Luglio. Dal Comune di Trento parte la richiesta alla Provincia, ente finanziatore, di eseguire dei controlli sulla conduzione amministrativa dell’Atsm (Associazione Trentina Sclerosi Multipla), sede in via Taramelli.
L’assessore comunale alle politiche sociali Letizia De Torre sospetta irregolarità contabili e modi impropri di svolgere l’attività. Paventa che, continuando la gestione del centro di riabilitazione nei modi attuali, si possano avere conseguenze sulla qualità dei servizi erogati ai frequentatori ai quali va invece garantita continuità assistenziale e organizzativa.
Certo da tempo ormai sussurri e pettegolezzi giravano incontrollati sulla gestione quasi “a conduzione familiare” dell’associazione, si parlava di sprechi, favoritismi, spese incontrollate ma nessuno si sarebbe mai aspettato una soluzione così drastica e fulminea.
Una decisione opportuna quella dell’assessore De Torre: il potere politico, dopo aver concesso il tanto sospirato finanziamento a queste cooperative “a fondo perduto” deve star ben attento alla loro gestione in quanto non sono mancate in passato sorprese e, stando ad altri sussurri e pettegolezzi, altre non ne mancheranno a breve.
Oltretutto, evitare uno spreco equivale a trovare i soldi per fronteggiare un altro bisogno.
Agosto. In città ci sono da mesi 18 autobus attrezzati per consentire la salita e la discesa a soggetti in carrozzina ed altri otto entreranno in servizio entro la fine anno. Il grosso del problema è l’adeguamento delle fermate del trasporto urbano in modo da agevolare la salita e la discesa delle carrozzine. Ma perché non sono stati acquistati direttamente dei mezzi che non necessitino di questi costosi adeguamenti alle fermate come avvenuto in altre città italiane ed europee? Lungo la linea 13, da piazza Dante all’ospedale e viceversa, sono in via di predisposizione cinque fermate: quella davanti alla stazione dei treni, le due presso l’ospedale Santa Chiara in via Gerola e via Bolghera e altre due in via Giusti. In un paio di mesi saranno completate quelle della stazione e dell’ospedale mentre per via Giusti ci vorrà più tempo.
Sono in fase di messa a punto anche cinque mezzi del servizio extraurbano ma, spiega l’assessore provinciale Grisenti «Non è facile! Sulle nostre strade di montagna i mezzi ribassati troverebbero difficoltà insormontabili di manovra. Atesina e Trento – Malè si stanno comunque attrezzando con l’ulteriore acquisto di due pullman granturismo a norma per il trasporto dei disabili».
Altra rilevante novità per i disabili: il rilascio gratuito di un titolo che ne consente la libera circolazione sui mezzi pubblici. Nella categoria disabili rientrano: i portatori di handicap, gli invalidi civili, per lavoro con una percentuale di invalidità superiore al 74 per cento e gli invalidi di guerra o per servizio appartenenti alle categorie dalla prima alla quarta, i non vedenti purché in possesso di tessera rilasciata dalle associazioni che li rappresentano o di referto rilasciato dalla commissione per il riconoscimento della cecità con limite di vista di un decimo. É facile dire «potete viaggiare gratis» ma su quali autobus? Sono in circolazione mezzi accessibili a queste categorie di disabili? I disabili chiedono biglietti gratuiti o mezzi accessibili?
Tutti comunque possono richiedere all’Ufficio Trasporti della Provincia, via Vannetti 33, primo piano, una carta disabili, presentando il quale a qualsiasi biglietteria dell’Atesina o Trento-Malé otterranno la tessera di libera circolazione annuale su tutti i mezzi urbani ed extraurbani di tali società (esclusa quindi la linea Trento – Venezia).
La richiesta, avanzata dall’Associazione Mutilati ed Invalidi di Trento, presieduta da Vincenzo Loss, è stata accolta dal Consiglio provinciale con un emendamento alla prima stesura della Legge provinciale sui Trasporti Pubblici.
Settembre. Dopo che il comitato anziani della casa di riposo F. Gubert di via Veneto ha denunciato con un esposto “disfunzioni e carenze assistenziali”, l’assessore provinciale Magnani ha deciso di verificare la fondatezza delle accuse inviando degli ispettori. Questi hanno visitato i diversi piani dell’edificio cercando di appurare il rispetto dei parametri della Provincia in materia di gestione dei servizi sanitari e di assistenza infermieristica. Hanno poi controllato le modalità di conservazione dei medicinali ed effettuato sopraluoghi nelle cucine e nei servizi igienici.
Non pare siano emerse carenze sostanziali nella conduzione della casa di riposo: la mancanza di personale è attribuita a quella più generale che riguarda tutta la sanità mentre altre disfunzioni non sarebbero che il frutto che di incomprensioni tra la direzione ed i parenti degli assistiti.
Nell’attesa che la relazione sulla gestione complessiva della struttura venga resa pubblica, diciamo che bene ha fatto l’assessore Magnani ad ordinare, come nel caso Atsm, l’ispezione: eventuali storture o inefficienze nel settore dell’assistenza agli anziani sono ancor più intollerabili che in qualsiasi altro campo. Oltretutto la Provincia “scuce” un contributo di tre milioni per assistito ed è bene controllare come questi vengono impiegati.