Design for all

Quando si pensa al Design, si pensa subito all’oggettistica, al lusso, al pezzo unico, senza sapere che ogni giorno nel nostro quotidiano è con noi: dal comodo letto che ci abbraccia al mattino, passando alla moka del caffè fino alle chiavi per chiudere casa. Insomma il Design è sempre ovunque.

Esiste una disciplina nata nel 1993, fondata dall’ EIDD (European Institute for Design and Disability), con lo scopo di creare ambienti, sistemi, prodotti e servizi fruibili in modo autonomo per tutti, coinvolgendo la diversità umana nei progetti, chiamata Design for all (DfA, correlazione del termine Universal Design)

Essa è una fusione tra il funzionamento scandinavo degli anni ‘50 e il design ergonomico degli anni ‘60, nato dallo sfondo politico sociale della scandinava del welfare che generò il concetto della “società per tutti”, pensando in primis all’accessibilità.

Il “DfA” riguarda principalmente due aspetti: la base dei principi dell’ergonomia e la  progettazione partecipata. Ciò ha l’obiettivo di non fare interventi specialistici e quindi non rendere percepibile, oltre che adatta a solo un gruppo di persone, la soluzione particolare; migliorando la qualità del servizio per tutti gli utenti, senza discriminazioni di sorta.

Progetti qualità DfA

Nel 1997 la disciplina prende un carattere più definito attraverso la formulazione di principi sviluppati da tecnici e progettisti specializzati in materia. Tali sono:

1.- Equità: utilizzabile da chiunque, in maniera identica quanto è possibile, altrimenti equivalente, al fine di evitare di stigmatizzare l’utente.

2.-  Flessibilità: adattandosi alle diverse abilità scegliendo la modalità di uso.

3.- Semplicità: al fine di eliminare la complessità, soddisfacendo un’ampia gamma di capacità culturali e fornendo informazioni coerenti alla loro importanza.

4.-Percettibilità: comunica le informazioni necessarie in modo efficace per l’utente utilizzando diversi modi (grafico, acustico, tattile) per una comunicazione ricca di informazioni essenziali.

5.-Tolleranza all’errore : cioè minimizzare rischi o azioni non volute inglobando tutti, così da capire tutti gli elementi e prevedere la predisposizione di dispositivi di sicurezza.

6.-Contenimento dello sforzo fisico: la soluzione deve funzionare in modo confortevole e senza fatica.

7.-Misure e spazi sufficienti: ovvero rendere lo spazio idoneo, fornendo delle soluzioni appropriate per l’utilizzo, prendendo in considerazione le caratteristiche dell’utente.

In Italia il DfA è ancora in fase di avvicinamento, ma bisogna ancora conoscere e creare un approccio più vicino sul tema.

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