Sappiamo tutti quanto sia difficile creare e mantenere una famiglia. Tutti siamo figli, genitori o nonni e sperimentiamo quotidianamente sulla nostra pelle le difficoltà della vita familiare. Adesso a Trento c’è qualcuno che può aiutarci. Si tratta del Punto Famiglie, nato su iniziativa del Servizio Attività Sociali del Comune e affidato all’A.M.A. (Associazione Mutuo Aiuto).
Siamo andati in Corso Buonarroti 51 ad incontrare le due operatrici sociali che si occupano del progetto, Antonia e Annalisa. Ci hanno spiegato che l’idea iniziale era quella di creare un luogo di incontro e di ascolto per tutte le famiglie, non solo per quelle impegnate nella gestione di situazioni particolari ma per chiunque senta il bisogno di confrontarsi sui piccoli e grandi ostacoli disseminati lungo il percorso di ogni nucleo familiare. Serviva un punto di riferimento generico per coppie, genitori e famiglie del territorio comunale, uno spazio di ascolto e confronto sulle dinamiche della vita familiare, di informazione e orientamento sui servizi e le risorse presenti, di prevenzione, di promozione dell’aiuto reciproco. E adesso tutto questo c’è.
“Il progetto era in cantiere già da un anno, ma ha preso forma da gennaio 2004”, ci hanno detto al Punto Famiglie, “fino a questo momento ci siamo dedicati alla rilevazione dei bisogni delle famiglie trentine, con incontri nelle varie circoscrizioni, e alla mappatura delle risorse. Abbiamo coinvolto quasi 170 persone”. Questa fase di rilevazione sociale era la base necessaria per fornire un servizio adeguato ed è culminata con un convegno tenutosi ad aprile, dove sono stati esposti i risultati.
“È emerso che il problema più pressante per le famiglie è quello dell’isolamento e della solitudine. Spesso si tratta di un auto-isolamento, imposto dalla mancanza di tempo da dedicare alle relazioni sociali e dalla difficoltà di conciliare lavoro e impegni familiari”, ci illustrano le due operatrici. Questo disagio, esasperato dalle difficoltà di carattere economico, viene percepito come una specie di ingranaggio ingestibile e sempre sul punto di rompersi. Un altro aspetto sottolineato nel corso di questi incontri è quello della cura di persone non autosufficienti, dal nonno che non riesce più a vivere da solo al parente disabile. Questi fattori risultano essere le principali cause del sorgere di problemi in seno alla famiglia.
Dal monitoraggio risulta, invece, una certa soddisfazione rispetto ai servizi offerti dal territorio, anche se a volte si lamenta qualche carenza riguardo agli aspetti relazionali. Si nota, cioè, una certa mancanza di accompagnamento psicologico alle famiglie nelle fasi del ciclo di vita. Ma le risorse nella zona di Trento ci sono, spesso manca solo un’informazione capillare che il Punto Famiglie si ripromette di promuovere.
L’ampia gamma delle associazioni e dei soggetti che si occupano di famiglia sul territorio rappresenta sicuramente una ricchezza, anche se a volte si è notato che l’impegno istituzionale e quotidiano delle associazioni non lascia loro molto tempo per coordinarsi e collegarsi efficacemente tra loro Questa nuova realtà potrebbe rappresentare anche una buona occasione per coordinare e unire le forze. È venuto a galla anche un certo bisogno di “territorializzazione” dei servizi perché le famiglie non hanno il tempo né la voglia di spostarsi troppo dalla loro zona di residenza. Per questo il Punto Famiglie si propone di collaborare attivamente con le Circoscrizioni e con il Polo Sociale.
Dopo questa prima fase, il nuovo servizio comincia ad essere più conosciuto e i primi utenti iniziano ad arrivare. Ma siamo solo agli inizi. “La fase sperimentale termina ad agosto, ma tutto sembra suggerire che il progetto non si fermerà. Stiamo quindi iniziando a delineare le idee per il prossimo autunno e speriamo di ricevere anche molte proposte di collaborazione e di iniziativa da parte di associazioni e singoli cittadini”, questo l’augurio che si fanno Annalisa e Antonia.