Dopo aver organizzato l’ultimo e memorabile concerto del caro amico Pierangelo Bertoli (25 gennaio 2002) abbiamo voluto ripetere l’esperienza positiva di quella serata riportando Angelo qui a Trento, nello stesso luogo di un anno fa, se non in carne ed ossa, con tutta l’anima delle sue canzoni.
Anima combattente sempre e comunque, nella vita di tutti i giorni come nello sfaccettato mondo della musica italiana; un’anima che ha saputo districarsi tra diverse realtà, quella di persona disabile in un mondo “barrierato”, quella di musicista “diverso” perché fuori dai consueti canoni dell’industria discografica (in altri termini: handicappato).
Un anno fa, un Bertoli pieno di sprint, ci salutò con un “arrivederci”. Poi, implacabile, è arrivata la morte. Non per questo il nostro vincolo di rispetto e d’amicizia è venuto a mancare. Tutt’altro. Lo spirito di Prodigio rimarrà sempre unito a quello di Pierangelo nella lotta contro le inciviltà di tutti i tempi e di tutti i tipi, contro i ghetti imposti e i ghetti scelti, contro l’ignoranza e l’indifferenza e per una società più a misura d’uomo che un uomo a misura di società.
Quale modo migliore di ricordare un artista se non con la sua arte? Abbiamo cercato di fare il nostro meglio per organizzare un concerto tributo degno di Pierangelo e così è stato: nel corso della serata di sabato 10 maggio 2003 intitolata “Eppure soffia” l’Auditorium S.Chiara si è riempito delle sue note, delle sue parole e del calore dei suoi amici. La scrittrice Antonia Dalpiaz ha presentato il concerto con un’enfasi espressamente poetica con frasi del tipo: “Se sentite un vento in sala, non preoccupatevi, è Pierangelo” oppure improvvisando un simpatico collage lirico con i titoli delle canzoni di Bertoli presenti nella scaletta della serata. Ma a dare il via al tributo non poteva essere che il nostro presidente Pino Melchionna che tanto si è “sbattuto”per mettere in piedi il tutto. Dal palco, Pino, ha rievocato le circostanze che lo hanno portato a conoscere Bertoli, dello straordinario concerto del 2002 nato proprio dalla collaborazione di Prodigio con il cantautore e il suo gruppo storico. Inoltre non ha mancato di sottolineare come temi ricorrenti nella produzione del musicista quali l’emarginazione, la tossicodipendenza e lo sfruttamento siano particolarmente cari all’associazione Prodigio. Insomma era doveroso organizzare questo tributo a Bertoli sia per l’amicizia e per gli obbiettivi comuni che ci univano sia per il sostegno umano e materiale dato all’associazione (i proventi del suo ultimo concerto a Trento hanno contribuito non poco al finanziamento delle attività di Prodigio).
Terminata la presentazione generale con l’intervento di Pino, è venuto il momento di un ospite d’eccezione: Luciano Ligabue, presente in modo “multimediale” al tributo con un videomessaggio ottenuto grazie alle pazienti intercessioni con il manager del rocker di Coreggio,. Nel video messaggio “il Liga” racconta del suo incontro fortunato con Pierangelo, di come questi lo appoggiò in tutto e per tutto fino a presentargli il suo stesso produttore grazie al quale di lì a poco Ligabue sfornò il suo primo album. Ricorda la tenacità e la coerenza dell’amico scomparso, la sua indole combattiva e la sua forza sia caratteriale che fisica. Infine Ligabue, parlando direttamente a Bertoli lo saluta: “Ciao Angelo, ovunque tu sia…”
A seguire, Antonia Dalpiaz ha presentato le “Terre Fredde” (con la partecipazione canora di Valentina), giovane gruppo rock che durante la serata ha suonato alcuni brani di Bertoli, come il celebre “A muso duro” e “Tra il cielo e il mare”. Degno di plauso il duetto vocale Giuliano-Valentina in “Chiama piano”.
La band trentina, formatasi nel ‘99, aveva suonato con Bertoli e il suo gruppo storico lo scorso 2002, ed essendo particolarmente vicina alle iniziative di Prodigio, non poteva mancare a questo importante tributo. Ogni esecuzione musicale della rockband è stata accompagnato dagli applausi di un pubblico sempre più in fermento.
