Dopo due interminabili mesi di lockdown ho finalmente ricominciato con la mia attività di volontariato in APAS. Avevo molta voglia di riprendere in mano la vita di tutti i giorni ed i miei ritmi, di riavvicinarmi alla normalità e fare qualcosa di utile; nessun timore!
Ho avuto l’opportunità di svolgere un accompagnamento di un detenuto che, causa Covid-19, è stato trasferito in un appartamento insieme ad altri tre signori. L’attività è stata molto semplice: dopo essere passata a prenderlo a casa, siamo andati alla Questura di Trento per fare la denuncia di smarrimento della carta d’identità, per poi andare presso l’Ospedale San Camillo per delle visite mediche. Io e il signore abbiamo passato insieme un paio d’ore e, tra le altre cose, ci siamo confrontati su questa situazione di pandemia che ha scosso le vite di tutti noi. È stato molto strano parlare di quanto sia stato duro, per me, dover rimanere chiusa in casa per così tanto tempo con una persona che vive questa situazione quotidianamente; ma abbiamo ironizzato anche su questo.
A prescindere da ciò, l’attività di accompagnamento mi piace molto: mi permette di passare del tempo in leggerezza con persone che quasi mai già conosco e di condividerci dei piccoli momenti di vita quotidiana. Spesso gli utenti con cui mi muovo in macchina non sono nemmeno mai stati a Trento e quando mi accorgo dai loro occhi della curiosità che hanno per questa città a loro sconosciuta mi diverto a fargli da Cicerone. Il signore, infatti, è originario del centro Italia e Trento non l’aveva mai vista. Sono sicura che, grazie agli spostamenti che abbiamo dovuto fare, abbia assaporato un po’ di libertà.
Benedetta Paoletti
Volontaria APAS