Assistenza domiciliare ICEF

Autori:Redazione

Data: 01/10/15

Rivista: ottobre 2015

Nell’ultimo periodo sono state pubblicate, sui quotidiani locali, lettere di protesta sia per l’aumento di compartecipazione alla spesa per l’assistenza domiciliare che per i tagli all’assegno integrativo a favore degli invalidi civili. I disabili gravi e le loro famiglie sono penalizzati dall’ente pubblico nella compartecipazione alla spesa dell’assistenza domiciliare. Senza entrare in merito all’ICEF o strumenti analoghi, non si tiene conto delle spese vive e reali che una persona disabile grave deve sostenere per una qualità di vita degna di questa parola. L’autonomia personale ha i suoi costi, va bene, però è un diritto inalienabile potere espletare quelle funzioni quotidiane con l’aiuto di qualcuno (alzarsi dal letto, lavarsi, uscire, socializzare, lavorare ect) Purtroppo le fasce deboli sono sempre le più colpite, come non c’è un sostegno adeguato alle famiglie che hanno in casa un congiunto disabile.

Giuseppe Melchionna

Nuovo criterio ICEF per l’assistenza domiciliare.

Voglio esporre le conseguenze che il nuovo indicatore ICEF comporta nel caso di mia madre, affetta da Alzheimer da 10 anni, con pensione di 600€/mese, indennità di accompagnamento ed assegno di cura per circa 1100€/mese, più prima casa.

Il costo orario per le ore di assistenza domiciliare è aumentato, dal 1 luglio 2015, di oltre il 500% passando da poco più di 2 €/h a quasi 13 €/h; stesso incremento percentuale anche per l’importo mensile in quanto il numero di ore settimanali concesse è sei e quindi il tetto massimo mensile di spesa, previsto dalla giunta provinciale, non è comunque superato.

Presumo che tale situazione sia abbastanza generalizzata per i beneficiari di assegno di cura in quanto le ore di assistenza domiciliare non sono elargite con facilità.

Ho già chiesto ai competenti uffici provinciali la ragione di tale spropositato aumento e mi è stato riferito che il tutto è nato per tener conto di eventuali ingenti patrimoni finanziari od immobiliari, in precedenza non considerati.

Iniziativa meritoria, non fosse per il fatto che mia madre (e presumo che nelle sue condizioni vi siano altri disabili) non ha alcun patrimonio e pertanto è solo a causa della computazione senza correttivi dell’indennità di accompagnamento e dell’assegno di cura, che rimane soggetta all’aumento di oltre il 500%.

L’ovvia conseguenza sarà la rinuncia all’assistenza domiciliare, visto che si può spendere meno sul mercato libero, od al limite, la richiesta di ricovero in RSA, che nelle condizioni in cui si trova mia madre era, già da alcuni anni, la via consigliata dal servizio sanitario provinciale, così che i risparmi attesi da tale perlomeno incauto provvedimento, saranno più che vanificati, visto il costo ospedaliero di oltre 3000 €/mese a carico del servizio sanitario provinciale nel caso di ricovero in RSA.

Voglio altresì ricordare che l’assistenza domiciliare voleva essere un fiore all’occhiello della sanità trentina, ma in tale situazione viene di fatto negata.

Mi risulta che la CGIL abbia già sollevato il problema e quindi spero che il nuovo assessore alla sanità, dott. Luca Zeni disponga in tempi brevi adeguati interventi correttivi, mitigando aumenti così abnormi a danno della parte più debole degli anziani trentini.

Corrado Nardelli


Cos’è l’ICEF? Si tratta di un modello di calcolo che serve per determinare lo “status economico” di un nucleo famigliare. Il calcolo tiene conto non solo del reddito e del patrimonio (fabbricati o terreni di proprietà e investimenti finanziari es. conto corrente ecc.), ma anche della composizione del nucleo famigliare per numero, età, grado di parentela e soprattutto considerando anche le spese sostenute (spese mediche, tasse, interessi sul mutuo,contributi, affitto della casa, ecc).

A cosa serve? Grazie all’indicatore ICEF si può accedere ad una serie di prestazioni assistenziali e agevolazioni tariffarie.

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