A marzo è partita la seconda fase del progetto Rete Forte di trasporto urbano avviata nel novembre scorso. Oltre alla revisione di alcuni percorsi e alla modifica di orari, il nuovo corso porterà, nelle intenzioni dei dirigenti della società “Trentino Trasporti” anche un notevole allargamento nelle possibilità di spostamento delle persone affette da difficoltà motorie: una buona notizia dopo quella pessima venuta a fine dicembre dalla Giunta provinciale in materia di eliminazione delle barriere architettoniche.
Nell’anno europeo del disabile, Trentino Trasporti punta a portare al 20% lo sbarrieramento delle fermate, non male se pensiamo che si tratta di fermate nella parte più popolata e ricca di servizi della città. Il servizio ai disabili prende il via con il progetto “Spostarsi in libertà”, varato nell’estate di due anni fa: prevedeva di assicurare l’accesso ai disabili sulla linea urbana 13 e l’adeguamento di un pullman turistico con pedana pneumatica.
Dallo scorso marzo, il servizio è stato esteso a varie altre linee: la 4 con 13 fermate abilitate; la 7 con 14 fermate abilitate e la linea 17, quella verso Lavis, con 5 fermate abilitate nel Comune di Trento e 2 in quello di Lavis. Garantiranno ai disabili motori l’accesso autonomo alla zona degli uffici e dei centri commerciali di Trento Nord, al sobborgo di Gardolo e al Comune di Lavis.
Una rete ben meditata che permette un comodo trasporto all’ospedale Villa Igea e ai poliambulatori in via Gocciadoro, oltre a rafforzarlo nelle zone della Clarina e dell’ospedale Santa Chiara.
Un appunto da parte nostra: come giornale avevamo seguito l’anno scorso il varo della prima corsa di un bus attrezzato con pedana augurandoci che il notevole sforzo sostenuto dall’allora Atesina (oggi Trentino Trasporti) per acquistare i bus e dal comune per adattare le piattaforme avessero una grande risposta da parte dei molti disabili funzionali di Trento. Purtroppo non è stato così e, come abbiamo più volte constatato, il posto delle disabili è quasi sempre “disoccupato”. La cosa non è sfuggita neanche ai politici e agli amministratori che hanno espresso rammarico ed anche perplessità rispetto all’intervento ancora da sostenere. Non ci resta che sperare che tutte le richieste avanzate da noi disabili per avere un servizio adeguato non fossero soltanto declamazioni di principio.
La giunta comunale ha comunicato anche la sua intenzione di sistemare i semafori in modo da essere utilizzabili anche dai cechi. Attualmente i semafori per non vedenti, cioè con segnali acustici, sono soltanto 25 (in verità 17 perché 8 non funzionano) ma entro marzo partiranno (per il lettore: dovrebbero essere già partiti a marzo) i lavori della loro messa in regola.