Che sia la volta buona?

Data: 01/02/03

Rivista: febbraio 2003

Entro metà 2004 la nuova sede dell’ospedale Villa Rosa (l’ex padiglione Benedetti dell’ospedale psichiatrico) di Pergine potrà ospitare i primi pazienti in day-hospital, ossia per prestazioni giornaliere senza ricovero. Il reparto di degenza invece non sarà ancora pronto ma lo sarà, pare, in tempi ragionevoli anche se non meglio specificati.

Questo grazie ad un’accelerazione dei lavori richiesta ed ottenuta dall’Azienda sanitaria provinciale nei mesi scorsi. Essa intende mettere a disposizione di pazienti e medici l’immobile nella sua interezza funzionale per quanto riguarda il primo e il secondo lotto (area terapie, ambulatori, day-hospital, amministrativa).

L’anticipazione della consegna riguarda i servizi quali la cucina, la lavanderia, la mensa collocata al piano seminterrato e la consegna del piano seminterrato dell’intero edificio demandandone a tempi successivi le finiture dei piani destinati a degenze (piano terra, primo e secondo).

Il costo finale dei lavori salirà a 14.474.000 euro di fronte ai 11.525.000 a base d’appalto.

Il completamento della struttura è stato reso più veloce con l’approvazione di una variante suppletiva al secondo lotto di lavori. Questo per venire incontro alle esigenze dei degenti dell’attuale Villa Rosa (nella foto l’ingresso attuale), da sempre costretti a condividere le stanze con altri quattro – sei e perfino otto ricoverati. Da anni ormai si parlava del nuovo ospedale. La struttura attuale, situata su un dosso alla periferia nord di Pergine, dimostra sempre più i suoi limiti sotto molti punti di vista nonostante continui e costosi lavori di ammodernamento.

Chi vi è stato ricoverato ricorda le pareti delle palestre, in particolare della cosiddetta “palestra teatro”, tappezzate di ritagli di giornale che davano per imminente, anno dopo anno, “l’inizio dei lavori di costruzione di una nuova sede” oppure annunciavano “a breve il ricovero dei primi ospiti”.

Naturalmente non era così e si trattava perlopiù di esternazioni di qualche medico o delle speranze di qualche politico in cerca di palcoscenico: nei fatti nulla si muoveva!

In verità il posto dove si trova Villa Rosa è davvero bello, pieno di sole e con un magnifico panorama sui monti circostanti, dalla Paganella all’Ortigara: non per niente era stato scelto da una famiglia di ricconi del 1800 per costruirvi la propria dimora. Ha però il notevole svantaggio di trovarsi quasi in cima ad un dosso a circa due chilometri da Pergine. In altre parole, non soltanto i degenti sono isolati rispetto a qualsiasi opportunità di muoversi ed avere, al di fuori dei tempi della riabilitazione, una vita normale in mezzo alla gente ma gli stessi familiari, a meno che non siano provvisti di automobile, devono sobbarcarsi un bel pezzo di strada a piedi dalla stazione dei treni o dalla fermata autobus.

Negli ultimi anni poi l’incremento dei ricoverati, l’adozione di nuovi macchinari e la necessità di altre sale per la ginnastica di riabilitazione hanno finito per saturare gli spazi disponibili sia in corsia sia nelle palestre.

Era quindi quasi scontato che di quando in quando si parlasse di una struttura più adeguata e più vicina all’abitato. Come detto però soltanto parole fin a quando, con la chiusura del manicomio di Pergine, chiuso come tanti altri in seguito alla legge 180, la famosissima legge “Basaglia”, si resero disponibili una serie di padiglioni situati nell’immediata periferia della cittadina che, detto per inciso oggi raggiunge i 17 mila abitanti. Il padiglione “Benedetti”, accessibile da via San Pietro oppure da via Spolverine, sarà a fine lavori una struttura su quattro piani spaziosa, funzionale, ben attrezzata e piena di luce, proprio quanto serve a chi, per l’età, per un incidente oppure per una malattia, ha perso parte della funzionalità del suo corpo ed ha bisogno di recuperarla il più in fretta possibile: Azienda Sanitaria, non potresti accelerare ancor di più il completamento dei lavori?

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