L’impegno dell’Associazione Prodigio e di Pino, in giro per le scuole a fare opera di sensibilizzazione sull’handicap, ha dato i suoi frutti.
Anche all’Istituto “A. Rosmini” i ragazzi sono stati invitati dai loro insegnanti a mettere, nero su bianco, le loro impressioni sull’incontro. Tra i lavori dell’Istituto Rosmini abbiamo estratto alcuni pensieri. Ve li proponiamo qui sotto.
Doveva essere una sera di grandi divertimenti e di allegria in compagnia. Un gruppo di amici, una festa di addio al celibato. Dopo una succulenta cena in compagnia, il trasferimento verso una discoteca. Da Mattarello a Pergine, 30 chilometri, viaggiando su un’Alfa Romeo Giulia Super 1600. Un mito a quell’epoca. Stereo a tutto volume, la pioggia, un po’ di euforia dovuta a qualche bicchiere di troppo. Un cocktail micidiale. Ma fino all’ingresso a Pergine era andato tutto bene. Poi l’auto sbanda e va a finire contro un palo della luce. L’impatto è violentissimo. Le lamiere si accartocciano come una lattina vuota. Buio e silenzio, rotto solo dal lieve e incessante suono della pioggia che cade. Pioggia che per una sera si è trasformata in mattatrice.
Sembra una tragica scena da film, ma è la sintesi di ciò che è successo al signor Giuseppe Melchionna (Pino per gli amici). Correva l’anno 1979 ma il ricordo non si offusca insieme agli altri e rimarrà per sempre indelebile nella sua memoria. Perché in quel tragico schianto, lui ci ha rimesso parzialmente la mobilità degli arti superiori nonché la totale mobilità di quelli inferiori. Costretto quindi sulla sedia a rotelle. L’amico alla guida è rimasto miracolosamente quasi illeso e non si più fatto più vedere da quel tragico schianto. Però, anziché gettarsi nello sconforto e rinunciare a vivere con gioia, Pino ha reagito con forza alla malattia, fondando un’associazione (chiamata Prodigio) votata ad aiutare chi, come lui, ha gravi handicap motori. Infatti, per chi è costretto a vivere su quattro ruote sono molte le difficoltà oggigiorno, ad esempio le scale: queste complicazioni alla vita dei disabili sono dette “barriere architettoniche”. Melchionna viveva al terzo piano di una casa senza ascensore prima dell’incidente. Le barriere sono diffusissime: pensate quante scalinate sono sprovviste di montascale oppure non sono coadiuvate da ascensori. Nel 2004 la provincia di Trento, il Comune di Trento e l’ITEA (Istituto Trentino per l’Edilizia Abitativa) hanno costruito quattro appartamenti con tutti i comfort per rendere il più normale possibile la vita di chi ha avuto queste grandi sfortune. Sono situate in via Gramsci e inserite in un qualunque complesso abitativo. Qui vive anche Pino. In un video proiettato durante l’incontro, sono state illustrate tutte le funzionalità di questa casa: dall’automatismo totale di porte, finestre e tapparelle, la cui apertura/chiusura è comandata da comandi vocali, al bagno che offre la possibilità di una cura dell’igiene comoda e tranquilla. Uno dei particolari che ha più colpito è sicuramente il trasporto fra il bagno e la camera da letto. La carrozzina viene agganciata alle rotaie, poste sul soffitto, e viene trasportata fin sopra il giaciglio, dove la persona viene disposta dolcemente. Il signor Melchionna vive vicino alla sede dell’Associazione Prodigio e per arrivarci basta un breve tratto di strada, che può essere percorso anche in autobus, grazie all’esistenza di rampe che rendono la salita sul mezzo più semplice. Quindi Pino può condurre una vita quasi normale. Una bella storia quindi, una storia di coraggio e di determinazione.
Giuseppe si augura che non ci succeda mai una cosa simile: ma è certo che, se succedesse, il comportamento che lui ha avuto è il migliore da tenere. Perché ciò non accada, ha detto, basta stare attenti alle compagnie che si frequenta e limitare il bere cercando di restare nei limiti (0,5 grammi per litro di sangue, equivalenti a due birre o due bicchieri di vino piccoli).
E non è vero che “siamo troppo piccoli per parlarne”, perché il problema dell’alcol non ha età e può bussare alla porta in qualunque momento: basta farsi trascinare da un amico, da una compagnia e -pam!- la frittata è fatta. Abbiamo imparato molto da questa storia e speriamo che tutti possano recepire questo importante messaggio.
Marco Battistata alunno della Scuola Media “Dell’Argentario” di Cognola