Angela, classe 1927, è una signora molto gentile ed elegante che da circa 30 anni vive in Trentino. È nata a Cabo Raso, un piccolo paese “fantasma” oggi quasi disabitato e vicino a Trelew, in Argentina nella provincia del Chubut in Patagonia e ancora oggi, pur essendosi integrata perfettamente nella comunità trentina, parla con un accento straniero mescolando simpaticamente italiano e spagnolo.
La sua storia è particolare perché coinvolge più generazioni in quei fenomeni sociali così particolari quali sono l’emigrazione e l’immigrazione.
Angela, infatti, è figlia di un italiano, originario di Reggio Calabria, e di una spagnola emigrati in Argentina; ha sposato un trentino emigrato per lavoro in Argentina e a sua volta è immigrata in Italia seguendo il marito.
Nel 1975 Angela è arrivata in Trentino con la famiglia inizialmente per una vacanza nella terra d’origine del marito poi, siccome il marito aveva trovato lavoro, decisero di rimanere in Italia almeno per 5 anni che diventarono infine per sempre con l’acquisizione della doppia cittadinanza.
La prima permanenza in Trentino per Angela non è stata positiva non per il clima e le persone ma per le montagne. Vi chiederete: perché? La risposta è molto semplice non si aspettava di trovare delle montagne così alte e questo le provocava una sensazione di prigionia, si sentiva morire e non riusciva nemmeno a dormire.
Per fortuna ha potuto raggiungere, con il figlio, il marito a Reggio Calabria dove è rimasta per 3 anni. Qui ha trovato, non solo un territorio quasi uguale al suo paese d’origine ma anche un ambiente amichevole e molto simile a quello argentino ed è incominciata la sua integrazione nella realtà italiana come una qualsiasi casalinga che si prende cura della casa, del marito e del figlio.
Dopo questo periodo a Reggio Calabria la famiglia si è spostata definitivamente a Trento e più precisamente nella frazione di Romagnano, paese di origine della famiglia del marito.
La più grande difficoltà che Angela ha incontrato nel corso dei primi anni di permanenza, come si può immaginare, è stata la lingua, anche adesso, dopo tanto tempo, non parla molto bene l’italiano anche se ormai capisce perfettamente tutto.
È necessario precisare che nei lontani anni ‘80, la rete di associazioni e di strutture che appoggiano oggi gli immigrati non era ancora sufficientemente attiva sul territorio, inoltre è risaputo che i trentini non sono molto espansivi quindi per Angela è stato abbastanza difficile trovare il modo di entrare a far parte della comunità.
Grazie al suo carattere solare Angela è comunque riuscita, in modo del tutto casuale, a costruirsi delle ottime relazioni sia con la gente trentina che con molti immigrati argentini ormai radicati in Trentino.
Angela ritorna spesso in Argentina per trovare gli amici e i parenti ma non per fermarsi, le mancano troppo il figlio, i nipotini, il benessere e il clima. Una curiosità che mette in evidenza lo spirito giovane e dinamico della nostra amica Angela, molto particolare da mettere in luce, è che la nel novembre del 2012, ad 86 anni, è andata nel suo luogo di nascita ma è ritornata un mese prima del previsto perché, a suo parere, le persone argentine da lei frequentate erano troppo anziane e quindi si è chiesta “Che cosa ci faccio in Argentina che ormai sono tutti vecchi?”.