BOLOGNA. SARANNO DEDICATE A MIRKO TOLLER LE ATTRAZIONI ACCESSIBILI DI UN NOTO PARCO DIVERTIMENTI

Mirko Toller – il giovane di Segonzano (Trento) affetto da atrofia muscolare spinale coprotagonista assieme al comico pugliese Checco Zalone di un celebre spot in favore della ricerca – purtroppo si è spento nel 2020 a soli 17 anni. Ma il suo sogno di costruire un parco divertimenti accessibile a tutti continua grazie a mamma Stella Robert, all’illustratore AlbHey Longo e alla scrittrice Alessandra Sartori, amica di famiglia. I tre, infatti – con il sostegno dell’associazione Famiglie SMA – nel novembre scorso hanno dato alle stampe «La storia di Mirko. Manuale illustrato per costruire montagne russe fai-da-te» (Erickson, 64 pagine, 13 euro). Il libro, una graphic novel, racconta in modo allegro e spensierato chi era Mirko, concentrandosi sulla sua voglia di vivere. Il fumetto si apre con un contributo di Checco Zalone, che gli era molto affezionato. Mamma Stella ricorda: «Un giorno l’associazione Famiglie SMA ci mandò una comunicazione chiedendo se ci fosse qualcuno disponibile a realizzare uno spot televisivo sull’accessibilità e il sostegno alla ricerca. Cercavano un bambino piccolo, ma Mirko, che era già grandicello, non si perse d’animo e, quasi per gioco, con l’aiuto della sorella Linda si candidò. Lui era fatto così. Non si arrendeva. Diceva che nonostante la SMA si può fare tutto. E infatti alla fine lo presero. Girammo la pubblicità progresso per due anni consecutivi, a Roma, Bari e in altre città. Nel frattempo, Mirko aprì, sempre con Linda, un canale youtube, il Mirko e Linda Show, dove parlare con ironia della sua malattia, ma anche di argomenti cari ai ragazzi della sua età come le canzoni o i programmi televisivi del momento».

L’obiettivo di Mirko era quello di trasformarsi in un influencer per abbattere i pregiudizi e promuovere una visione positiva della sua condizione. «Nei suoi diciassette anni di vita – spiega la mamma – sono migliorate tante cose. Molti esercizi pubblici sono stati ammodernati e resi più facilmente accessibili, per le strade ci sono più pedane e più parcheggi per i disabili. Non tutti però li rispettano. E questa cosa era una di quelle che più infastidivano Mirko, tanto che quando vedeva una macchina parcheggiata abusivamente nelle righe gialle, si riprometteva sempre di lasciare sul parabrezza una specie di santino elettorale con sopra la sua faccia, per far capire a quell’automobilista quanto il suo gesto superficiale e svogliato potesse complicare inutilmente la vita, già difficile, di un’altra persona».

Oltre alla passione per i social e per le persone, con cui amava ridere e scherzare, Mirko coltivava un profondo interesse per la robotica. Per questo, dopo aver frequentato le scuole elementari e medie in Val di Cembra, si era iscritto all’Istituto tecnico industriale di Trento. Non di soli parcheggi e strutture pubbliche sbarrierate, infatti, vive un disabile. E lui, che da piccolo frequentava i parchi divertimenti assieme alla famiglia, era stufo di dover stare tutto il giorno sulla ruota o sul trenino panoramico perché le altre attrazioni non erano attrezzate per ospitare la sua carrozzina elettrica. Come ogni adolescente, infatti, avrebbe voluto cimentarsi nei giochi più adrenalinici, prime fra tutti le montagne russe. E così studiava combinazioni meccaniche e formule matematiche per riuscire a costruirle lui stesso. Aveva pensato a tutto, addirittura al nome del parco: «Happyland».

Un impegno che la mamma ha deciso di portare avanti in sua memoria. Il libro, infatti, fa da traino a una seconda, ambiziosa, iniziativa. Realizzare un luna park sbarrierato che porti il nome di Mirko, dove tutti bambini, anche quelli con disabilità, possano divertirsi. Un sogno che sta per avversarsi perché uno dei parchi divertimenti più grandi di Bologna ha scelto di lavorare sullo sbarrieramento di alcune attrazioni già dalla prossima stagione, in partenza proprio in questi giorni di aprile. «Davanti ai giochi accessibili – spiega Stella – è stato collocato un totem a grandezza naturale con il ritratto di Mirko per far capire alle persone con disabilità che quell’attrazione è a prova di carrozzina». Ma l’auspicio è che vedere quella fotografia permetta anche agli altri bambini in visita al parco di interrogarsi sul tema della disabilità e di fare ai loro accompagnatori delle domande – magari non facili – ma necessarie per gettare le basi di una società meno pietista e più inclusiva.

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