Contro cultura sulla campagne pubblicitarie che invitano a bere responsabilmente

Data: 01/04/10

Rivista: aprile 2010

In merito all’articolo “Contro il vino, terrorismo psicologico” apparso martedì 2 febbraio sulle pagine del Trentino, noi dell’associazione Prodigio Onlus di Trento, ci siamo sentiti in dovere di dire qualcosa.

Addentrata in una realtà scomoda, la nostra associazione, da anni si occupa di informare e sensibilizzare (tramite incontri nelle scuole ed il bimestrale cartaceo e web visionabile sul sito www.prodigio.it) i giovani nella lotta agli incidenti alcol-correlati. Non è mai stata nostra intenzione aggredire l’uso degli alcolici nella vita di tutti i giorni, anzi negli incontri che svolgiamo presso le scuole della provincia, il nostro presidente (Giuseppe Melchionna, disabile da più di trent’anni a seguito di un incidente stradale) ha sempre tenuto a precisare come un bicchiere di vino ai pasti non solo non sia da biasimare, ma possa addirittura diventare (sempre tenendo conto dei diversi casi e delle diverse fasce di età) un’abitudine sana, se svolta con responsabilità. Il problema che ci poniamo noi, come molte altre associazioni del settore, non è l’uso di alcolici, bensì la cultura del bere sconsiderato associato la guida di vetture.

Viviamo in una società che bandisce gli eccessi, e nessuno di ciò potrebbe mai meravigliarsi, viste le numerose conseguenze negative che l’esagerazione porta con sé. Eppure la stessa rete sociale che ammonisce e biasima, non si pone problemi quando sottobanco fornisce modelli ed incentivi posti al superamento di limiti e convenzioni. Ne è un esempio lo smodato uso di alcol, che da un lato viene sempre più demonizzato (come potrebbe essere altrimenti visti i numerosi incidenti e malattie alcol correlate che seguono l’eccessivo uso di bevande alcoliche) dall’altro viene venduto in sempre più luoghi, con sempre meno controlli, preparato in confezioni accattivanti e pubblicizzato da icone dello sport, della moda o della musica.

Il nostro obiettivo consiste nel mostrare questo. Non nel mettere paura, ma nell’informare. Far si che il consumatore che beve sappia gli effetti che l’alcol induce sul suo organismo, poiché fin troppi incidenti soprattutto nei giovani, sono causati dall’ignoranza di informazioni e di semplici basilari regole.

Affermare che è stata svolta una campagna di “terrorismo psicologico”, verso chi apprezza il vino e desidera berlo pasteggiando, non è solo un errore, ma è un’informazione che porta molta confusione nella popolazione invasa da messaggi contradditori.

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