Ascensori obsoleti e normative di adeguamento

Data: 01/08/15

Rivista: agosto 2015

Ogni giorno quando esco di casa mi trovo a dover affrontare delle difficoltà legate all’accessibilità degli spazi del mio condominio.

Infatti, l’ascensore è costruito su modello anni ‘70 e quindi le porte non sono automatiche e scomode da aprire per una persona con disabilità fisica.

Per fortuna ho sempre qualcuno che mi aiuta in questi spostamenti fuori casa come ad esempio educatori o amici di famiglia, ma purtroppo è venuta meno la presenza di mio zio che mi aiutava molto in questi spostamenti e senza dovermi rivolgere a persone estranee alla famiglia.

La difficoltà principale è legata allo spazio ristretto della cabina. La capienza è di quattro persone ma con una carrozzina ci sta solamente una persona. Questo non mi permette di usare l’ascensore in totale autonomia e di muovermi da solo.

Un’altra criticità che mi fa sorridere è legata al fatto che questo ascensore è accessibile a metà: all’interno ci sono due porte automatiche mentre all’esterno c’è una porta manuale da aprire e chiudere.

Credo che se ci fossero delle porte automatiche, la difficoltà sarebbe risolta e gli spazi risulterebbero certamente più accessibili a tutti. Scrivo questo articolo affinché partendo dai miei bisogni speciali, si possa fare informazione utile a tante persone che si trovano ad affrontare situazioni simili nella vita di tutti i giorni.

Infatti, contrariamente a quanto si pensa, è possibile modificare o adattare anche ascensori obsoleti. Secondo alcune direttive, l’ascensore deve avere una cabina di dimensioni minime tali da permetterne l’uso da parte di una persona su sedia a rotelle. Le porte di cabina e di piano devono essere del tipo automatico e di dimensioni tali da permettere l’accesso alla sedia. Il sistema di apertura delle porte deve essere dotato di idoneo meccanismo, come cellula fotoelettrica o costole mobili, per l’arresto e l’inversione della chiusura in caso di ostruzione del vano porta.

I tempi di apertura e chiusura delle porte devono assicurare un agevole e comodo accesso alla persona su sedia a ruote.

Le porte di cabina e di piano devono essere del tipo a scorrimento automatico questo perché nel caso di situazioni ibride gli ascensori non permettono alle persone con disabilità di muoversi in completa autonomia. Nel caso di adeguamento la porta di piano può essere del tipo ad anta incernierata, purché dotata di sistema per l’apertura automatica come ad esempio si può trovare negli ospedali o in molti locali pubblici, uffici comunali o provinciali.

In tutti i casi le porte devono rimanere aperte per almeno 8 secondi e il tempo di chiusura non deve essere inferiore a 4 secondi, per poter permettere alle persone con ridotta mobilità di entrare o uscire in sicurezza.

Passando ora alle indicazioni di stampo più normativo, abbiamo detto che l’ascensore è un meccanismo complesso, che deve soddisfare molti requisiti di sicurezza. Il progettista o il committente non definisce le caratteristiche di prodotto, ma è chiamato a scegliere l’impianto adeguato in funzione delle caratteristiche principali.

Rimandiamo ad una rilettura puntuale della Normativa per l’Accessibilità – il DM 236/89 art. 4.1.12 e 8.1.12 – per capire quali sono le richieste e le ragioni delle prescrizioni normative, mentre riportiamo per punti le indicazioni basilari alle quali gli impianti ascensori devono attenersi.

Ricordiamo, inoltre, che per la normativa l’ascensore rappresenta la soluzione primaria per il superamento dei dislivelli.

Vediamo in sintesi i requisiti base:

  • dimensione della cabina: la norma indica dimensioni minime per accogliere la persona in carrozzina, minori in caso di adeguamento, medie per gli edifici residenziali, maggiori per gli edifici ad uso pubblico. Ovviamente la dimensione della cabina deve essere dimensionata anche in base ad altri fattori, ad esempio flusso di persone e spesso è necessario prevedere ascensori di dimensioni anche maggiori di quelli indicati dalla norma.
  • porte di cabina e di piano: del tipo scorrevole e automatiche, quelle migliori, con minor ingombro e senza bisogno di intervento da parte dell’utente. La porta deve essere posta sul lato corto della cabina, per sfruttare al meglio lo spazio, senza richiedere alla carrozzina la necessità di compiere manovre interne. Posizionare le porte in modo contrapposto, tra quella in ingresso e quella in uscita dalla cabina, permette alla persona in carrozzina di entrare e uscire senza dover fare manovre “a marcia indietro”.
  • piattaforma di distribuzione: lo spazio davanti alla cabina deve essere ampio per permettere le manovre di ingresso/uscita e lo spostamento verso i corridoio di distribuzione. Porre attenzione, inoltre, al rapporto tra tale spazio e le rampe di scale in discesa, per evitare situazioni di pericolo.
  • bottoniere: particolare attenzione è data alla bottoniera in cabina e al piano, deve essere ad un’altezza raggiungibile anche dalla persona di bassa statura o in carrozzina, ma allo stesso tempo essere percepibile da tutti con tre tipi di attenzioni: caratteri ampi ben contrastati e facilmente leggibili, caratteri a rilievo e indicazioni in braille. Attenzione però, non tutti i non vedenti conoscono il braille, mentre per molti lettere e numeri di piano in rilievo sono facilmente riconoscibili.
  • campanello di allarme: gli aspetti di sicurezza sono molto importanti negli ascensori, anche quelli legati alla possibilità, in caso di guasto, di inviare una “chiamata di aiuto”, per questo è necessario che, oltre al pulsante di arresto ci sia un “campanello di chiamata” con segnale luminoso, per avvisare, anche chi non sente, che la chiamata è stata inviata e un citofono. Ormai è obbligatorio un telefono che metta in comunicazione la persona all’interno della cabina, con un centro di assistenza. Obbligatoria anche, ovviamente, una luce di emergenza.
  • segnalazioni ai piani: un altro aspetto di percezione che viene segnalato è quello della segnalazione di arrivo ai piani, può bastare un semplice segnale, ma se pensiamo ad un edificio con molti piani diventa essenziale – sopratutto per i non vedenti – avere una segnalazione acustica di piano, altrimenti la persona non è in grado di sapere, soprattutto quando l’ascensore può essere prenotato e ferma a più piani, quando arriva al piano desiderato.

Anche se l’ascensore non viene “progettato” dall’architetto è bene conoscere le diverse esigenze per dotare tutte le strutture su più piani di una soluzione efficace e funzionale che permetta a tutti il “percorso verticale” di collegamento tra le diverse quote di piano degli edifici.

Con questo articolo vorrei fare capire alle persone che l’adeguamento di ascensori preesistenti non è una cosa impossibile. Come avete letto sopra esistono delle soluzioni economiche e tecniche per adeguare gli ascensori e le parti comuni alle persone con problemi di mobilità e disabilità. Spero che le informazioni e le indicazioni fornite attraverso questa piccola ricerca siano fruibili e di aiuto a tutti.

 

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