Dai Palazzi Romani ed Europei, ottobre 2001

Autori:Redazione

Data: 01/10/01

Rivista: ottobre 2001

Roma, agosto

Poiché il deficit dello Stato per il 2001 è di circa 45 mila miliardi e va ridotto a non più di 20.000, il ministro dell’economia Giulio Tremonti, oltre a tagli di spesa, ha deciso di proporre ai governi delle venti Regioni un accordo che introduce un nuovo patto di stabilità interna sul fronte sanitario. I fondi sanitari nazionali, insufficienti, saranno integrati con 4 / 5 mila miliardi ma le regioni dovranno adottare nuovi criteri di controllo della spesa. Se sforeranno, e qui è la novità, dovranno ripianare i conti o con nuove tasse regionali o introducendo ticket di carattere locale.

Sarà prevista la possibilità di “sostituire con legge regionale elementi della legge nazionale”.

Il ministro definisce questo provvedimento come la “debindizzazione della sanità” perché le regioni potranno sostituire elementi della legge Bindi (ministro della sanità del passato governo prima di essere sostituita dal ministro Veronesi) senza toccare diritti e materie politiche fondamentali ma solo per organizzare meglio il servizio in funzione delle esigenze locali.

Per contenere i costi, è però previsto anche l’obbligo di effettuare acquisti centralizzati, di introdurre il controllo di gestione ed un tetto alla spesa farmaceutica.

Roma, settembre

4.200.000 italiani varcheranno verso l’alto la soglia della povertà nel corso dei prossimi cinque anni: è la previsione fatta da Mario Baldassarri, vice ministro dell’economia, intervenendo in sede di commissione bilancio della camera.

A questo risultato si arriverà grazie ad un insieme di fattori tra cui il vice ministro ha citato la riduzione della pressione fiscale di un punto percentuale all’anno (equivalenti a 20 mila miliardi di tasse in meno) e l’innalzamento ad un milione al mese delle pensioni più basse.

Il calo delle tasse ha garantito Baldassarri, non implicherà tagli alla spesa sociale in quanto avverrà di pari passo al contenimento della crescita della spesa corrente previsto anch’essa nell’ordine dell’uno per cento. Davvero una bella promessa a cui dovranno fa seguito fatti concreti perché la povertà è la prima fonte del disagio.

Roma, settembre

La regione Lazio ha deciso di sostenere con un fondo di 4 miliardi le famiglie in difficoltà che ospitano un anziano o un disabile invece di affidarlo ad un istituto.

Condizione irrinunciabile per ottenere il contributo è che la coppia sia regolarmente sposata.

Ottima idea ma perché escludere dal fondo i conviventi con anziano o disabile a carico?

In fin dei conti questi finirebbero per pagare in prima persona per la convivenza (sgradita all’attuale maggioranza della regione Lazio) di loro congiunti.

Molte le proteste, la più efficace delle quali ben esprime un’opinione di buon senso: «Quando si tratta di pagare le tasse ecco che tutti i nuclei familiari, anche quelli non sposati, sono equiparati».

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