Novità per la cura delle lesioni del midollo spinale
Scienziati statunitensi hanno annunciato un importante passo avanti nella ricerca sulle lesioni del midollo spinale. Una combinazione innovativa di terapie ha permesso a topi paralizzati di riguadagnare fino al 70% della loro capacità di camminare. La ricerca potrebbe costituire un passo avanti significativo per aiutare una parte di coloro che, a causa di lesioni del midollo spinale, sono costretti sulla sedia a rotelle. I ricercatori del Miami Project to Cure Paralysis, sostengono di aver trovato il modo di promuovere la crescita delle fibre nervose del midollo spinale danneggiato ed impedire la morte del tessuto nervoso dopo il trauma. Un danno al midollo spinale danneggia i circuiti nervosi che trasportano gli ordini del cervello al corpo. Recenti ricerche si erano concentrate sul trapianto di cellule dai nervi periferici nella zona danneggiata del midollo spinale per ricollegare, come un ponte, le due zone separate dal trauma.Le nuove fibre nervose incontrano però problemi legati all’ostacolo alla crescita posto dalla funzione inibitiva di alcune molecole. I ricercatori, autori dello studio pubblicato su Nature Medicine (www.nature.com/nm) hanno ideato un metodo di cura suddiviso in tre parti, la prima delle quali comincia subito dopo il trauma. Per la ricerca non sono state usate le cellule staminali, ma cellule adulte tratte dagli stessi topi coinvolti nell’esperimento Cervello e sistema immunitario. I destri che hanno subito traumi all’emisfero sinistro del cervello potrebbero essere piu’ vulnerabili a nuove infezioni. Interventi chirurgici su questa parte del cervello, infatti, produrrebbero diversi effetti sul sistema immunitario. Questi i risultati di uno studio, pubblicato su Annals of Neurology di questo mese, svolto dai ricercatori del Georgetown University Hospital di Washington. Gli scienziati hanno esaminato le risposte del sistema immunitario di 22 pazienti epilettici, che avevano subito interventi chirurgici a livello cerebrale. In coloro che avevano subito interventi sull’emisfero sinistro del cervello, dopo l’intervento, i ricercatori hanno riscontrato un ridotto numero di Linfociti e di cellule-T (cellule impiegate per combattere nuove infezioni), e dunque un indebolimento del sistema immunitario. Invece, per i pazienti operati all’emisfero destro, non si registrava alcun significativo cambiamento. Gli stessi ricercatori hanno inoltre sottolineato come queste conclusioni non possano considerarsi valide anche per le persone mancine o ambidestre. I mancini, infatti, potrebbero avere un comportamento opposto, mentre gli ambidestri potrebbero mostrare un doppio collegamento, di entrambi le metà cerebrali, con il sistema immunitario.
Non è reato criticare la medicina omeopatica
Contro l’omeopatia Assolvendo Piero Angela dall’accusa di diffamazione, il Tribunale di Catania ha per la prima volta negato in sede giudiziaria la validità scientifica dell’omeopatia. L’occasione è stata data dal processo per diffamazione intentato dalla Società Italiana di Medicina Omeopatica contro il giornalista, per un servizio fortemente critico trasmesso nel programma televisivo SuperQuark l’11 luglio 2000. Il 13 marzo Piero Angela è stato pienamente assolto dall’accusa: come spiegato nelle motivazioni della sentenza appena depositate (annunciate in una conferenza stampa svoltasi oggi a Roma), il giudice Cinzia Sgrò ha ritenuto giustificato quanto affermato nella trasmissione. “La scienza infatti” scrive il giudice “non è una semplice categoria dell’opinione. In campo scientifico, o una cosa è, oppure non è. O una cura funziona, oppure non funziona”. Pur avendo la comunità scientifica internazionale sempre richiesto e mai ottenuto, dalla medicina omeopatica, quelle evidenze scientifiche che ne avrebbero attestato la validità, essa allo stato era del tutto carente di tale fondamento, rimanendo sostanzialmente una medicina delle emozioni”. Di conseguenza, ha concluso il giudice, affermare (come aveva fatto Angela) che l’omeopatia non è una cura seria, che il rischio di curarsi con tale medicina non convenzionale è molto grande e che i benefici dell’omeopatia sono dovuti all’effetto “placebo”, rientra nel diritto di critica.
Gli italiani sempre più dipendenti dai farmaci
Gli italiani sono diventati dipendenti dai farmaci, sempre piu’ convinti che per ogni problema esiste una pillola in grado di risolverlo. A mettere in guardia dai pericoli della ‘farmacodipendenza’ e’ Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, ospite domani primo dei sette appuntamenti pubblici di ‘Verona Salute’, ciclo di incontri organizzato dall’Universita’ di Verona e dalla Fondazione SmithKline, in collaborazione con il Centro di riferimento Oms per l’educazione e l’informazione sul farmaco. I medicinali, premette l’esperto, “hanno rappresentato e rappresentano uno strumento di salute molto importante, consentendo l’allungamento della vita media e il miglioramento della sua qualita’. Ma se i farmaci diventano semplici beni di consumo, possono provocare danni superiori ai vantaggi”. Non solo. Ci sono farmaci inutili, ma molto di moda, ricostituenti, antiossidanti, antiradicali liberi, integratori alimentari, farmaci per la memoria, dimagranti: “mancano – spiega – le evidenze scientifiche della loro efficacia. E si tratta non solo di medicinali in libero commercio, ma talvolta anche prescritti dai medici”. Ci sono poi farmaci utilizzati per contrastare cattive abitudini di vita, prodotti efficaci ma che vengono usati per indicazioni non riconosciute. E infine il boom dei medicinali non convenzionali. “Sono presentati – afferma – come se fossero una soluzione moderna, mentre invece fanno parte di un’era prescientifica. Utilizzandoli si corre il rischio di non intervenire in tempo con farmaci che invece potrebbero essere efficaci”.