Auto e moto sicure

Data: 01/08/10

Rivista: agosto 2010

Al Tj Bar è oramai consueta l’abitudine di invitare professori, ricercatori ed esperti per capire meglio ciò di cui si parla ogni giorno. Quest’oggi l’ospite è il dottor Francesco Biral che parla delle novità che la scienza vuole apportare al nostro modo di guidare.

La ricerca nel settore dei “veicoli intelligenti” risale agli anni 80, quando in California il progetto PATH lanciò la sfida all’automatizzazione autostradale. Da allora sono stati condotti moltissimi progetti e studi a riguardo. Nel settore civile (che è l’utilizzo che a noi interessa maggiormente) ci si è concentrati su applicazioni di supporto alla guida, come ABS e ESP (i cui fallimenti sono inferiori all’1%).

Ma ci si può veramente fidare di queste tentativi di innovazione?

Recenti indagini hanno dimostrato che la maggior parte degli incidenti stradali sono causati soprattutto da un fattore umano, addirittura l’86%, mentre le restanti cause, meteo, infrastruttura e veicolo, vanno a coprire il rimanente 14% (percentuale in cui permane un fattore di responsabilità umana, basti pensare agli errori di progettazione). Guardando queste cifre, ci pare piacevole pensare che se facessimo tendere a zero la responsabilità del conducente, (come si è già fatto nel campo dell’aeronautica civile) gli incidenti avrebbero un notevole calo.

Un altro dato interessante: si è stimato che una riduzione dei tempi di reazione di 0.5s potrebbe portare una diminuzione del 30% dell’energia cinetica dissipata nell’impatto, dando maggiori possibilità di salvezza alle persone coinvolte nell’incidente.

Tutto ciò ci porta a pensare che se affidassimo la nostra sicurezza alle applicazioni tecnologiche che la ricerca sta elaborando, ci sarebbero molte meno vittime e feriti sulle nostre strade. Non è così semplice. Innanzi tutto i veicoli intelligenti attualmente disponibili, sono prototipi in fase di sperimentazione. In secondo luogo bisogna tener conto che per poter usufruirne bisognerà innovare totalmente il sistema stradale e “ritirare” tutte le vetture che non fanno uso della suddetta tecnologia dalla circolazione. Questo perché l’intelligenza dei veicoli funziona su tre livelli: Percezione dell’ambiente e dello stato psicofisico del pilota (sia con sensori a bordo veicolo, sia con comunicazione tra veicolo e veicolo e veicolo e infrastruttura). Pianificazione, ovvero la capacità di valutare dell’ambiente e calcolare l’insieme delle manovre sicure consistenti con le intenzioni di guida del pilota. Azione, la capacità di avvisare il pilota del potenziale rischio, oppure correggere la sua manovra andando ad intervenire in alcuni casi estremi.

Inoltre, per evitare che l’individuo si fidi eccessivamente delle capacità della macchina, si sta lavorando in un’ottica dove non sarà tutto automatizzato ma permarranno alcune funzioni al conducente, in modo che resti sempre vigile ed attento.

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