Ma la platea s’è fatta ancora più calorosa quando è apparso Pierangelo sul teleschermo della sala nell’estratto di un’intervista (gennaio 2002) del programma musicale trentino “Zazu” (montato per l’occasione dall’amico Andrea Tombini dello studio di produzioni video Archimedia). Nel videomontaggio abbiamo visto Angelo raccontare del suo rapporto con la nostra città, di come, 20 anni fa, per rimediare alla scarsa reperibilità dei suoi dischi a Trento, li abbia portati lui stesso e venduti in grande quantità in occasione dei suoi concerti in zona. E’ bello vedere Angelo che si racconta con la sua caratteristica veracità, con il suo fare “alla buona” e il suo parlare diretto, senza tanti sofismi o censure di convenienza. Ad esempio con tutta sincerità ammette che nei periodi in cui non ha potuto fare musica non ne ha sentito la mancanza (a differenza dell’amico Marco Dieci) e che anzi ha sempre preferito di gran lunga guardare la partita di calcio con gli amici piuttosto che suonare. Lasciandosi andare a riflessioni socio-filosofiche, il cantautore afferma poi che nonostante il mutamento dei tempi e delle mode, i fondamenti delle cose rimangono inalterati e con essi i grandi temi della poesia e dell’arte: l’amore, l’amicizia, la giustizia,la libertà ecc…
Alla fine del video applausi sonori hanno riempito l’auditorium in un clima di commozione e rimpianto, il rimpianto di non potere più vedere Angelo sul palco con la sua bella voce profonda e con la sua carica di simpatia.
Ma quando Antonia Dalpiaz con Renato Borghi del “circolo culturale Pierangelo Bertoli” ha presentato il gruppo storico del cantautore (Marco Dieci, Gigi Cervi, Claudio Ughetti, Francesco Coccapani, Moreno Bartolacelli, Ermanno Zanfi) per un attimo abbiamo pensato di essere tornati indietro, al memorabile concerto di un anno fa. E così l’atmosfera è diventata incandescente, il pubblico entusiasta ha riascoltato ben 22 brani di Angelo, canzoni note come “Il pescatore” o “Spunta la luna dal monte” e altre in dialetto sassuolese, per noi non proprio di facile comprensione ma non per questo meno coinvolgenti. I musicisti, tutti bravissimi e con molta esperienza musicale alle spalle, hanno suonato ininterrottamente fino alla fine e sono stati ripetutamente invitati a “fare il bis” dagli spettatori sempre più entusiasti, alcuni dei quali si sono messi pure a ballare sulle note delle canzoni più celebri. Il concerto si è protratto fino a quasi mezzanotte tra il calore della gente e la bravura di tutti i musicisti.
Per organizzare il concerto-tributo sono serviti 5 mesi di lavoro, tra ricerca degli sponsor, organizzazione generale, pubblicità e messa a punto della serata, una faticaccia per un’associazione non molto grande come Prodigio ma sicuramente ne è valsa la pena. L’idea ha cominciato a prendere forma dall’incontro a gennaio tra Pino Melchionna e Marco Dieci. Pino si dice molto soddisfatto del lavoro svolto e del tributo in generale: “Ha rappresentato un occasione molto importante per la città di Trento, perché questo concerto non ha investito solo l’aspetto prettamente musicale ma anche quello culturale e solidaristico”.
Bisogna dire che il concerto non ha fatto il pienone come quello dell’anno scorso ma il pubblico è stato in ogni caso molto caloroso e partecipe sino alla fine e a considerare dagli applausi e dallo.’esultanza anche molto soddisfatto.
Si ringraziano: il sindaco di Trento Pacher, Archimedia e Andrea Tombini, Win Sport grafica pubblicità decorativa, Grafiche stile, Radio Italia anni 60, Radio Dolomiti e Tandem pubblicità.
Un particolare ringraziamento alla 4/A aziendale dell’IPC di Trento, a Francesca, Daysi, Elisa e a tutti i volontari e gli amici che si sono prodigati per mettere in piedi la serata, tra cui in particolar modo il presidente Pino Melchionna.
Grazie inoltre ad Antonia Dalpiaz, alle Terre fredde, a Valentina ed ovviamente al Gruppo del circolo culturale Pierangelo Bertoli che ha messo a disposizione della serata non solo la sua maestria ma anche la sua attrezzatura musicale.
E grazie anche a tutte le persone che hanno scelto di trascorrere con noi e con la musica di Pierangelo questa serata.