Aurora Scs

Data: 01/04/18

Rivista: aprile 2018

Categoria:Interviste,Sostenibilità e innovazione

Aurora nasce nel 2006 dalla volontà di rispondere ai bisogni occupazionali del territorio attraverso la promozione di percorsi di inserimento lavorativo individualizzati a favore di persone in situazione di svantaggio (legge 381/91). Attualmente da lavoro a circa 250 persone. Dalla convinzione che i traguardi più utili ed efficaci siano quelli raggiunti dall’unione di soggetti diversi, ognuno portatore della propria unicità, AURORA mette al primo posto la persona in quanto individuo cercando di valorizzarne le potenzialità. Attraverso percorsi individualizzati di crescita professionale e personale, che permettano ad ognuno di sperimentare le proprie risorse, si vuole favorire un’integrazione meno difficoltosa nella realtà socio occupazionale e l’assunzione di un ruolo attivo nei confronti della propria vita e della comunità. Crediamo che facilitare l’inserimento di persone in situazione di svantaggio sia un investimento per migliorare il benessere e la qualità della vita dell’intera collettività.

Come e dove nasce la vostra esperienza?

Aurora è una cooperativa sociale di tipo B e nasce a inizio 2007 per favorire il reinserimento lavorativo di persone svantaggiate, ha compiuto da poco 10 anni di attività, che hanno segnato nuovi traguardi e nuove progettualità. Questa esperienza cooperativa è nata in Valsugana da una richiesta fatta dalle amministrazioni del territorio e ha la sua prima sede legale a Novaledo. Ad oggi la sede è stata trasferita a Levico Terme e abbiamo aperto altre due sedi operative, una a Spini di Gardolo , dove gestiamo un laboratorio di riuso e sartoria in collaborazione con CS4 e una presso il Teatro delle Garberie a Pergine Valsugana, sede dedicata al progetto “Upwind” di cui dopo racconterò meglio.

Che tipo di attività svolgete e con quale tipologia di persone?

Dunque, nei primi anni di attività la cooperativa si è dedicata in via esclusiva a progetti legati al verde pubblico con inserimenti lavorativi inquadrati nell’”intervento 19” oltre a piccoli appalti per la gestione di aree verdi. La svolta arriva tra il 2011 e il 2012, anni in cui cambia la governance e si decide di ampliare i servizi, aumentando le possibilità di inserimento lavorativo delle persone in situazione di svantaggio. E’ stato avviato quindi il servizio di pulizia dei cicli industriali, i servizi di portierato pur rimanendo ad oggi prevalenti i servizi legati alla cura del verde. Oltre alle attività ordinarie, negli ultimi due anni abbiamo avviato altri due settori che in realtà sono ancora progetti sperimentali: il progetto IN.SA.LA.TA. in località Vetriolo-Levico Terme in collaborazione con CS4 e il progetto Upwind presso il teatro delle Garberie di Pergine Valsugana. Queste nuove sfide ci hanno permesso di ampliare il raggio di intervento investendo sulla categoria delle donne e delle persone in situazioni di svantaggio.

Quali progetti innovativi avete attivato negli ultimi anni?

Sicuramente entrambe le ultime due progettualità “progetto Insalata” e “UpWind” rappresentano sfide appena cominciate, ma che non tardano a dare i primi frutti e soddisfazioni. Il progetto “IN.SA.LA.TA.” è frutto di una collaborazione attiva con Cs4, cooperativa di tipo A con sede a Levico Terme che si occupa di assistenza per persone con disabilità, che nel caso specifico si occupano di gestire gli orti. L’area interessata è frutto di un progetto di rigenerazione, di quella che era, fino a pochi anni fa, un’area adibita a vivai forestali ormai in disuso. Un’oasi agricola cui è stata ridata nuova vita nel rispetto del bosco che la circonda. Qui in due anni abbiamo attivato una decina di inserimenti lavorativi e abbiamo predisposto due squadre di operatori che tre volte a settimana svolgono lavori di manutenzione e semina. Gli orti sono un’occasione per creare fantastiche attività per gli ospiti di CS4 che in questa avventura ci ha creduto fin dall’inizio. L’obiettivo a lungo periodo è quello di raggiungere una certificazione biologica. Abbiamo poi RECO’, un progetto che nasce in collaborazione con Cs4, insieme alla quale abbiamo dato avvio, qui nella struttura di Spini, un laboratorio che è anche negozio di riuso condiviso e sartoria. Chiunque può venire e donare merce che non usa più, tendenzialmente vestiti, borse e abbigliamento per bambino. Si accettano vestiti usati e oggetti non ingombranti, a cui viene ridata nuova vita. Ad accogliervi poi troverete gli operatori di Cs4 e i loro utenti, che rendono questo luogo ancora più a dimensione di persona.

