Barriere invisibili

Data: 01/04/12

Rivista: aprile 2012

Un episodio occorsomi domenica 29 gennaio in un cinema della città mi ha ancora una volta dato la dimostrazione concreta di quanti passi debbano essere ancora fatti per cambiare la mentalità di molte persone nei confronti della disabilità. Mi trovavo a fare due biglietti per me e mio fratello Armando, e quando dico alla signora della cassa che si tratta di una persona in carrozzina mi sento dire che “non è giornata per i disabili”. In effetti avevo notato l’affollamento e per questo ero in anticipo. È stata dura sentirmi dire così ma visto che la gentile signora ha ribadito il concetto, ho dovuto farle notare che – al contrario – era giornata assolutamente indicata per i disabili, considerato che chi è in carrozzina, potendosi spostare solo con l’aiuto di qualcuno, il più delle volte non è libero di scegliere. Ho poi riflettuto sul fatto che, forse, la signora intendeva proteggere mio fratello dall’affollamento ma, in ogni caso, a rinunciare doveva essere ancora lui.

Mi rendo conto che non saranno queste mie povere parole a cambiare il mondo, ma attraverso il giornale chiedo maggiore rispetto, affinché al limite oggettivo del vivere in carrozzina non si aggiunga l’ancor più pesante limite che deriva dal pregiudizio delle persone.

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