Dai Palazzi Romani ed Europei, febbraio 2002

Autori:Redazione

Data: 01/02/02

Rivista: febbraio 2002

Novità dal ministro della sanità
Il ministro della salute, Girolamo Sirchia, ha annunciato le principali novità che intende introdurre nella Sanità: inserimento di altri farmaci generici che, non essendo più coperti da brevetto per scadenza, consentiranno di risparmiare ingenti risorse; varo del piano sanitario nazionale che presterà maggior attenzione alle malattie croniche con l’introduzione per la prima volta di standard di qualità; rinnovo del comitato nazionale di bioetica e avvio sperimentale del piano di formazione per quasi un milione tra medici, veterinari, infermieri e tecnici del servizio sanitario nazionale.
Battaglia contro il fumo, nuove sanzioni
Procede senza tentennamenti la battaglia del ministro della Sanità Sirchia contro il fumo: dal primo gennaio scorso sono entrate in vigore le nuove sanzioni a carico dei trasgressori. In verità non è la prima volta che si annunciano multe ma tutto era sempre finito nel nulla della burocrazia e dei buoni propositi. Questa volta però le cose sembrano fatte con più determinazione: far rispettare il divieto di fumare spetterà alla forza pubblica che potrà entrare a sorpresa in ospedali, ristoranti, impianti sportivi, scuole, ecc. Salate le multe per gli ostinati: da 25 euro fino a 250, ulteriormente raddoppiabili se la sigaretta è fumata davanti a una donna in evidente stato di gravidanza, a lattanti o bambini fino a dodici anni. Sono previste grosse multe anche carico di chi, medici, ristoratori e responsabili di strutture chiuse, non faccia rispettare i divieti o non esponga il cartello con la scritta “Divieto di fumare”: da 200 euro fino a 2000! Multa raddoppiabile nel caso gli impianti di condizionamento dell’aria non funzionino in modo efficace. Immediate le proteste della FIPE, la federazione dei pubblici esercizi per la quale non esiste alcun provvedimento che imponga il divieto di fumo nei locali pubblici.
Il sostegno ed assistenza agli obesi
La Commissione Affari Sociali di Palazzo Madama discuterà in queste settimane un disegno di legge che prevede sostegno ed assistenza agli obesi gravi e alle loro famiglie per facilitarne l’integrazione ad ogni livello nella società, dalla scuola al mondo del lavoro. Poiché l’obesità tende a manifestarsi fin da piccoli, il disegno prevede anche di inserire nelle scuole esperti di alimentazione affinché insegnino agli studenti i modi più corretti di nutrirsi. L’obesità in Italia, pur se non raggiunge i livelli allarmanti di altri paesi come Stati Uniti o isole Tonga, coinvolge sei milioni di persone di cui un milione circa in forma grave, al limite della riduzione di funzionalità. Considerata fino ad oggi soltanto dal punto di vista dell’ingordigia, del disordine alimentare o al massimo della disfunzione metabolica del soggetto sovrappeso, d’ora in poi essa sarà invece trattata come una vera e propria malattia e gli obesi gravi potranno usufruire degli stessi programmi di aiuto riservati agli handicappati. Ricordiamo per inciso che in Germania ed in altri paesi sono previste da anni detrazioni fiscali a favore dei troppo alti, dei troppo piccoli ed dei troppo grassi. A loro infatti, oggetti di comune consumo come scarpe, vestiti, elettrodomestici, automobili, addirittura appartamenti ed altro ancora di taglie o misure particolari e quindi non prodotto in grandi numeri, costano molto più di quelli acquistati da chi rientra nella famosa “media”.
Niente rimborso per la cura Di Bella
A grande maggioranza il Consiglio provinciale di Trento ha detto no alla richiesta avanzata dal consigliere Morandini di inserire la cura Di Bella contro il cancro tra quelle rimborsabili dal sistema sanitario provinciale. Il presidente del consiglio Mario Cristofolini ha usato parole dure per respingere la proposta: “Non esiste un solo oncologo al mondo disposto a prescrivere un cocktail che non funziona”. Durante la discussione in aula alcuni rappresentanti della Lega contro i tumori hanno distribuito a tutti i consiglieri un dossier dal quale emerge che soltanto in tre casi su 386 pazienti trattati con il cocktail Di Bella si è registrata una parziale risposta positiva. Lo stesso Ordine dei Medici ha ammonito la Provincia: L’emendamento che si vorrebbe far passare interferirebbe pesantemente e impropriamente nell’attività medica dando per scontata l’efficacia di una terapia che non spetta in alcun modo ai politici stabilire ma che attiene invece esclusivamente alla responsabilità della comunità scientifica e professionale medica individuare ed applicare. Poi il voto con un risultato inequivocabile: soltanto 7 i si.

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