Un venditore d’auto, un carabiniere, un artigiano e un commesso…
Sembra l’inizio di una barzelletta e invece questi quattro amici sardi – Michele Marongiu, Jose Murranca, Manuel Deriu e Luca Manca – sono i protagonisti di una meravigliosa fiaba moderna. Quest’estate, infatti, hanno partecipato alla competizione di ultra-cycling «Northcape4000» e pedalato senza supporto per quattromila chilometri attraverso undici paesi europei, da Rovereto a Capo Nord, classificandosi addirittura tra i primi cento a raggiungere l’arrivo. «Pedalavamo in media 220 chilometri al giorno, senza sapere dove avremmo dormito o mangiato – spiega Marongiu, 62 anni, un po’ il papà di questa pazza avventura – perciò ci eravamo preparati con un duro allenamento fisico e mentale, perché penso che in circostanze estreme come queste il 60% del lavoro lo faccia la testa. Durante il viaggio, mi sono arricchito dal punto di vista atletico, culturale e interiore. Ho imparato tantissimo e alla mia età non pensavo più di riuscire a farlo». Ma la loro impresa fuori dal comune non finisce qui. Ambasciatori sardi della mobilità sostenibile, «i quattro Mori» – come sono stati ribattezzati in patria – avevano infatti un’altra importante missione: incontrare Santa Claus nella sua casa di Rovaniemi in Finlandia e consegnargli quaranta letterine scritte da altrettanti bambini e ragazzi disabili di Cagliari assieme alle loro famiglie, a cui lui – proprio in queste settimane – sta rispondendo con un bel biglietto di auguri. Una vera e propria «operazione Natale», ribattezzata «Noi con voi» per sfatare i tabù sulla disabilità. «Mio figlio Marco – continua Marongiu – è un ragazzo disabile, che nella sua vita ha affrontato sei mesi di coma. L’idea della Capo Nord Sardinia Expedition mi è venuta anche pensando a lui. Volevo raccontare la disabilità in modo diverso, ribadire che non è una vergogna». Nelle letterine, infatti, ci sono poche richieste di videogiochi e regali all’ultima moda, e tante testimonianze di inclusione e coraggio, capaci di far riflettere e ispirare gli altri. Per questo, le quaranta missive si preparano a diventare un libro, che verrà distribuito gratuitamente nel periodo natalizio per incentivare lo sviluppo di nuovi percorsi di inclusione e ricordarci che tutti hanno qualcosa da dire. E che il primo buon proposito per il 2022 dovrebbe essere saper ascoltare gli altri e imparare a metterci nei loro panni, anziché giudicare senza conoscere.