Si sono svolte a Sydney dal 18 al 29 ottobre 2000 le Paraolimpiadi, undici giorni di competizioni agonistiche per diciotto discipline: atletica, tiro con l’arco, basket, bocce, ciclismo, equitazione, scherma, calcio, judo, goalball (gioco del calcio), sollevamento pesi, rugby, vela, tiro a segno, nuoto, tennis tavolo, tennis e pallavolo.
Presenti naturalmente gli atleti italiani, un concentrato dei 12 mila gli iscritti alla Fisd, la federazione italiana sport disabili, raccolti in 500 società sportive diffuse su tutto il territorio.
Le percentuali rilevate da una statistica federale sui tesserati del ‘98 indicano il 47% di disabili mentali (per lo più affetti da sindrome di Down), il 18% di paraplegici, il 15% di non vedenti, l’11% dei cerebrolesi, il 2% di amputati ed il restante 7% di tipi di handicap non inquadrabili in categorie definite.
Ma come gareggia un disabile?
Chi non ha l’uso degli arti con una carrozzina speciale da corsa, in lega leggera, che garantisce minore attrito e più velocità.
Con la sola spinta delle braccia, questi atleti riescono a percorrere tutti i 42 chilometri e 195 metri della maratona in appena 1 ora e trentacinque minuti, contro le oltre due ore degli atleti a piedi.
I non vedenti totali classificati B1 (le classi B2 e B3 riguardano soggetti con minime visibilità residue) gareggiano guidati da un atleta guida per mezzo di un cordino. Il fatto curioso è che alcuni atleti vanno oramai così forte che scarseggiano le guide capaci di stare al loro fianco.
Per quanto riguarda invece i salti (lungo e alto) e i 100 metri, tutto è affidato al richiamo acustico dell’allenatore, a quel “vai, vai” sempre più intenso che indica all’atleta l’avvicinarsi all’asticella o al traguardo.
Nella vela, le boe hanno un dispositivo acustico che consentono al non vedente di localizzarla.
Quanto alle gare di Sydney, molte le spettacolari e palma della più spettacolare alle partite di tennis per paraplegici: stesso campo dei normali, palle sparate a 150 km orari e batti e ribatti molto prolungati poiché la palla può rimbalzare al suolo due volte.
La finale tra un australiano ed un nord americano è stata vinta dal primo davanti a 12 mila spettatori! Straordinarie per l’agonismo espresso le corse in pista, in specie le gare su distanze brevi, 100, 200 e 400 e le partite di basket (foto in alto).
Peccato per i telespettatori italiani: resoconti brevissimi e gare trasmesse verso mezzanotte. Chi vi scrive le ha scoperte per caso mentre cercava un notiziario sull’alluvione.
Diciamolo pure: non è stato un trionfo! Siamo stati superati da quasi tutte le nazioni europee, Repubblica Ceca e Svizzera comprese.
Fornire alibi e scuse alle dimensioni del distacco non è compito nostro ma un certo Nicola Priolo, con una lettera al giornale La Stampa di Torino il 25 ottobre ne illustrava bene le ragioni di fondo: «In Australia si stanno svolgendo le Paraolimpiadi.
L’Italia dopo i grandi successi olimpici del settembre scorso, purtroppo non si sta ripetendo.
Qualche sparuta medaglia rappresenta l’italico magrissimo bottino. È probabile che qualcosa, nelle più importanti istituzioni politiche e sportive non funzioni al meglio, pensiamo ad esempio alla cronica “presenza” per le strade italiane, delle barriere architettoniche. E se non si riesce ad uscire di casa, è veramente difficile che vi possano essere forti atleti.»
La lettera deve aver scosso l’Italia che dopo il 25 conquista una bella serie di medaglie ma il confronto con le altre nazioni rimane sconsolante.
Qualche spiraglio di speranza luccica in verità: di recente la Fisd e il Coni hanno stipulato una convenzione con l’istituto per il Credito Sportivo, per concretizzare l’applicazione della legge 104 del ’92 sulla fruibilità degli impianti sportivi: il disabile non deve fare più soltanto da spettatore ma diventare atleta.
La Fisd dunque è oggi chiamata a svolgere il ruolo di garante sull’accessibilità di tutti gli impianti già esistenti o in fase di costruzione:ad essa toccherà esprimere un parere sui lavori di ristrutturazione da eseguire, parere vincolante per la concessione di mutui da parte del Credito Sportivo.
Non ci resta che aspettare le Olimpiadi di Atene per una verifica augurandoci per intanto che lo sport diventi una pratica sempre più comune tra i disabili anche senza il miraggio di record e medaglie.
Posizione | oro | argento | bronzo |
---|---|---|---|
1) Australia | 63 | 39 | 47 |
2) G. Bretagna | 41 | 43 | 47 |
3) Spagna | 39 | 30 | 38 |
4) Canada | 38 | 33 | 25 |
5) Usa | 36 | 39 | 34 |
18) Italia | 9 | 8 | 10 |