ASSOCIAZIONE PERISCOPIO

Intervista al presidente Marcello Sottopietra

Come nasce l’associazione?

Periscopio nasce come progetto, finanziato direttamente dal Ministero delle Politiche Sociali, presentato da un’associazione di insegnanti. In seno a questa, nel 2000 ci siamo posti il problema della disaffezione dei ragazzi nei confronti della scuola e dello studio. Disaffezione che provocava bocciature, percorsi non lineari, soprattutto una grande disistima dei ragazzi verso loro stessi. Cosa si poteva fare per loro? Abbiamo iniziato ad aprire alcuni centri di accompagnamento allo studio, luoghi dove i ragazzi potessero essere in questo accompagnati da adulti. Abbiamo fatto verifiche, errori, siamo tornati indietro, abbiamo riprogettato, fino al setting attuale.  

Nel 2006 è stata creata un’associazione ad hoc per portare avanti il progetto: il finanziamento nazionale si è concluso dopo il primo triennio, la Provincia ha continuato a finanziare prima direttamente, poi tramite il Comune di Trento. Un’altra grossa apertura c’è stata nel 2010, quando la Provincia – c’era allora Marta Dalmaso assessore all’istruzione – promuove la prima legge sulla dislessia. Da un convegno a tema emerge che questo disturbo era un problema: scuola e genitori non sapevano come muoversi. Da lì è partita l’attività di accompagnamento allo studio per ragazzi dislessici, soprattutto di elementari e medie. L’accompagnamento allo studio di Periscopio si caratterizza innanzitutto per la fascia d’età: elementari e medie, non superiori. Vogliamo studiare con il ragazzo, ovvero entrare con lui dentro ciò che l’insegnante propone. Un accompagnamento dentro la conoscenza, non tanto il fatto di andare a casa con i compiti fatti. L’importante è stimolare il ragazzo a prendere sul serio quel che ha davanti, a stare di fronte allo studio da uomo, senza cercare scorciatoie perché la verifica del giorno dopo vada bene. 

Qual è la vostra mission?

Accompagnare i ragazzi nell’avventura dello studio. Vederli due-tre volte alla settimana significa entrare molto in rapporto con loro. Portano tutti i loro vissuti, i loro problemi. Credo che Periscopio sia un grande punto di relazioni che parte dallo studio, ma senza limitazioni. 

Chi collabora con voi?

Come in tutte le associazioni, c’è una situazione mista, con volontari (spesso provenienti dal mondo della scuola) e operatori pagati per il loro lavoro. Questo doppio ruolo dice da una parte di un’associazione che nel tempo ha dovuto organizzarsi, trovando fortunatamente sostegno economico; dall’altra che c’è una radice di gratuità rimasta fin dall’inizio, un’attività fatta perché preme, non perché si deve guadagnare. 

Quali sono le vostre attività?

Centri di accompagnamento allo studio, concentrati sostanzialmente sulla città di Trento. Accompagnamento allo studio per un centinaio di ragazzi con disturbi dell’apprendimento, in quasi tutte le valli del Trentino, in centri anche molto piccoli, solitamente nelle scuole. Infine, una colonia diurna estiva presso la Sacra Famiglia, dove molti ragazzi delle superiori per un paio di settimane si prendono cura di quelli di elementari e medie, facendo attività varie, dallo sport ai laboratori. Un bel momento, per i ragazzi delle superiori molto formativo. 

A chi sono rivolti i vostri progetti? 

Periscopio ha accesso libero. Pur essendo come location all’interno delle scuole, non è un centro delle scuole. L’invio è da parte delle famiglie. Spesso i ragazzi che vengono a Periscopio non hanno di per sé solo difficoltà scolastica; ad alcuni non piace rimanere a casa da soli a studiare, hanno bisogno di un po’ di relazione e compagnia per affrontare lo studio. Ci sono casi diversi. L’importante è trovare il giusto setting in cui il ragazzo possa mettere in atto il suo studio. 

Quali altre associazioni collaborano o hanno collaborato con voi?

Direttamente, poche: Periscopio ha un suo percorso. Offre un servizio molto particolare, di nicchia: i ragazzi vengono per studiare, non per giocare o fare altro. Gli assistenti sociali e altre associazioni hanno cominciato a conoscerci, in certi casi sono loro a mandarci i ragazzi. Collaboriamo poi con la Biblioteca Comunale di Trento per un punto di presentazione degli strumenti per contrastare la dislessia rivolto alle famiglie. Alcuni sabati al mese siamo alla Centrale o alla Palazzina Liberty o in biblioteche periferiche, per presentare libri facilitati ed audiolibri.  

L’emergenza Covid-19 come ha modificato la vostra proposta?

Dopo un paio di settimane di buco, ci siamo trasferiti sul web, utilizzando le applicazioni che Microsoft mette a disposizione. Abbiamo sostanzialmente creato gruppetti che si trovano virtualmente per l’accompagnamento allo studio, sia per i ragazzi normalmente inseriti, sia per quelli DSA. È stata una scommessa: stiamo raggiungendo circa la metà delle persone di prima, ma sta funzionando, anche nelle scuole elementari. Questo setting ha un potenziale enorme: possiamo raggiungere, con gli strumenti che ci sono, i ragazzi su tutto il territorio trentino e direi anche nazionale. Non c’è più il vincolo dello spazio. Se l’accompagnamento riesce, e soprattutto se si riesce a supportare bene la relazione educativa, da cui derivano motivazione e impegno, potrebbe essere un sistema per raggiungere persone nelle valli e nei paesini più piccoli. 

Certo, la situazione non è semplice: alcuni non hanno device, altri non hanno connessione; su questo chiaramente bisognerà ancora lavorare. Ma credo che questa situazione drammatica darà una spinta enorme da questo punto di vista. Abbiamo raggiunto tutti telefonicamente, fatto la proposta, lasciando la libertà di aderire o meno. L’abbiamo presa come una grande possibilità per sperimentare qualcosa che era già nell’aria da tanti anni. L’idea c’era, non c’erano le tecnologie. Ora ci sono le tecnologie e c’è stato il momento in cui ci si è obbligati, per forza di cose, a spostarsi dall’altra parte. 

Che messaggio vorreste lasciare ai nostri lettori riguardo alla vostra associazione?

Se qualcuno è appassionato di qualche materia, o ha voglia di mettersi in gioco con i ragazzi, attraverso attività di accompagnamento allo studio, è il benvenuto.

 

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