Dunque ecco tra le vostre mani il secondo numero di questo giornale! Il precedente numero era stato un assaggio, un po’ come il giorno del varo di una nave: festa, autorità, stampa, auguri ma anche le maestranze (noi) un po’ ansiose al momento dell’entrata in acqua: Galleggerà? Avrà una linea gradevole? Piacerà ai lettori o sarà usato per incartare qualcosa da buttare?
In effetti questi dubbi, come tarli, rodevano il nostro entusiasmo e fino all’ultimo siamo stati incerti sul numero di copie da far stampare. Tre mila? No, no ne bastano mille! Troppo poche: cinque mila! Ma siete matti… due mila vanno benone. Era questo il tono acceso delle discussioni all’interno della redazione quando se ne parlava. Alla fine si è deciso per due mila e cinquecento copie accontentando un po’ tutti.
Oggi, a cinque mesi da quella uscita possiamo azzardare un po’ di soddisfazione: in via generale il giornale è piaciuto sia nei contenuti che nel modo di scrivere sia nella grafica che nei propositi espressi: l’idea di un simile giornale, avanzata nel gennaio ’98, ha dimostrato concretezza e validità. No, no, non stiamo cantando vittoria poiché i problemi da risolvere sono molti, per primi quello della tiratura, degli abbonamenti, della pubblicità e della vendita in edicola ma la strada, seppur in salita, sembra percorribile.
Naturalmente ogni primo passo, si tratti di quello di un bebè o di un giornale, ha i suoi sbandamenti sia tecnici che editoriali. Tra i primi alcuni intoppi nell’impaginazione, qualche svista grafica, delle imprecisioni ed una mancata comunicazione ai lettori: ve ne chiediamo venia e garantiamo che non saranno ripetuti ma, signori, eravamo al debutto dopo 12 mesi di corso e 600 ore passate in aula e nessuno di noi prima aveva mai costruito un giornale!
Tra i secondi alcune forzature che hanno toccato la sensibilità di qualche operatore di cui abbiamo sminuito (forse) l’efficacia delle iniziative e di qualche altro che non ha visto riconosciuto alla propria associazione l’efficacia delle iniziative.
Non ci sprofondiamo in scuse e offerte di discolpa per due precisi motivi: per primo (si stava parlando di conferenze) poiché quanto scritto rifletteva, in un caso, opinioni personali su situazioni reali (o crediamo che a Trento bastino 5 fermate d’autobus per considerare risolti i problemi dei non deambulanti di tutta la provincia? E che dire allora della marcia della vergogna promossa da Francesco Piscioli? Che è soltanto la “ciancia” estiva di un mancato sindaco?) ed in un altro (intervista ad due alcolisti) riportava l’esperienza di due soggetti reali scovati in un club cittadino.
Nemmeno in questo caso ci pare di aver dato spazio a critiche gratuite e infondate, né di aver generalizzato una situazione che, è scritto chiaramente, riguarda esclusivamente l’esperienza strettamente personale di due alcolisti in trattamento in un ben preciso club di Trento.
Sappiamo che la realtà dei club è un’altra e che addirittura in un paese della valle di Cembra i partecipanti al corso sono ospitati nell’aula del Consiglio comunale, conosciamo l’efficacia dell’Apcat nel favorire il riscatto di chi ha problemi con l’alcol ed i risultati ottenuti, ma ciò non toglie che quei due esistano in carne ed ossa e che non si debba far finta di no. Si tratta “solo&” di due trentini su mille? Può darsi. Ma forse il buon pastore non lascia il gregge per cercare una sola pecorella smarrita?
Per secondo, questo giornale nasce con lo scopo di colmare, se non un vuoto, perlomeno una carenza di informazione sui temi del disagio di vivere e della disabilità e non intende mettere in giro verità di comodo a/e per nessuno, meno che meno cantar le lodi di alcuno, neanche “post mortem”!
Come chiaramente espresso nella prima pagina del numero precedente, questo giornale intende descrivere la realtà di ogni disagio, fisico, mentale o sociale, anche illuminando retroscena e sfaccettature sgradite da vedere, perché rimarcano l’incapacità di chi ha il dovere di superare un problema, la mancanza di successo di un intervento o l’acquisizione di posizione di rendita, economica, politica o di carriera che spesso celano inefficienza e spreco di denaro a danno di altri bisogni.
Ecco perché nello scorso numero non è stato dato spazio ai due alcolisti in trattamento premiati dal successo, bensì a due delusi: è stato fatto abbastanza per metterli in condizione di cambiare stile di vita? Le lamentele sono dovute ad eventuali lacune del servizio oppure sono paraventi dietro cui i due nascondono l’incapacità/impossibilità di star lontano da bottiglie e bicchieri e anticipano il loro prossimo alzare bandiera bianca?
Ecco perché, in via generale, nei nostri articoli si evidenzieranno dubbi e perplessità NON sulle intenzioni e sugli interventi previsti dalle istituzioni ma sul loro agire concreto, misurabile con l’inconfutabile metro dei risultati.
Quindi niente scuse ma, semmai, una richiesta di comprensione per l’esantema giovanile espresso da un giornale appena nato e l’invito, rivolto a chiunque abbia una proposta, una denuncia, una notizia o solo un pettegolezzo, una lamentela o una richiesta a venire a pubblicarla qui: lo spazio è garantito.