Antropologia della schiavitù

Data: 01/04/04

Rivista: aprile 2004

La schiavitù potrebbe sembrare, quattro anni nel 2.000, un argomento superato. Se però la utilizziamo per analizzare i confini tra libertà individuale ed oppressione nelle società moderne, ne ricaveremo validi spunti per una riflessione.

L’autore del testo, il francese Meillassoux ci offre una meticolosa ricerca etnica, sociologica, storica ed economica di un fenomeno conosciuto purtroppo soltanto nella versione distorta dei celebrati film hollywoodiani (Radici, Via col vento, telenovelas brasiliane), nelle letture strappa lacrime (La capanna dello zio Tom, Ben Hur) e, nei casi migliori, di qualche vago ricordo scolastico.

L’economia schiavista poggia su due settori distinti anche se complementari: un’economia agricola basata sulla produzione di cibo per il sostentamento del gruppo di appartenenza e un’economia di profitto per la produzione di beni di mercato e il reperimento di nuovi schiavi – merce. Dunque la schiavitù come sistema è bloccata in una dinamica sociale dominata dalla violenza e dalla netta scissione tra il momento della produzione economica e il suo naturale complemento, la riproduzione biologica e sociale.

Meillassoux polemizza poi con certi studiosi africani secondo i quali le responsabilità del disastro economico seguito alla decolonizzazione, è dovuto alla distruzione da parte dei bianchi di un presunto “spirito libero della savana” che avrebbe animato i neri prima dell’arrivo degli europei.

Egli ricorda come la schiavitù sia stata un fenomeno documentato già 2.000 anni prima di Cristo. I Faraoni in prima persona razziavano i negri Nubiani (circa l’attuale Sudan) e, ancor prima, altrettanto facevano le aristocrazie guerriere e animiste del Sahel a danno delle circostanti popolazioni agricole o dedite alla pastorizia.

Oggi l’industrializzazione ha cambiato i modi di produrre e commerciare rendendo meno conveniente trasferire la forza lavoro degli schiavi nelle Americhe rispetto ad un loro sfruttamento sul posto mediante la trasformazione degli stessi in operai salariati in grado di mantenersi e consumare a casa propria una parte di quel che producono.

“Antropologia della schiavitù”
di Claude Meillassoux
Copyright 1986.
Gruppo Ugo Mursia Editore – Milano.

precedente

successivo