Il soggetto è disposto ad impegnarsi quando la speranza di successo supera la paura dell’insuccesso, altrimenti prevale il senso di vergogna ed inattività. (Atkinson)
Che cos’è
La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente nonostante un’istruzione idonea, un’intelligenza adeguata, un’integrità neuro-sensoriale ed un ambiente socio culturale favorevole. Non è da considerarsi una malattia perché non può essere curata ma può essere migliorata attraverso strategie adeguate. Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica. Per questo si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara attraverso la pagina scritta.
La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e talvolta anche in altre attività mentali. Di solito è comunque un bambino intelligente e creativo (per avere una diagnosi di dislessia non deve esserci un disturbo dell’intelligenza).
Il fenomeno della dislessia riguarda in Italia circa il 5% dei bambini e delle bambine senza patologie preesistenti, ma nella scuola accade purtroppo che il loro disagio psicologico, le loro reazioni e strategie di mascheramento sono interpretate talvolta come scarso impegno, pigrizia, svogliatezza.
Come si manifesta
Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici: inverte lettere e numeri (12/21) e sostituisce lettere (m/n; v/f; b/d); a volte non riesce a imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza (alfabeto, giorni della settimana, mesi); può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra-sinistra, ieri-domani, mesi-giorni). In alcuni casi può avere difficoltà ad esprimere verbalmente ciò che pensa, difficoltà in alcune abilità motorie (es. allacciarsi le scarpe), nel calcolo, nella capacità di attenzione e concentrazione, nel copiare dalla lavagna, nell’organizzare le proprie attività scolastiche e prendere nota delle istruzioni impartite oralmente.
Talvolta perde fiducia in se stesso e può avere alterazioni del comportamento.
Come affrontarla
Consigli per i genitori
Più tardi la difficoltà del bambino viene riconosciuta più il problema si complica. Essere un genitore di un bambino con difficoltà di apprendimento è una delle più grandi sfide della vita. E’ importante consultare degli specialisti per fare una diagnosi precisa che permetta di capire cosa sta succedendo evitando gli errori più comuni come colpevolizzare il bambino o attribuire la causa a problemi psicologici determinando sofferenze e frustrazioni. Si va incontro al bambino mettendo in atto aiuti specifici a casa e in classe come concedere tempi più lunghi per i compiti, l’uso della calcolatrice e del computer, l’uso del registratore, ecc. Questi ausili vanno dati con generosità, vanno introdotti in un clima positivo e motivante per il bambino, che va incoraggiato all’uso, talvolta anche spinto. Non devono essere visti come un modo per avere qualcosa in cambio da lui ma come una prescrizione di una protesi o la fruizione di un vero e proprio diritto. E’ necessario sostenere il bambino dandogli fiducia, non colpevolizzarlo, informarsi il più possibile sul problema e informare la scuola, che da parte sua si sta preparando, seppur con qualche lentezza, a questa difficoltà.
Accorgimenti a scuola
Fondamentalmente il problema si lega all’automatizzazione della lettura, che si stabilizza verso la fine della seconda elementare. Prima si possono notare solo dei segni che fanno pensare a successive difficoltà di lettura, mentre la diagnosi vera e propria non può essere fatta prima della terza elementare. La scuola è tenuta ad acquisire conoscenza del problema attraverso una formazione specifica di almeno un insegnante per istituto, in modo da riconoscere il disturbo ancora nel primo ciclo di scuola elementare e segnalare il problema quando l’andamento del bambino non convince, senza attendere il quesito se bocciarlo o richiedere il sostegno.
In sintesi può operare su alcuni settori principali di intervento:
A chi rivolgersi
AID – Associazione Italiana Dislessia
E’ formata da genitori, insegnanti, operatori sociosanitari che vogliono aiutare i bambini dislessici ed è un’organizzazione senza scopo di lucro (Onlus)
Sede nazionale: AID – Associazione Italiana Dislessia Onlus, Via Testoni 1, 40123 Bologna, tel. 051/270578; fax 051/274784. Indirizzo web: www.dislessia.it / e-mail: aidbo[AT]libero.it
Referente per il Trentino:Tiziano Colombari, tel. 0464/436819; cellulare 328/1853295; e-mail: sutiz[AT]ciaoweb.it
HELP LINE
Tel. 051/270578. E’ un servizio telefonico gratuito di consulenza sui problemi legati alla dislessia e più in generale alle difficoltà nella lettura e nella scrittura. Il servizio è offerto a quanti, insegnanti, operatori, familiari, si trovano di fronte a quello che sta diventando un problema di grande rilevanza sociale.
Oggi, attraverso la diagnostica precoce, la riabilitazione e quanto è offerto dalle nuove tecnologie multimediali, è possibile almeno ridurre il danno che le difficoltà nell’uso del mezzo scritto portano al processo di apprendimento e quindi all’integrazione sociale dei soggetti affetti da questo problema.
Avvalendosi di personale specializzato, con HELP LINE l’associazione vuole fornire uno strumento rapido, immediato e accessibile a tutti per orientare gli utenti, aiutandoli a reperire informazioni sulle risorse ed i mezzi utili ad affrontare il problema.
Servizio Istruzione e Assistenza Scolastica
Ufficio Servizi Scolastici, Via Gilli 3, tel. 0461 497235-6; Fax 0461 497216.