Citavi prima il progetto UpWind, di cosa si tratta?

Per parlare di UpWind devo fare una passo indietro. Nasce sulla scia di un altro progetto. Infatti ci siamo accorti che dal laboratorio RECO’ capitava che avanzassero vestiti usati che non si riusciva a vendere e rischiavano o di accumularsi o di divenire nuovamente rifiuti. E’ nata quindi la linea “Border”, grazie alla collaborazione con l’artista Matteo Boato, che ha realizzato i disegni. Border è in realtà un progetto di CS4. Noi arriviamo in un secondo momento a sostegno delle attività di sartoria svolte dai ragazzi e ragazze con disabilità. Lo abbiamo fatto e lo facciamo tutt’ora gestendo all’interno della sartoria gli inserimenti lavorativi di donne in situazione di svantaggio. Due di esse dopo il tirocinio e il sostegno sono state recentemente assunte. Da questa sinergia in sartoria arrivano le prime idee e nasce una collaborazione anche con la cooperativa Am.ic.a per la quale abbiamo realizzato il kit per bambino “TIRIgiro”: grembiulini, bavaglini, asciugamani e altri oggetti personali tutti dedicati ai bambini dell’asilo e ricavati da vecchie camicie dei papà o altri vestiti di uso familiare. Finalmente arriviamo al progetto “UpWind” che si sviluppa grazie all’energia innovativa della sartoria e dalla collaborazione con l’Associazione Velica Trentina e il ristorante Valcanover sul lago di Caldonazzo. Il tutto nasce quindi nel 2016 dall’idea di riutilizzare le vecchie vele donate dal circolo velico per creare una linea sportiva e dinamica di borse, zainetti, pochette, astucci e altri accessori che fosse soprattutto sostenibile e durevole.

Quanto ritenete importante avere una rete di partner sul territorio?

Per noi sicuramente è fondamentale fare rete, e lo dimostrano i progetti di cui abbiamo parlato fino ad adesso. Ma ci piacerebbe ricordare un’esperienza che grazie alla rete sta crescendo e sta diventando un nuovo punto di incontro e confronto. Parlo del Teatro delle Garberie a Pergine Valsugana. Qui infatti abbiamo spostato il laboratorio sartoriale dedicato alla linea “UpWind” e alla vendita dei prodotti dedicati. Questo spazio è una scommessa sul territorio e vuole essere un luogo aperto ad iniziative eventi e collaborazioni con tutte le realtà associative interessate. Per noi rappresenta un simbolo di come attraverso percorsi di inserimento lavorativo di donne in svantaggio sociale insieme ad un lavoro di sensibilizzazione della cittadinanza al riuso e riciclo, si possa tentare di innovare e crescere insieme al territorio e alle persone.

Quale prospettiva e quale augurio per il futuro?

Fino ad ora le nuove prospettive date dai progetti e servizi messi in atto ci hanno permesso di ritrovare un’identità allargata, che permette anche a nuovi giovani di avvicinarsi ai laboratori, a lavorare con noi portando idee e soluzioni innovative. Abbiamo anche affrontato un lavoro di rebranding affidato a professionisti del settore della comunicazione sociale, Artico scs, che hanno un’etica e un’impostazione cooperativa. Abbiamo costruito quindi, una rete di fiducia che ci permette di crescere ogni giorno e guardare sempre più alla sostenibilità economica, sociale e ambientale dei nostri servizi per la collettività. Ci aspettano decisioni e sfide importanti ma a piccoli soffi e con buona vento si attraversano anche i mari più sconfinati.

Grazie.

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