“El tiempo pasa, vamos poniendo viejos”
“Il tempo passa, stiamo diventando vecchi”, così le prime parole d’una canzone argentina che ci insegna ad ascoltarci.
Cari amici, di sicuro state pensando che non ho scoperto niente di nuovo, si sa che il ciclo della vita è così. Si nasce, si cresce, si invecchia e si muore. Questo lo sappiamo da sempre, ma saperlo, viverlo e prendere consapevolezza del passare del tempo non è affatto facile. Neanche quando la nostra vita quotidiana ci dà segnali in continuazione, segnali così normali che tante volte passano inosservati, come quando prepari la valigia per le ferie e la tua borsetta delle medicine è più grande di quella dei trucchi. Oppure quando esci di casa con i tacchi alti, ma hai sempre pronte le scarpe basse in borsetta. E poi ti trovi con le amiche a parlare non di mariti o bambini, ma di vampate di calore, di pressione bassa, di menopausa e ti viene da ridere perché sembra che ci sia una gara a chi ha più sintomi. Cosi ci troviamo a scambiarci i dati omeopatici per stare meglio, invece di ricette di cucina come una volta. Ma niente ti fa pensare agli anni che passano, come quando tua figlia ti dice che va a vivere da sola, perché ormai ha ventitré anni ed è grande. Cosi, in questo cumulo di cambiamenti, ti trovi a parlare spesso dei tempi passati, della gioventù, aggiungendo che erano tempi migliori. Oh! quante volte ho sentito mia madre ripetere questa frase. Allora sì!! Io sono nella fase di consapevolezza, il tempo sta passando per me. E cosa devo fare? Ci si può preparare ad invecchiare? Di sicuro non posso fermare il tempo, non sarebbe neanche giusto, ma dalla mia esperienza lavorando con degli anziani, ho imparato tre cose fondamentali sulla vecchiaia, che adesso condivido con voi. La difficoltà ad accettare i cambiamenti fisici: si cammina più lenti, non si possono fare tutte le cose che si facevano prima. Spesso questa situazione si vive con angoscia, come una colpa, in certi casi come una vergogna. Invece di viverla come un percorso, una conoscenza del nostro nuovo copro, con lo spirito di capire ciò che riusciamo ancora a fare, anziché quello che facevamo solo una volta. La nostalgia: tanti anziani vivono ogni giorno con la tristezza della gioventù che se n’è andata, dei ricordi, ma peggio ancora di tutto quello che non sono riusciti a fare, quei sogni nel cassetto messi lì da parte, per mancanza di tempo, per lavoro, aspettando che fosse il momento giusto. Invece il momento non è mai arrivato e senza rendersene conto il tempo è passato, e quei sogni e passioni si sono persi in una vecchiaia piena di stanchezza. Ma senza dubbio la più brutta di tutte queste cose è la solitudine. La maggioranza di loro si sentono soli ed esclusi dal mondo, perché non hanno avuto figli, perché i figli non hanno tempo per loro. Tanti altri invece si sentono soli perché non hanno un cerchio sociale intorno a sé, perché non hanno creato nuove amicizie, né coltivato nuove passioni. Sono certa che invecchiare è un processo e come tale, sicuramente più complesso di come l’ho raccontato in queste righe, ma sono anche sicura che se riusciamo a capire queste tre cose possiamo vivere meglio la nostra vecchiaia. Infine non vorrei dimenticare di ringraziare tutti quelli né vecchi, né anziani, ma che simpaticamente definisco “diversamente giovani”, che si danno da fare ogni giorno per essere felici. Un grande grazie a tutti voi.
Fabiola Motta