Disabili in vacanza

Data: 01/02/05

Rivista: febbraio 2005

Elisa era giunta a pro.di.gio. inviata dal Servizio Civile con l’incarico di collaborare con noi per un anno. Studentessa universitaria, alternava il suo impegno in ufficio con quello sui libri in preparazione della sua tesi in Mediazione Linguistica. Argomento scelto: il livello di accessibilità dei servizi turistici trentini agli utenti diversamente abili. Il 15 dicembre scorso Elisa si è laureata con 110 e lode! A lei i nostri complimenti ed ai lettori un breve ma interessante sunto della tesi curato dalla stessa Elisa: buona lettura! Ugo Bosetti


La tesi che ho presentato per ottenere la laurea in Mediazione Linguistica verte su un argomento purtroppo ancora poco trattato, ma di notevole importanza, soprattutto in una provincia come il Trentino che tanto deve e che altrettanto investe nel settore turistico.

Si tratta di una ricerca sul livello di accessibilità dei servizi turistici trentini agli utenti diversamente abili. L’analisi è stata abbastanza complicata, sia per la mancanza di una bibliografia a cui far riferimento, sia per la difficoltà di definire cosa davvero sia il turismo accessibile. Quest’ultimo ostacolo è dovuto principalmente alla gran varietà di disabilità esistenti che conferiscono, di caso in caso, una diversa sfumatura alla parola accessibilità. Altro aspetto da non sottovalutare è l’evoluzione che il termine ha subito nel corso degli anni: se inizialmente era posto in relazione solo con l’abbattimento di barriere nell’ambito architettonico, urbanistico e dei trasporti, adesso ci si concentra di più su quelle di tipo sociale, culturale, comunicativo e psicologico.

Durante la stesura della tesi ho avuto modo di entrare in contatto con la ricca e variegata vita associativa della provincia di Trento e ho potuto verificare che sono proprio le piccole associazioni, formate spesso dai disabili stessi, a compiere gli sforzi maggiori per la creazione di un’offerta turistica aperta davvero a tutti. In particolare ho analizzato la storia, le proposte e i progetti futuri di alcune associazioni che si occupano quasi esclusivamente di turismo e sport per persone con disabilità, SportAbili, Andino, BaseItalia, o che offrono informazioni specifiche sull’argomento, come la Coopertiva Handicrea. Le loro moltissime iniziative e il numero di partecipanti sono stati sicuramente la testimonianza migliore di quanto sia ampia la fetta di mercato che ha interesse alla creazione di un turismo accessibile a qualsiasi cittadino, indipendentemente dalle sue capacità fisiche e intellettive.

Ho dato grande spazio anche all’analisi dei diversi tipi di turismo che si possono praticare in Trentino. A farla da padrone è il turismo di montagna, con le varianti estiva e invernale ma, soprattutto a Trento e Rovereto, esiste anche un fiorente turismo urbano. Come mi aspettavo, il capoluogo di provincia è una città davvero accessibile a chiunque: le strade e i marciapiedi del centro storico come le chiese, i musei e buona parte dei locali pubblici.

È stata invece una sorpresa scoprire quante fossero le attività che un turista disabile può intraprendere quando viene a visitare le nostre montagne. Grazie soprattutto all’impegno delle associazioni che ho nominato in precedenza, è possibile praticare molti sport estivi – dal rafting all’equitazione, dal tennis alla bicicletta – e quasi tutti quelli invernali. Naturalmente è sempre fondamentale l’assistenza di personale qualificato e l’utilizzo di ausili adatti. È poi importante tener presente che non tutte queste attività sono accessibili a tutti i tipi di disabili: vanno tenuti in considerazione i limiti oggettivi che, purtroppo, la disabilità provoca e che spesso non possono essere superati.

Mi sono concentrata molto anche sullo studio dell’accessibilità dei sentieri e dei percorsi montuosi trentini: sembrava davvero una sfida difficile riuscire a far giungere anche i diversamente abili tra i nostri boschi, nelle malghe e sulle cime delle Dolomiti. In realtà ho potuto verificare che sono già molti i percorsi accessibili e le iniziative in questo senso.

Gli interventi per rendere accessibile un percorso di montagna sono meno costosi di quello che si potrebbe pensare: è sufficiente porre un po’ di attenzione ad aspetti quali l’ampiezza e la pendenza del sentiero, al fondo e alle zone di sosta. Il tutto senza dimenticare il rispetto per il patrimonio naturale della nostra regione.

Altro aspetto fondamentale del turismo accessibile è quello che riguarda gli alberghi. Per comprendere al meglio cosa significhi rendere accessibili un hotel all’utenza con disabilità ho studiato da vicino due casi che mi sono stati segnalati per l’alto grado di accessibilità: l’Hotel Everest e l’Ostello della Gioventù di Trento.

Parlare con i gestori e vedere da vicino le strutture è stato illuminante per comprendere come non sia difficile realizzare locali accessibili a tutti nei casi di edifici nuovi e ristrutturati. La situazione si complica un po’ se l’albergo occupa una costruzione vecchia, magari con scale, senza ascensore: in casi come questi gli interventi per l’accessibilità diventerebbero molto onerosi e complicati.

Mi è sembrato altrettanto utile confrontare la situazione generale della Provincia di Trento con quella di una zona vicina, ossia l’Alto Adige. Per molti aspetti ho potuto riscontrare un clima generale simile anche se Bolzano sembra superarci di qualche lunghezza nel campo dell’informazione e della ricettività alberghiera.

L’aspetto informativo risulta di particolare importanza perché spesso l’offerta turistica per i cittadini diversamente abili c’è, e come nel caso specifico trentino è anche abbastanza ampia e variegata, ma manca un’appropriata rete informativa: mancano ancora, sia a livello nazionale che locale, guide turistiche specializzate e siti internet sull’argomento. Per questo motivo spesso i disabili non riescono ad approfittare delle iniziative a loro dedicate e rinunciano alle loro meritate vacanze!

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