Dieci candeline di assistenza

Data: 01/04/01

Rivista: aprile 2001

Lo scorso febbraio ha compiuto dieci anni la cooperativa di assistenza domiciliare SAD, sorta nel 1991 per dare a persone in difficoltà per il peso degli anni, ma non solo, la possibilità di vivere ancora con un piccolo aiuto una vita autonoma.
Grazie all’intervento dei suoi operatori, molti anziani oggi non temono più di essere “sbolognati” alle prime difficoltà fisiche o mentali in una casa di riposo ma si vedono messi in condizione di rimanere nella propria abitazione e di continuare a frequentare quei posti che fin lì hanno scandito lo scorrere della loro vita: la visita quotidiana ai nipotini, le chiacchiere al bar, la passeggiata col cane, la domenica alla partita…

Poter vivere insomma una vita ancora piena e all’altezza di essere vissuta con il piacere di esserci tra gli altri ancora attivi e non sopravvivere dimenticati e passivi in qualche istituto per vecchietti.

Noi di pro.di.gio. abbiamo approfittato di questo compleanno per parlare della cooperativa e più in generale di assistenza domiciliare con uno dei suoi fondatori, Diego Agostini. Lo abbiamo incontrato nella sede di via Zara.

Allora Diego, come nasce la cooperativa, chi siete?

Siamo una bella realtà nata da sola e senza grandi aiuti, 10 anni fa. Allora l’assistenza domiciliare era agli esordi: c’era quella fornita dal Comprensorio con suoi operatori, quella della Coop. F.A.I., un po’ di volontariato e molto lavoro in nero.
In due, io e l’attuale presidente Roccabruna, decidemmo di fondare la SAD mettendo assieme alcune persone che già prestavano assistenza a domicilio per proprio conto e al di fuori di ogni regola. Non avevamo una grande esperienza però eravamo ben decisi a tentare. L’assessore alle attività sociali del comune di Trento, Giorgio Paolino, ci venne incontro autorizzandoci in via sperimentale 3000 ore di servizio. La prova riuscì e il Servizio Attività Sociali ci propose una convenzione di 4 anni: il 18 febbraio ’91 fu il primo giorno di lavoro. Dopo un solo anno eravamo già quindici soci e da allora è stata una progressione rapida sia nella qualità che nella quantità dei servizi offerti. Oggi la cooperativa conta su 55 soci e 10 dipendenti, senza grandi problemi di bilancio e, lo dico con grande soddisfazione, con un buon clima aziendale.

Chi sono, per così dire, i clienti della cooperativa?

Oggi, sabati e domeniche comprese, assistiamo 160 persone, delle quali una cinquantina vivono da sole. L’utenza molto ampia, si spazia dai minori agli anziani, dall’affetto del morbo di Alzheimer, all’arteriosclerotico fino al malato terminale.

Unica condizione è che abbiano una certa autosufficienza perché il servizio a domicilio non può andare, nella settimana, oltre le 30 ore di assistenza. Nelle ore rimanenti l’utente rimarrebbe solo e questo sarebbe inaccettabile se è incapace, ad esempio, di mangiare o bere da solo oppure è pericoloso per se stesso: cosa potrebbe succedere? Quando un soggetto non ha più un livello minimo di autosufficienza e i familiari non sono in grado di seguirlo, non resta che la casa di riposo. Bisogna dire chiaramente che gli interventi della cooperativa sono integrativi e non sostitutivi delle cure parentali, non possiamo sostituire i familiari ai quali spetta il compito più importante.

Chi sono gli operatori? Qual è il loro livello di preparazione?

La cooperativa prepara i suoi operatori con appositi corsi tenuti nella sede di via Zara indipendentemente dal fatto che abbiano già seguito un corso di formazione o una scuola per proprio conto. Si tratta di 12 – 15 ore minime indispensabili per introdurre il nuovo operatore in questo lavoro e nell’ambiente in cui dovrà agire. La formazione è molto dinamica, siamo in grado di formare personale capace di intervenire su quasi ogni bisogno praticamente nello stesso momento del suo presentarsi. Queste ore sono un minimo, un’infarinatura, con cui la cooperativa intende istituire con il proprio operatore un patto formativo a lunga scadenza al fine di garantire i propri utenti sulla qualità del servizio, ma il processo di formazione continua con stage di aggiornamento e affiancamenti nella la pratica quotidiana.

In cosa consiste l’intervento dell’operatore?

Innanzitutto è un servizio alla persona: igiene, aiuto a vestirsi e un po’ di compagnia. Si tratta del minimo indispensabile per mettere l’assistito in condizione di affrontare la giornata con le sue forze. Oltre questo, l’operatore fa le pulizie ed anche il bucato se in casa c’è la lavatrice, tiene in ordine l’ambiente, prepara il pranzo e la cena e, se l’utente deve andare dal medico per una visita, in farmacia o altro, lo accompagna. Se necessario va anche a fargli la spesa, basta che l’assistito chieda all’assistente sociale di inserire questa mansione nel progetto.

