Intervista alla presidente Anna Orsingher
Dalla reclusione all’inclusione: la coop CS4 nelle sue cinque sedi, in Valsugana, val di Cembra e Trento, dal 1988 apre il mondo del lavoro a persone con disabilità cognitiva che in passato sarebbero state destinate a una vita (altrimenti) segregata e passiva. L’organizzazione permette di gestire attività e servizi alle persone accolte con la possibilità di sperimentarsi nelle situazioni più favorevoli durante il proprio progetto individuale. Ne parliamo con la presidente Anna Orsingher.
Quando e come nasce la cooperativa?
La cooperativa sociale nasce in alta Valsugana dopo un lungo periodo in cui i disturbi psichici erano ancora seguiti al meglio, infatti il manicomio molto spesso non era una cura per il paziente, ma era per lo più una reclusione e un allontanamento dal mondo. Dal 1988 la cooperativa si occupa di seguire quella fascia di utenti che ha difficoltà psico-fisica, disturbi psichiatrici e nell’inserimento sociale attraverso l’uso di laboratori individuali o di gruppo nelle cinque sedi del trentino: Spini di Gardolo, Pergine Valsugana, Levico Terme, Torcegno e Grumes. Raggiunge la città di Trento nel 1998 aprendo il primo laboratorio per reinserimento di ragazzi.
Chi sono i beneficiari dei vostri servizi?
La fascia di età di persone seguite è molto varia, spiega Anna, partendo dai 18 fino ai 60 anni, dunque creare momenti di inclusione partecipata è molto difficile avendo un contesto in cui le persone hanno, molto spesso e volentieri, bisogni e pensieri differenti dovuti anche dalla differenza di età come normale che sia. Ogni persona viene seguita individualmente offrendo un sostegno che corrisponde a diversi bisogni, come l’acquisizione ed il mantenimento di autonomie lavorative mediante dei laboratori.
Che tipi di laboratori sono presenti nella cooperativa?
La sede a Spini di Gardolo offre diverse tipologie di laboratorio. “RiCò” (Riuso Condiviso), ovvero un progetto sperimentale nato nel 2015 che offre uno spazio a disposizione di tutti i cittadini dove si possono acquistare, a prezzi contenuti, beni usati. Il motto del negozio è “A RiCó potrai portare beni usati e trovarne a tua volta altri utili e in buono stato” ed è gestito in tutto e per tutto da alcuni ragazzi che stanno partecipando ai laboratori di inclusione offerti dalla cooperativa, le classiche mansioni, come l’esposizione, il catalogo, la pulizia, accogliere il cliente, sono tutti momenti di crescita ed acquisizione di competenze. Il confezionamento prodotti e la sala del cucito sono altri due laboratori che la sede a Spini di Gardolo offre ai suoi utenti per svolgere mansioni assegnate da enti esterni, nel primo caso, e per contributo anche di privati nel secondo. Attività nelle quali viene richiesta molta concentrazione e pazienza ma che portano risultati positivi e soddisfazioni, affermano alcuni ragazzi con cui abbiamo avuto modo di scambiare due parole.
Quale è il laboratorio più stimolante per le persone?
A Pergine Valsugana è presente un appartamento domotico che permette alle persone con disabilità psicofisica di intraprendere un percorso incentrato sull’abitare autonomamente permettendo ai conviventi di gestire tutte le attività riguardanti la vita domestica. Durante il percorso sono presenti, seppur in fascia oraria limitata, degli educatori di sostegno, e in mancanza di essi è presente un sistema di videoconferenza che permette un tempestivo intervento a distanza, dunque si è protetti per ogni possibile esigenza. Il sistema domotico è in grado di gestire in totale autonomia i sistemi di allarme in situazioni di rischio incendio, perdita d’acqua, danno elettrico, persona in difficoltà, garantendo la totale sicurezza degli inquilini.
Ci sono iniziative o progetti in corso d’opera?
L’evento “abitare il futuro” del 4 novembre è stato seguito anche da alcuni ragazzi della cooperativa i quali hanno raccontato brevemente il percorso durato un paio di mesi per prepararli ad affiancare una guida museale, poiché l’iniziativa si è svolta al MuSe di Trento. Non nascondevano affatto l’emozione, e un po’ il timore, di esporsi e parlare davanti ad un pubblico numeroso, cosa che, chi più chi meno, è presente in tutti noi. Al di là delle emozioni che sono emerse durante il famoso giorno il progetto è stato un successo.