“Educazione di una canaglia” è l’autobiografia di Edward Bunker, come egli stesso dice un uomo “cresciuto dallo Stato della California”: da quando all’età di cinque anni viene spedito in collegio, trascorrerà gran parte della sua vita in scuole militari e riformatori, per arrivare a carceri minorili, prigioni e penitenziari di massima sicurezza.
Di questo parla il libro, del carcere, dei periodi di libertà (pochi e brevi) e di quelli di evasione. Descrive una Los Angeles che non c’è più, i cui bassifondi attirano la curiosità di un uomo che non riesce a sottostare alle regole imposte dalla società, attratto dalla compagnia di spacciatori e prostitute. Bunker offre una visione vera e cruda della vita che si svolge all’interno della prigione, descrive senza finzioni le relazioni che vi si stringono, il prezzo ed il valore che assumono le cose, le regole mai esplicitate che vigono tra detenuti e sorveglianti (“ la ragione è del più forte, un codice che ammette l’omicidio ma proibisce la delazione”). “Educazione di una canaglia” offre un’onesta descrizione di pestaggi, torture ed omicidi che per la realtà carceraria degli anni ‘50-‘60 erano all’ordine del giorno e si sofferma con un intero capitolo sugli agghiaccianti scontri razziali, con un quadro lucido e rigoroso, cogliendo la netta differenza tra la realtà esterna al carcere, che spingeva all’integrazione, e quella interna che vedeva la quasi totale segregazione.
Il libro parla anche delle coincidenze che portano un uomo, senza istruzione ordinaria ma con un quoziente d’intelligenza molto superiore alla media, ad essere il detenuto più giovane di San Quentin e a trascorrere quasi metà della propria vita in cella accanto ad assassini e criminali di ogni tipo, in isolamento o vicino al braccio della morte. Senza cercare giustificazioni, non è questo il senso del libro, Bunker racconta come sia difficile uscire dalla spirale del crimine quando come uniche conoscenze si hanno delinquenti e quando non si è mai ricevuto nulla dalla società oltre che violenza. La scrittura è la soluzione che l’autore trova: nel libro racconta come sin da piccolo si nascondeva sotto il letto dei dormitori per poter leggere e di come anni dopo decide di iniziare a scrivere e manda i manoscritti dei suoi romanzi, pagando le spese di spedizione vendendo mezzo litro di sangue, ad un agente letterario. “Educazione di una canaglia” termina proprio con la comunicazione di un romanzo venduto: ciò rappresenta l’opportunità di cambiare vita e per la prima volta la possibilità di operare delle scelte.
Uscito dal carcere, riesce finalmente a stare lontano dal mondo del crimine: oltre a continuare a scrivere romanzi di grande successo, in America e all’estero, lavora anche nel cinema, come attore (la sua parte più famosa è Mr. Blue nelle “Iene” di Quentin Tarantino) e come sceneggiatore.