Dylan Dog

Data: 01/12/09

Rivista: dicembre 2009

Dylan Dog è l’unico Indagatore dell’Incubo al mondo. La paura lo affascina, ne ha fatto un mestiere.

Meno fantasticamente, egli è un personaggio immaginario, protagonista del fumetto horror Dylan Dog, edito dalla Sergio Bonelli Editore e ideato da Tiziano Sclavi.

L’abbigliamento è uno degli elementi caratteristici di questo personaggio (un altro è proprio il suo lavoro: egli indaga l’occulto occupandosi, alla stregua di un detective privato, di casi che rasentano l’assurdo e il paranormale): veste sempre allo stesso modo (tranne pochissime eccezioni), camicia rossa, giacca nera, jeans blu e scarpe Clarks chiare.

Dylan Dog è astemio dopo aver avuto un passato da alcolizzato, anche se già nel secondo albo lo si vede bere una birra in bottiglia (che nella Granderistampa è stata “trasformata” in aranciata). In molti albi, inoltre, si definisce, o viene definito da Groucho, «un astemio che si dimentica spesso di astemiarsi». Oltre ad essere astemio Dylan è vegetariano abitudine probabilmente dovuta al suo grande amore per gli animali. Anche per questo, la figura di Dylan Dog è stata spesso (soprattutto durante le vacanze estive) al centro di campagne animaliste e contro l’abbandono degli animali.

Le avventure dell’ “indagatore dell’incubo” contengono spesso e volentieri messaggi utili e positivi per la società (disincentivi al consumo di alcool e droghe, rispetto della natura e degli animali, attenzione ai più deboli, condanna dei tanti orrori quotidiani di una società) giocando sul contrasto con uno dei fili conduttori del fumetto: la violenza “splatter” e l’orrore, rigorosamente rappresentati con un’ accezione negativa, sfruttandone solo gli aspetti enfatici e spettacolari.

Doverosa è la citazione di qualche personaggio comprimario:

Groucho è l’assistente di Dylan. Il personaggio, del quale neanche Dylan conosce il vero nome, è sosia del comico Groucho Marx, dal quale prende numerosissime battute. Sebbene sempre trattato male da Dylan (molte volte minaccia di licenziarlo) ha per lui quasi la funzione di fratello.

Bloch è l’ispettore di Scotland Yard e Dylan è stato in giovinezza uno dei suoi migliori agenti. Tra i due il rapporto esistente è molto vicino a quello tra padre e figlio.

“Johnny Freak” (su cui ci soffermeremo in quanto rappresenta un ottimo esempio di “congiunzione” tra Dylan e la disabilità): Compare solo nell’omonimo episodio ma ha una grande importanza, in quanto “figlio” spirituale di Dylan.

Johnny Freak

“Johnny Freak” è una delle storie più toccanti di Dylan Dog e sin dalla sua prima pubblicazione, nel giugno 1993, è entrata a far parte degli episodi più amati dai lettori.

Una sera Dylan Dog incontra per caso un ragazzo orribilmente mutilato, senza gambe; alcuni organi interni che risultano asportati in maniera perfetta. Dopo diverse indagini, Dylan Dog scopre che il ragazzo, che ha chiamato nel frattempo Johnny (Il soprannome “Freak” è dovuto alle menomazioni subite, gli erano state amputate le gambe e asportati un rene e un polmone) e che è dotato di un grandissimo talento per la pittura e per la musica, è stato ridotto in quello stato dal suo patrigno, che ha utilizzato le gambe e gli organi asportati per trapiantarli su suo figlio, affetto da una rarissima malattia che erode gli organi (un evento simile sembra sia realmente accaduto). Dopo una colluttazione con quest’ultimo Johnny viene colpito da una pallottola ed è in fin vita. Nel frattempo il fratellastro ha avuto una crisi a causa della sua malattia e sta morendo per problemi cardiaci. Johnny, ormai conscio della sua imminente fine, in un gesto di estremo altruismo, annuncia la propria volontà di donare il suo cuore al fratello aguzzino.

Come avviene nelle migliori storie del fumetto, l’episodio è ricco di spunti su cui riflettere: la violenza tra le mura domestiche, la crudeltà verso gli animali (spesso più umani delle persone), la capacità di affrontare le avversità della vita e quella di perdonare, ma tutto questo riesce ad essere trasmesso attraverso i bellissimi disegni di Venturi e gli eventi che si susseguono sulle tavole senza bisogno di dialoghi stupidi e senza che il fumetto sfoci nella melassa.

Intelligente fino all’ultimo quando il finale, pur nella sua tragicità, apre a delle note di speranza.

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