Era il 28 marzo del 1958 quando, a Roma, due mamme diedero vita ad Anffas, associazione nota a tutti per il suo impegno verso i ragazzi affetti da disabilità.
Un’attività arrivata in Trentino nel 1965 e che nella giornata di ieri, sessant’anni dopo quella prima volta in cui qualcuno in terra romana decise di affrontare concretamente il problema, grazie all’ «Anffas Open Day» ha animato le sedi dell’associazione disseminate sul territorio.
Da Corso Buonarroti a via Gramsci, da Trento Nord a Trento Sud, tutti uniti per sensibilizzare su quanto avviene costantemente intorno a noi. I ragazzi si sono dunque messi in gioco mostrando le loro attività a tutti coloro i quali abbiano dedicato anche pochi minuti ad esse, aprendo i centri di Anffas al pubblico. Un’iniziativa importante, come sottolineato dal direttore generale di Anffas Trentino Onlus Massimo Deflorian: «A queste persone viene data un’opportunità importante, quella di dimostrare che la disabilità è sinonimo di una gran voglia di vivere, del condividere ma soprattutto del voler fare. Il messaggio di questa giornata è legato proprio a ciò, oltre a festeggiare un traguardo importantissimo come i sessant’anni di attività. Il nostro motto è “Se non vedo non conosco e se non conosco non considero”, dunque capiamo come dare visibilità a tutto quello che facciamo sia fondamentale».
Ben 30.000 le famiglie seguite da Anffas a livello nazionale, grazie ai mille centri che in Italia si mettono quotidianamente a disposizione per esse. Ed anche in Trentino, dove Anffas si trova in 15 comunità di valle diverse, la mobilitazione è stata importante. Non solo le «porte aperte» nelle due sedi sopra nominate, ma anche l’Aquila Basket ospite ad Aldeno, la giornata sulla neve organizzata al Passo San Pellegrino a Cavalese, il pomeriggio a Casa Serena in compagnia delle famiglie ed altre iniziative a Fiera di Primiero. Insomma, una rete di relazioni e collaborazione attiva su tutto il territorio.
«Un grazie ad Anffas, radicata profondamente nella realtà locale e determinante per far si che tutti capiscano quanto è importante occuparsi del tema della disabilità “dentro” alla società», ha poi spiegato l’assessore provinciale alla salute e politiche sociali Luca Zeni, che nella mattinata di ieri ha portato il proprio saluto alla sede in corso Buonarroti (seguito dopo pochi minuti dall’assessore Sara Ferrari). «La disabilità non deve essere isolata ed anzi, il concetto della diversità l’uno dall’altro ci rende tutti pari e ci permette di vivere in una società dove ognuno è responsabile di chi gli sta attorno», ha evidenziato.
E qualche nuova idea sembra prendere pian piano forma, come la gestione delle aree verdi dinnanzi proprio alla sede di Corso Buonarroti. Un progetto simile a quanto fatto in via Gramsci, con la collaborazione di tutta la comunità nella cura di ciò che è pubblico. Per dimostrare che ognuno può sostenere una giusta causa come evidenziato anche dal simbolo di Anffas, quella rosa blu con il capo reclinato a dimostrazione della difficoltà nel combattere la disabilità, ma superabili grazie al sostegno di famiglie, tutori ed amici.