La leva obbligatoria e la sua alternativa, il servizio civile (divenuto col tempo una tranquilla scappatoia al primo), verranno abolite entro il 2005 e lasceranno posto a quello civile a titolo di volontario. Finisce così un’epoca che ha permesso a migliaia di giovani di fare un’esperienza unica ma troppo spesso sgradita e si apre un’altra fase quella del servizio civile volontario al quale, per il momento, potranno accedere solo le ragazze e i giovani non idonei alla leva. Di servizio civile si inizia a parlare a metà anni ’90 con una proposta di legge dell’allora ministro della Difesa Andreatta e poi ripresa dall’attuale legge numero 64. Intendeva spingere i giovani italiani a dare un po’ di se stessi per gli altri poiché, come sosteneva l’ex studente del Prati di Trento Andreatta: «Altrimenti è facile permettersi di non essere mai sfiorati, per tutta la vita, dai problemi della gente che soffre». C’era il rischio concreto che tante realtà di volontariato, che fino allora e a tutt’oggi possono contare su 70mila giovani obiettori di coscienza ogni anno, si trovassero in seria difficoltà. L’idea si è poi concretizzata qualche anno fa e, l’undici novembre scorso, sono scaduti i termini per il quarto bando cui ne seguiranno altri. Vi hanno potuto accedere tutte le giovani tra i 18 e i 26 anni e tutti i ragazzi riformati alla leva. I requisiti? Avere la cittadinanza italiana, un diploma di scuola d’obbligo, non avere condanne penali e godere dei diritti civili e politici.
Il bando a livello nazionale «Un anno per gli altri, un anno per te» intendeva offrire ai ragazzi l’opportunità di fare una straordinaria esperienza umana e sociale: donare un anno della propria vita a chi è in difficoltà o emarginato.
I “posti” disponibili, anche se il termine è davvero inappropriato, erano 9.788. Seguirà una selezione a livello nazionale e un breve tirocinio a livello locale dopo di che inizierà il periodo di servizio civile preso un centro operativo: si occuperanno di assistenza, inserimento lavorativo, accoglienza e sostegno dei minori in difficoltà e reinserimento di persone con problematiche sociali.
Un sondaggio ha rivelato che il 42% dei ragazzi intervistati si dice interessato: il governo punta ad un crescita modulare delle offerte, passando dai 20mila posti nel 2003 fino ai 70mila coperti attualmente. A fine servizio riceveranno un attestato.
Naturalmente ci sarà anche un risvolto economico dell’impegno offerto ossia uno stipendio mensile di 433,80 euro lordi (850 vecchie mila lire). Non c’è certo da risparmiare ma pur sempre meglio dei 3 euro mensili elemosinati dallo stato ai vecchi obiettori civili. È anche data la possibilità di frequentare corsi di formazione e per la patente europea del computer.
Tanti i settori interessati e i progetti già presentati da associazioni, enti, cooperative, anche dall’estero: servono giovani in Uganda per assistere gli ammalati di Aids o gli anziani italiani ricoverati negli ospedali argentini e quelli bosniaci della disastrata Sarajevo, alla protezione civile come prevenzione degli incendi boschivi e per l’assistenza degli immigrati.
Il servizio civile volontario dovrà essere riconosciuto anche dall’Università con la concessione di crediti formativi agli studenti che si impegnano nel sociale (come già avviene per gli studenti delle superiori). Lo prevede una legge nazionale già in vigore ma spetta a Province e Regioni applicarla nel concreto, insieme alle diverse università.
Una convenzione già in vigore tra Villa Sant’Ignazio e la Facoltà di Sociologia di Trento consente agli studenti del corso di laurea in servizio sociale di fare tirocini e attività presso la cooperativa a fronte del riconoscimento di 15 crediti formativi. L’accordo dovrebbe essere però esteso a tutta l’Università trentina si da facilitare una crescita interiore dei ragazzi più consapevole e un nuovo modo di vivere il periodo degli studi.
Nella nostra Provincia il progetto coinvolge in primo luogo la Fondazione Villa Sant’Ignazio e la Caritas ossia le due realtà che più hanno fatto fin qui conto sul servizio civile degli obiettori. Una boccata di sicurezza anche per tante associazioni che, come Prodigio non potrebbero assolutamente camminare solo sulle proprie gambe.
Per sottolineare l’importanza dell’avvenimento, Paolo Toffoli, palleggiatore della squadra di pallavolo Itas Grundig aveva accettato lo scorso 5 novembre a villa San Ignazio di fare da testimonial per sottolineare l’importanza del binomio sport-solidarietà a sostegno del progetto approvato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. Alla fondazione di via delle Laste andranno infatti dieci tra ragazzi e ragazze tra i 18 e i 26 anni.