La costanza?
Non la conosco.
Ma fa lo stesso.
Se scattassi una foto adesso vincerei un premio Pulitzer.
Le cravatte e gli ultimi, nella stessa medesima foto.
Infanzia negata.
Che diventerà una vena tagliata o una mano armata.
A voi la scelta gentili signori.
Un po’ come un pelouche con le sembianze di un leone,
sottratto ad un bambino.
Lasciato lì su di una rupe e abbandonato al suo destino.
Con i turisti che passano, guardando altrove.
Un leone all’inizio di una pellicola.
Scorci londinesi
e tanto tempo per capire.
Per capire che abbiamo la licenza di amare e non di uccidere.
Ma nel senso opposto, il mondo ci vuol far vivere.
Busso sul vetro sperando che i colori si girino.
Un cielo color oro.
Come i capelli di una ragazza conosciuta in un tram.
Più cerco di alzarla e più va giù questa maledetta tapparella.
E per il cuore di tanti, questa è una sberla.
Ma di carezze ha bisogno il cuore.
Perché finalmente si accorga di noi il colore.
Persone grigie e il mondo è contento.
Ma la natura è viva.
Qui tutto è un divertimento.
E quando una pala scava una buca nel suolo.
L’uomo trova Dio e scopre di non essere più solo.
Tu provi qualcosa.
Si, tu alla visione di quello stagno,
con l’eterna primavera.
Provi qualcosa.
E a farti tremare adesso, non è il guadagno.
Tutti fingono.
E fingono anche bene.
Che questo sia solo un movimento nobile.
Ma la verità si trova nella terra e nelle sue vene.
E quando?
Quando questo paese ripudierà davvero la guerra?
Passano gli aerei.
Passa anche il tempo.
E il fumo si disperde.
Passano di nuovo.
Ma distratta è la mente