Dai Palazzi Romani, ottobre 2000

Autori:Redazione

Data: 01/10/00

Rivista: ottobre 2000

Due buone novità da un Consiglio dei ministri di mezza estate: una serie di iniziative per le pari opportunità e la nascita dell’amministratore di sostegno. Un po’ di cronaca ci aiuterà a capire meglio: nello scorso dicembre, alla prima Conferenza nazionale sull’handicap, la ministra Turco, anche a nome del Governo, si era preso una serie di impegni nei confronti della disabilità. Nello scorso maggio, questo giornale, alla sua prima uscita e a cinque mesi dalla Conferenza, a fronte della mancanza di un qualsiasi riscontro alle promesse sbandierate aveva usato toni critici verso la stessa ed i suoi promotori.

Ed ecco, quasi a smentirlo, ad agosto, in un Consiglio dei ministri, vengono varati dei provvedimenti di ottima qualità già preannunciati a dicembre.

Per lo Stato obiettivo del progetto è dedicare più attenzione ai «diversamente abili» (che orrore!) ed alle famiglie in tutte le fasi della loro vita. Ecco le novità: nuove agevolazioni fiscali e previdenziali, regole più semplici per il riconoscimento dell’invalidità, interventi più incisivi a favore dei bambini disabili. Si prevede poi la creazione di comunità alloggio per disabili che abbiano perso i genitori. Infine, vera novità, verrà attivata una nuova figura assistenziale ad hoc per il disabile: l’amministratore di sostegno cui spetterà il compito di tutelarne giuridicamente la qualità di vita. Sarà a disposizione del disabile e della sua famiglia. Quest’ultimo risvolto, ha sottolineato la ministra Turco, è importante perché molti genitori, specie se anziani, vivono con grande angoscia l’interrogativo: cosa sarà di mio figlio quando io non ci sarò più? L’amministratore di sostegno farà, per così dire, le veci del familiare seguendo la vita del disabile e tutelandolo nella sua persona.

Il finanziamento del progetto conterà sui proventi delle lotterie dei monopoli. Una forma alquanto strana per finanziare un progetto che pare, stando ai numeri forniti dal Ministero stesso, interessa la sorte di tre milioni di italiani non in grado di provvedere a se a tessi. Ma tant’è, “pecunia non olet” dicevano una volta.

A breve la ministra farà seguire un’altra iniziativa, per ora solo preannunciata nel corso della presentazione del progetto alla stampa: retribuire i lunghi periodi di congedo necessari ai genitori di bambini disabili per seguirli. In verità una legge per il congedo dal lavoro esiste già. È infatti possibile, per gravi motivi familiari, ottenere un congedo di due anni, ma rinunciando alla tutela previdenziale ed allo stipendio, più che mai indispensabile quest’ultimo a chi deve far fronte a spese straordinarie come la cura di un figlio disabile. La proposta avanzata in agosto prevede la piena retribuzione e la tutela previdenziale per i genitori in queste particolari situazioni. Lo Stato insomma riconosce l’impegno e la fatica di quelle famiglie che, ogni giorno, conciliano con grande sforzo la cura del congiunto disabile e l’indispensabile entrata economica rappresentata dall’attività lavorativa.

Il Consiglio dei ministri ha accolto anche questa proposta impegnandosi a trovare la copertura necessaria (i soldi) nella prossima finanziaria. Senza voler fare i conti in tasca al Governo diciamoci subito che la convenienza economica è perlomeno reciproca: costa infatti più un ragazzo tenuto in istituto, o simili, 24 ore al giorno o mettere i genitori in grado di provvedere da sé alla sua cura?

In ogni caso un progetto di grande respiro quello presentato, che vede coinvolti tutti i Ministeri nella sua realizzazione, al fine di sviluppare la massima sinergia nella direzione di integrare i disabili nella società.

Che dire? Che a maggio eravamo stati frettolosi nello sparare giudizi critici sul fiume di parole della prima Conferenza nazionale sull’handicap? Ancora non lo sappiamo perché, dopo quell’evento siamo passati alla conferenza stampa d’agosto ed arriveremo a quella di dicembre per il varo della finanziaria e a quelle di marzo per le elezioni. Perché, non lo sapevate? L’anno prossimo ci saranno le elezioni ed anche un voto val bene una conferenza, di qualsiasi tipo.

Quindi vigilate gente, vigilate prima, durante e dopo la finanziaria, perché quelle fatte ad agosto non siano promesse da ombrellone.

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