Il dottor Alessandron Laudon, responsabile della dialisi peritoneale nell’U. O. di Nefrologia e dialisi dell’Ospedale Santa Chiara di Trento, s’è reso disponibile ad approfondire la tematica dialitica relazionata al contesto trentino.
Il reparto di Nefrologia dell’Ospedale Santa Chiara di Trento ha come Direttore responsabile il Dott. Giuliano Brunori e si occupa delle patologie renali acute e croniche utilizzando metodiche non invasive presso l’Ambulatorio, mininvasive presso il Day Hospital ed invasive in regime di ricovero ordinario.
I problemi ai reni come si traducono in cifre sul territorio trentino?
L’insufficienza renale è una patologia che colpisce nella sua forma lieve-moderata fino al 5% della popolazione e, nella sua forma più grave, attacca i reni non più funzionanti che vengono sostituiti dalla dialisi o dal trapianto, fino allo 0.1% della popolazione.
Questi dati calati nella realtà trentina si traducono in circa 20-25mila persone con insufficienza renale (dallo stadio 1° al 4°) e circa 500 persone con insufficienza renale allo stadio 5° (dialisi o trapianto di rene).
Nel corso della sua esperienza quali sono i comportamenti scorretti che ha spesso riscontrato nei pazienti e che dovrebbero essere limitati per prevenire problemi renali? Quali possono essere gli accorgimenti che consiglia per evitare l’insufficienza renale ed un eventuale percorso di dialisi?
Le principali cause dell’insufficienza renale sono le glomerulonefriti, l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, le malattie autoimmunitarie e le patologie urologiche ostruttive.
Se alcune di queste malattie non si possono prevenire perché su base genetica o idiopatica, per altre, come l’ipertensione arteriosa ed il diabete mellito, sicuramente dei corretti stili di vita possono aiutare alla loro prevenzione o cura.
Questi accorgimenti sono: seguire una sana alimentazione, evitando gli eccessi di sale, zuccheri e grassi, praticare una costante attività fisica (è sufficiente una passeggiata di 45’ al giorno) ed evitare il fumo.
Su mezzo migliaio di pazienti sottoposti a dialisi nella Provincia di Trento quanti, nell’arco di un anno, arrivano al trapianto di rene?
Nella Provincia di Trento, dati aggiornati al 31 dicembre 2012, ci sono 532 persone in trattamento dialitico o portatrici di trapianto di rene, rispettivamente 259 dializzati e 273 trapiantati.
Dei 259 dializzati, 218 sono in trattamento emodialitico e 41 in trattamento dialitico peritoneale.
Ogni anno in Trentino iniziano la dialisi circa 70 persone.
Di questi dati colpisce l’elevata prevalenza dei trapiantati, il 51.3%, rispetto ai dializzati. Questo rapporto a favore dei trapiantati è il più alto in Italia.
Altro dato che si colloca al di sopra della media italiana è la prevalenza delle persone in dialisi peritoneale (il 15.8%).
Quali sono i pro e i contro rispettivamente dell’emodialisi e della dialisi peritoneale?
L’emodialisi è quella metodica sostitutiva che si esegue in ospedale per tre mezze giornate alla settimana, mentre la dialisi peritoneale è un trattamento che si esegue giornalmente ed autonomamente al proprio domicilio. Quest’ultimo, quindi, si adatta meglio alle abitudini di vita ed ai ritmi lavorativi della persona, è anche meglio tollerata e presenta minor effetti collaterali nell’assistito, tipo ipotensione, astenia e crampi.
A tutte le persone che devono iniziare la dialisi vengono illustrate le due modalità, sta poi al soggetto, aiutato dal personale medico ed infermieristico, a scegliere la metodica che più si adatta, dal punto di vista clinico e fisico, al proprio caso e che meno impatta con le abitudini di vita.
A Trento, all’interno del Reparto di Nefrologia dell’Ospedale S. Chiara, esiste uno specifico team composto da medici ed infermieri disponibili 24 ore su 24 dedicato all’insegnamento della dialisi peritoneale ed al controllo clinico delle persone che eseguono tale metodica.
Molte persone sono restie ad accettare quest’ultima tecnica. Come viene accolta dai pazienti in Trentino?
In questi ultimi anni l’utilizzo della dialisi peritoneale è notevolmente aumentato nella nostra Provincia, con una diffusione pressoché capillare in tutti i Distretti, anche quelli più periferici che rappresentano le zone geografiche dove viene più utilizzata.
Ad esempio nei Distretti Val di Fiemme-Fassa e Val di Non-Sole lo scorso anno quasi la metà delle persone che hanno iniziato la dialisi hanno utilizzato questa metodica.
Questo permette minori spostamenti delle persone per eseguire la dialisi e quindi una miglior qualità di vita.