In che ore offrite il vostro servizio?

Per quanto riguarda il servizio a domicilio, la cooperativa apre alle 7.30 e chiude alle 20 mentre per quello di allettamento serale va avanti fino alle 23.

C’è anche un servizio notturno tra le 21 di sera e le 7 di mattina ma soltanto negli ospedali ed a richiesta di particolari Enti Pubblici che ci richiedono una presenza continua in favore dei loro pazienti in quanto questi ultimi non hanno un sufficiente equilibrio psichico.

Quali sono i costi per chi chiede il servizio?

Siamo una cooperativa di soci lavoratori che opera sul mercato vendendo la sua organizzazione e il suo lavoro all’ente pubblico che, a sua volta, lo traduce in servizi al cittadino. Le tariffe sono determinate dal comune in funzione del reddito dell’utente e oggi variano tra la gratuità e il tetto massimo di 17.000 lire. Sotto questo aspetto però la cooperativa non ha alcuna voce.

Come funziona la cooperativa?

La cooperativa è a tutti gli effetti un’azienda che vende la sua opera e si finanzia con il ricavato: lo scorso anno il bilancio è stato sui 2 miliardi e mezzo con un’utile di 25 di milioni. Come ogni cooperativa sociale, anche la nostra è senza scopo di lucro: gli eventuali utili vengono reinvestiti nell’azienda nel miglioramento della struttura, in formazione, in acquisto di attrezzature e mezzi, ecc.

La richiesta di intervento è molto alta e avremmo bisogno di più personale ma non è facile trovarne. In ogni caso abbiamo probabilità di ulteriore crescita, cosa questa che ci riempie di soddisfazione.

I vostri operatori vengono a contatto con gli aspetti più privati della vita di un utente. Come tutelate la sua riservatezza?

La vita privata dell’utente cerchiamo di difenderla al meglio: tutti gli operatori sono severamente vincolati al segreto professionale. A loro vengono forniti soltanto i dati indispensabili mentre le informazioni raccolte dall’assistente sociale sono visionabili esclusivamente in ufficio. Dietro autorizzazione dell’utente stesso, la cooperativa può prendere in consegna le chiavi di casa, quando ad esempio egli è sordo oppure ha grandi difficoltà a venir aprire la porta o il cancello d’entrata.

Diego, chi dopo aver letto questo articolo fosse interessato al servizio, come deve fare?

Chi pensa di averne bisogno per sé o per un familiare deve recarsi nella sede staccata del municipio in via Bronzetti e chiedere un incontro con l’assistente sociale di zona cui esporrà il problema. Questa gli indicherà alcuni adempimenti burocratici quali presentazione del reddito dell’interessato e del nucleo familiare, dopodiché verrà concordata una visita a casa dell’utente per prendere visione delle necessità e stilare una breve relazione. Se l’intervento viene valutato necessario, la richiesta è trasformata in un progetto assistenziale, entrerà in lista di attesa e segnalato alla cooperativa la quale insieme all’assistente sociale si prende in carico la situazione, si cerca di individuare l’operatore più idoneo e quindi dà il via all’intervento concreto.

Diego, per concludere, dammi un giudizio finale e riassuntivo di dieci anni di cooperativa SAD.

Senza dubbio a mio parere un giudizio positivo perchè vi è stato un costante impegno per una crescita qualitativa e in tanti anni non abbiamo mai pensato di essere arrivati, in ogni caso, sarebbe meglio chiederne una conferma agli utenti del servizio ed ai nostri committenti.

Naturalmente, come ogni compleanno anche questo merita di essere ricordato con una festa organizzata per il 19 maggio all’auditorium S. Chiara. Con questa celebrazione, la cooperativa intende ringraziare la città di Trento e le sue autorità per averla messa nella condizione di svilupparsi al meglio, i propri soci e dipendenti che, anno dopo anno, hanno contribuito con il loro lavoro a farla crescere. I festeggiamenti saranno introdotti da qualche breve discorso sui dieci anni di storia della cooperativa e sulle sue prospettive dopo di che spazio ad un allegro e gustoso buffet. Alle 20.30 Castelli terrà un monologo “Cielo dipinto”, un lavoro sul genere di “Sol”: l’autore rivede come in sogno la sua gioventù, i suoi nonni, il suo paese finché diventando grande nel racconto questo sogno svanisce. Chiunque desideri partecipare sarà il ben venuto! Biglietto d’ingresso indicativo per la serata si aggira sulle 15.000 con incasso devoluto ad un piccolo ente di beneficenza, il “Centro aiuto alla vita”. Si tratta di un’associazione di volontariato che aiuta ragazze e donne in gravidanza costrette per un qualsiasi motivo, ad abbandonare la propria casa. Negli appartamenti messi a disposizione dal centro le future madri possono portare a termine la gravidanza protette e con serenità.

La cooperativa ha pensato questo gesto come atto di sensibilità anche verso le proprie operatrici che rappresentano la maggioranza del personale.

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