Intervista a David Tacconi
CIO e Presidente di CoRehab
Com’è nata CoRehab e chi ne fa parte ?
E’ un’azienda con sede a Trento che ha avviato le sue attività nel 2013 con l’obiettivo di realizzare un innovativo prodotto per la riabilitazione ortopedica, neurologica e sportiva. L’originalità risiede nell’uso di sensori inerziali wireless e di semplici videogiochi terapeutici per far svolgere precisi esercizi motori ai pazienti, e fornendo allo stesso tempo dati accurati ai professionisti medici, per il monitoraggio dei progressi. Abbiamo iniziato le attività come team composto da quattro tecnici e due investitori trentini, oggi in azienda lavorano dieci persone e abbiamo creato una rete di partner tecnico- scientifi ci che hanno sostenuto la crescita aziendale e lo sviluppo dei prodotti. Collaboriamo con le eccellenze della riabilitazione italiana ed europea, da Villa Beretta alla Fondazione Santa Lucia, punti di riferimento per la riabilitazione neurologica, al Fifa Medical Center austriaco, con cui abbiamo ideato un prodotto per valutare la possibilità del ritorno al praticare sport anche dopo la ricostruzione del legamento crociato anteriore.
Com’è nato il metodo “Riablo” e per chi?
Il metodo Riablo nasce dall’idea di “reinventare” il modo di eseguire gli esercizi riabilitativi. Grazie a sensori inerziali indossabili, una pedana di pressione e un software appositamente creato, Riablo consente al paziente di ricevere un feedback visivo-uditivo del proprio movimento. Ciò
gli consente di autocorreggersi e di imparare ad eseguire correttamente ogni movimento, rendendo la riabilitazione meno ripetitiva e più stimolante, ed evitando le compensazioni. Viene utilizzato con successo da pazienti ortopedici (protesi di anca, protesi di ginocchio, traumi agli arti inferiori e agli arti superiori), neurologici (Parkinson, ictus e altre malattie neurodegenerative) e da sportivi di ogni età. Gli esercizi e tutti i parametri sono personalizzabili dal professionista medico di riferimento, sulla base delle caratteristiche uniche di ogni paziente.
Qualche paziente è stato particolare fonte di ispirazione e motivazione?
Ci sarebbero moltissime storie da raccontare. Un esempio su tutti è quello di un ragazzo rimasto semi-paralizzato agli arti inferiori dopo un incidente e dato per “spacciato” da molti medici, non si è perso d’animo visto che ancora sentiva qualcosa sulle gambe. Ci ha contattati ed ha iniziato a usare il metodo Riablo a casa sua per oltre 30 minuti al giorno, venendo periodicamente da noi per una verifi ca con un
nostro specialista di fi ducia e per rinnovare gli esercizi. Adesso cammina, anche se con l’aiuto di stampelle, e ci sentiamo parte di questo recupero quasi prodigioso. È importante ricordare sempre che Riablo rimane comunque solo un mezzo e senza la volontà del paziente e l’esperienza di fi sioterapisti e medici niente sarebbe possibile.
Ci sono state difficoltà nel far accettare “Riablo”? Se sì, come le avete superate?
Come tutte le innovazioni, Riablo ha incontrato molte volte resistenze da parte degli operatori del settore. Da un lato i pazienti vorrebbero sempre usare Riablo per i loro esercizi, dall’altro i fi sioterapisti più tradizionali tendono a difendere l’uso della loro manualità e a contrastare le tecnologie riabilitative. Da quando abbiamo iniziato però, abbiamo visto cambiare lentamente la mentalità del mondo della riabilitazione e dei professionisti, i quali accettano sempre di più strumenti come Riablo. La riabilitazione a domicilio è sempre più importante nella nostra società e Riablo rappresenta quel collegamento tra fi sioterapisti e pazienti a domicilio che fi no ad oggi è mancato.
Che progetti avete per il futuro?
Nel 2019 lanceremo un nuovo modulo di analisi e allenamento della camminata basato sui sensori inerziali di Riablo. Sarà molto importante fare in modo che assicurazioni e aziende sanitarie riconoscano il valore del metodo Riablo, soprattutto nella fase a domicilio, rimborsando i pazienti che decidono di completare il percorso riabilitativo nella comodità del loro salotto, senza impegnare risorse pubbliche e lasciando spazio a pazienti più gravi. Stiamo inoltre partecipando a due studi clinici molto importanti, utilizzando sempre il metodo che coniuga sensori indossabili, misura dei movimenti, controllo da remoto e divertimento. Il primo è a livello internazionale, tra Irlanda del Nord e Italia, e si concentra su pazienti post-ictus, l’altro invece si svolge in Trentino, con focus su pazienti che hanno subito un intervento di protesi all’anca o al ginocchio. Tra il 2019 e il 2020 lanceremo quindi altri prodotti che completeranno l’off erta di CoRehab, sempre rivolti a permettere al paziente di esercitarsi da casa.