L’avvento delle nuove tecnologie ha permesso a quei comportamenti verbali, fisici e psicologici violenti e vessatori, ripetuti nel tempo ai danni di bersagli facili e/o incapaci di difendersi e comunemente denominati bullismo, di propagarsi anche attraverso la rete. Secondo fonti Eurispes, 1/5 dei ragazzi italiani in età scolare ha trovato informazioni false sul proprio conto in Internet e il 34% del bullismo si è trasformato da fisico in virtuale. Il cyber bullismo si concreta in diverse azioni, come il flaming, la denigrazione, le molestie, la sostituzione di persona, l’inganno e la persecuzione e presenta una scala di gravità che va dall’instillare una sensazione di malessere e disagio nella vittima, fino alla vera e propria istigazione a compiere svariati atti.
L’anonimato e l’assenza di limiti spazio-temporali rendono ancora più subdola questa forma di violenza sociale che, ancora una volta, prende di mira chi a causa della sua disabilità, etnia, credo religioso, orientamento sessuale o altro, viene percepito come “altro”. Obbiettivo della nostra azione svoltasi durante questo anno scolastico è stato quello d’insegnare agli studenti come tutelarsi sulla rete e come usare il web in maniera sicura e istruttiva. Riteniamo che sia importante rendere gli studenti consapevoli di una tematica così delicata e sfaccettata come quella del “Cyberbullismo” nell’ottica di un’educazione basilare sui rischi delle lesioni alla privacy in rete, che permetta di informare e prevenire atteggiamenti e comportamenti pericolosi.
In questo contesto è stato altresì necessario favorire e sviluppare la percezione della diversità come valore da incoraggiare, anziché come motivo di isolamento e inclusione. Durante i sei incontri svolti insieme agli studenti delle classi prime delle della Scuola Secondaria di Primo Grado “Marco Pola” di Roncegno Terme, sono stati organizzati dei momenti di gioco alternati alla riflessione di gruppo in accordo con i docenti di riferimento e in base alle peculiarità della singola classe coinvolta. Bisogna stimolare i ragazzi a rendersi protagonisti nel conoscere e raccontare la tematica del bullismo in rete, sensibilizzando gli altri compagni. Si è potuto così lavorare insieme per la realizzazione di un breve cortometraggio in cui si mettono in sinergia modi diversi di vedere lo stesso problema.
Quindi attraverso un approccio pratico gli studenti hanno messo in scena insieme ai formatori delle situazioni che raccontano la loro percezione del bullismo sul web. Il risultato del lavoro è una testimonianza sincera e attuale, quasi una fotografia delle dinamiche che queste ragazze e ragazzi vivono ogni giorno tra i banchi di scuola, da soli davanti al pc o smarth phone in relazione a gruppi reali e virtuali anche fuori dal contesto scolastico. Dopo un sondaggio sulla percezione che i ragazzi hanno del mondo virtuale e dei social network, sono stati brevemente illustrati, esempi di diverse forme di bullismo che si possono trovare in rete e i diritti dei minori garantiti dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Infine, attraverso alcuni giochi di ruolo, sono state realizzate e riprese le scene per un corto informativo in cui si promuove l’utilizzo sicuro e costruttivo del web e l’accettazione delle diversità come valore da riconoscere e tutelare.
Questo piccolo percorso di sensibilizzazione crediamo possa rendere gli studenti protagonisti nel raccontare una realtà spesso sommersa, attraverso un linguaggio, quello del video più vicino a loro e di facile comprensione. Con l’analisi di uno o più episodi di cyberbullismo, legato all’uso distorsivo di Internet e degli smartphone, si è sviluppato un dibattito volto alla mediazione tra le esigenze legate alla necessità di essere connessi al mondo virtuale e di farne buon uso, nel rispetto dei diritti di tutti, soprattutto prendendo le distanza da atti di prevaricazione o avversione nei confronti di soggetti più deboli o svantaggiati. Speriamo che questa esperienza possa essere utile quanto meno a innescare attenzione e curiosità sul fenomeno, che solo se conosciuto e affrontato insieme in maniera capillare si può arginare. Questo implica secondo noi un grosso lavoro culturale in cui siano gli studenti stessi a proporre azioni e riflessioni condivise in risposta a dinamiche di cyberbullismo che per loro natura tendono a rimanere enigmatiche e intelligibili ai più, soprattutto agli adulti.