comprende gli effetti dell’alcol sulla guida.”

Luana

“Mi ha colpito molto quest’incontro, sono rimasta un po’ dispiaciuta. Credo che Giuseppe sia un uomo molto forte, perché penso sia bello che abbia trovato un senso alla sua vita dopo l’incidente sconvolgente. Mi è venuta la pelle d’oca mentre ci raccontava la sua esperienza. Vorrei proprio sapere com’è non poter camminare, ma credo sia brutto vedere i tuoi amici correre e fare quello che vogliono, mentre tu sei sulla sedia a rotelle… mi dispiace tanto, sono rimasta senza parole.”

Anonima

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