Dopo più di 25 anni senza novità importanti, finalmente c’è una nuova cura per la leucemia mieloide acuta, una forma aggressiva di tumore del sangue che a cinque anni dalla diagnosi sopravvivono soltanto il 20% dei malati, sia perché spesso progredisce velocemente, sia perché i pazienti anziani non riescono a resistere ai trattamenti piuttosto pesanti che sono necessari per ottenere una guarigione.
«La cura standard per questa neoplasia ha circa 40 anni e lo scenario terapeutico negli ultimi 25 anni non ha subito evoluzioni di rilievo – spiega Giuseppe Rossi, direttore della Struttura Complessa di Ematologia e del Dipartimento di Oncologia Clinica degli Spedali Civili di Brescia – Fino al 2017 la terapia per la leucemia mieloide acuta è sempre stata costituita dalla chemioterapia e dal trapianto di midollo osseo. Ora possiamo usufruire del primo farmaco che, a differenza della chemioterapia e del trapianto, lavora specificatamente solo sulle cellule cancerose di questo tumore particolarmente aggressivo: i benefici clinici della midostaurina, in aggiunta alla chemioterapia, sono evidenti soprattutto per i pazienti la cui leucemia è caratterizzata dalla mutazione del gene FLT3, contro la quale midostaurina è selettivamente diretta. »
La nuova terapia è il primo e importante sviluppo nel trattamento dopo più di 25 anni, la durata media di vita è aumentata da 25 a 70 mesi, con una riduzione del rischio di decesso del 23%, in sintesi il 10% in più dei pazienti può avere una guarigione definitiva.