Quando amicizia, viaggi e solidarietà si incontrano. Da una vacanza in Sri Lanka nel 2001, Mario Liberali, Maurizio Boscheri e un gruppo di amici trentini sono tornati con due convinzioni. Uno: essersi innamorati irrimediabilmente di quei posti meravigliosi. Due: volersi attivare concretamente per aiutare chi lì ci vive, spesso in condizioni di grave disagio e svantaggio sociale. Da queste motivazioni nasce l’associazione roveretana Amici di Casa Mihiri onlus, che da una ventina d’anni si impegna a divulgare e sostenere Casa Mihiri (Mihiri Gedara in lingua originale), una casa famiglia per bimbe e ragazze fondata e tutt’ora supervisionata da Anton Lorenzo Bacci a Walahanduwa, nel distretto di Galle, nel sud dello stato insulare dell’Asia meridionale.
Si conoscono da una vita, Mario e Maurizio. Il primo, manager aziendale; il secondo, artista per la natura. Insieme, hanno girato il mondo. In Sri Lanka vengono a contatto con «un’isola fantastica», racconta Liberali, presidente della onlus, «con tanta natura e tanti parchi». E con un italiano che già opera in quel Paese, portando avanti un progetto di assistenza e scolarizzazione rivolto specialmente alle bambine. Sorge qui la volontà di sostenere questa impresa, parlandone ad amici e conoscenti e raccogliendo fondi.
Cos’è, nel concreto, Casa Mihiri? Una struttura che accoglie una ventina di bambine e ragazze tra i sei e i vent’anni, orfane o provenienti da situazioni famigliari pesantissime, devastanti, anche di abusi. La fascia più debole e indifesa della popolazione. Qui le fanciulle trovano una famiglia allargata, una piccola comunità, che consente loro di frequentare la scuola pubblica e di essere accompagnate in un percorso di recupero fisico ed emotivo. Con l’obiettivo di renderle autonome ed emancipate e permettere loro di aprirsi un futuro migliore. Racconta ancora Liberali: «In qualche caso purtroppo non è andata bene, ma ci piace ricordare i buoni casi di successo: ci sono ragazze che uscite si sono sposate, hanno messo su famiglia; altre sono andate a lavorare, una è entrata in polizia». Soprattutto, nonostante vengano da contesti spesso drammatici, queste fanciulle «hanno un grado d’apprendimento molto alto, sono curiose. Sempre sorridenti e contente. A Casa Mihiri entrano in un ambiente protetto, armonico, colorato, piacevole, dove trascorrere infanzia e adolescenza e seguire serenamente gli studi». Al punto che «ogni volta che c’è un nuovo arrivo, tutte le bimbe fanno cerchio, aiutano la nuova arrivata. È proprio come venissero accolte in una famiglia, dove con il buon senso si cerca di farle uscire dai loro problemi, di rendere loro la vita più normale».
Come si può sostenere il progetto? Una possibilità è fare come Boscheri: «Il mio contributo? Divulgare l’esistenza di questa realtà in Sri Lanka, alle mie mostre. Chi segue la mia arte è spesso diventato sostenitore di Casa Mihiri. Un paio d’anni fa Cristina Sperandio ha scritto la mia biografia “Le parole non servono”: il ricavato è tutto devoluto a Casa Mihiri. Inoltre, i frequenti viaggi in Sri Lanka, dove ci sono bellissimi animali, sono stati fonte d’ispirazione per molti miei quadri».
Si può altrimenti contribuire con un versamento sul conto dell’associazione: tutti i fondi vanno direttamente a Casa Mihiri. Oppure – se c’è la volontà e la possibilità di viaggiare – portando materialmente qualcosa alla struttura. Pandemia permettendo, dopo due anni, Mario e Maurizio torneranno in Sri Lanka a febbraio, per tre settimane. Mai come in questo momento di crisi e sofferenza a livello mondiale – tantopiù dove ci sono povertà e disagi sociali – è ora di sostenere una causa come questa.
Sede Amici di Casa Mihiri Onlus, c/o Mario Liberali, via Dante 28, 38068 Rovereto (TN)
Telefono 349 4424030
Mail info@amicidicasamihiri.org
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