Consapevole ho lasciato la mia casa a 18 anni, come meta l’Italia

Data: 01/02/13

Rivista: febbraio 2013

Mi chiamo Ecaterina Cirlan, ho 24 anni e vengo dalla Repubblica Moldova; vorrei approfittare di questo spazio per raccontarvi un po’ la mia storia, sperando che ci siano persone che vi si riconoscano. Sono in Italia da quando avevo 18 anni, ma non è stato facile arrivarci: ho pagato 4.000€ per aver la possibilità di essere qui. Eravamo quattro persone ad intraprendere il viaggio: siamo partite con un pullman da Chisinau, la capitale della Moldavia, in direzione dell’Ucraina e qui ci è venuto a prendere uno sconosciuto. Non era, infatti, la stessa persona con cui ci eravamo accordati per il viaggio. Ci portò in un appartamento molto stretto in periferia di Kiev, aveva due stanze piccole occupate da cinque persone, tra cui c’era una signora con una bambina di tre anni. Abbiamo trascorso assieme tre giorni, durante i quali feci amicizia con loro: mi raccontò che si trovavano lì da una settimana per aspettare il visto, assolutamente necessario dato che voleva raggiungere il marito in Germania.

Gli spazi in quel alloggio erano ristretti quindi, finché sono rimasta con loro, la sera dormivo per terra vicino alla bambina.

Dopo tre lunghi giorni siamo ripartiti verso la Francia questa volta in aereo, lasciando madre e figlia in attesa dei loro documenti. Parigi era un posto nuovo per me e stavolta non venne nessun intermediario a guidarci per il paese. Abbiamo trascorso una notte in hotel, prendendo poi il giorno seguente un treno in direzione di Bologna e da lì cambiandolo con un altro per arrivare finalmente, dopo una settimana, a Milano.

Ma la capitale lombarda non mi piaceva molto quindi dopo sei mesi sono venuta a Trento e mi sono innamorata di questo paesaggio bellissimo, all’arrivo ho sentito d’essere arrivata nell’Italia che mi immaginavo. La lingua italiana non la conoscevo, avevo molte difficoltà a capire e farmi intendere. Ho iniziato così a studiare dal dizionario, a guardare la tv locale e a leggere in italiano.

Appena arrivata ho affrontato subito anche la questione lavorativa: mi accolse una meravigliosa famiglia di Arco, avevano dei bambini ed un anziano in carrozzina. Il mio compito era assisterli nelle faccende domestiche, come giocare ed aiutare i bimbi a fare i compiti, e nelle pratiche quotidiane tenendo compagnia e sistemando la bombola d’ossigeno al nonno della famiglia. Il signore, una persona divertente e molto educata, lo chiamavo “nonno” e lui mi diceva “pòpa”, giocavamo a carte, facevamo parole crociate e gli preparavo da mangiare. Al signor Casimiro piacevano molto i nostri piatti tipici.

Talvolta lo portavo fuori a fare passeggiate, a mangiare un gelato o prendere un caffè al bar, a incontrare gli amici, anche loro disabili. Con loro mi sono molto divertita, li ho visti scherzare e sentivo la loro voglia di vivere.

Ho avuto la fortuna di star vicino ed aiutare persone meravigliose per quattro anni, e mi hanno fatto capire che la vita è bella e loro la sanno affrontare con quello che hanno, regalando sempre sorrisi e una parola di coraggio!

Dopo i quattro anni trascorsi ad Arco mi sono trasferita a Trento e per fare esperienza in altri campi ho iniziato un corso di sei mesi incentrato sul turismo, il cui scopo è insegnar a vivere in una società più ampia ed europea, sapendosi integrare in contesti lavorativi nuovi con responsabilità. Già avevo un’infarinatura sull’argomento: avevo frequentato un altro percorso di formazione come addetto alle vendite sempre per il turismo.

Gli organizzatori di tale corso ci hanno portato presso l’Associazione Prodigio per un confronto diretto in ambito lavorativo. Durante quest’occasione mi sono proposta come tirocinante con loro perché volevo capire come fosse la condizione delle persone disabili in Trentino.

Ho trovato delle persone molto disponibili ed hanno accettato la mia presenza ed il mio aiuto in redazione. Mi piace perché il giornalismo è la mia passione e mi piacerebbe rimanere qui per continuare a collaborare; in ogni caso mi piacerebbe proseguire anche con altre associazioni sempre contribuendo nel campo della comunicazione.

Ho avuto la fortuna di incontrare persone che m’hanno accordato fiducia e mi hanno dato la possibilità di dimostrare le mie capacità, ora mi piacerebbe metterle in pratica in un ambito lavorativo per sentirmi compresa ed integrata in Trentino.

Grazie al Presidente Giuseppe Melchionna e a tutte le persone dell’associazione per l’opportunità.

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